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Francesco Buzzurro, one man band all’Auditorium

francesco buzzurro
Galvanica Bruni

Mercoledì 30 gennaio, all’Auditorium, il chitarrista Francesco Buzzurro, definito da Ennio Morricone “tra i più grandi al mondo perchè capace di rendere fruibile a tutti la musica colta“, presenta il suo live “One Man Band“, un concerto solista di alto livello e di solido impianto classico ma apertissimo a sconfinamenti nei generi più disparati.

Il repertorio scelto è di quelli che potrebbero far annegare qualunque bravura nello stagno della consuetudine: la pirotecnica “All of Me”, la sinuosa “Nature Boy”, l’ossessiva “I Got Rhythm”, la pensosa “In a Sentimental Mood”, la rigenerata “Manha de Carnaval”, la sontuosa “Someday my Prince will Come”, l’implacabile “Chega de Saudade”, l’ammiccante “Sunny Side of the Street”, la sorniona “Blue Monk”, l’inquieta “Nuages”, la bella “Estate” ci faranno accorgere che dopo un po’, del parterre di autori-mostri sacri che c’è dietro questo programma, si stempera impercettibilmente perfino la consapevolezza e  resta solo questo chitarrista “straordinario solista”.

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Un solista ma non solo. Perchè la sua chitarra è come se fossero due, tre, una band di chitarre. Le sue mani volano sulla tastiera da un capotasto all’altro, le sue dita arpeggiano ad una velocità sbalorditiva. Suona ad occhi chiusi, non ha bisogno di guardare le corde e gli accordi: lui e la chitarra sono un tutt’uno.

Della Musica ne ho fatto motivo di vita. Suono la chitarra in una maniera che sicuramente mi caratterizza. Sentirete in me forte la base classica, l’amore per il jazz, per l’improvvisazione, al quale si aggiunge una forte conoscenza del folk del mediterraneo e del resto del mondo” dice di sé Francesco Buzzurro, nato a Taormina e cresciuto in una campagna dell’agrigentino con la vista sui templi e sul mare.

Studiavo al conservatorio chitarra classica ma mi affascinavano i dischi di mio padre delle grandi orchestre americane. Con la mia chitarra, in solitudine, dovevo simulare tutte quelle sonorità, basso, ritmo, accompagnamento ed assoli. Avrei voluto subito avere una band ma la band ero io e la mia chitarra. La puntina del mio giradischi andava avanti e indietro, avanti e indietro. Dovevo riuscire a fare quello che faceva una intera orchestra e dovevo farlo da solo. Ore e ore di studio per giungere alle prime gratificazioni“.

E di gratificazioni ne ha avute tante. Dopo aver conseguito il Diploma al Conservatorio Bellini di Palermo Francesco Buzzurro si perfeziona presso l’International Arts Academy di Roma sotto la guida di Stefano Palamidessi e di grandi concertisti. Dopo la Laurea in Lingue e Letterature Straniere, sviluppa un’intensa attività concertistica che lo porta a viaggiare in tutto il mondo.

Come chitarrista classico, vince tre concorsi nazionali: il “Città di Alassio” ed il “Benedetto Albanese” di Caccamo in Sicilia e il “Savona in Musica”. Grazie alle sue doti e alla sua abilità si esibisce con alcuni dei “mostri sacri” del jazz internazionale e nazionale e collabora con grandi nomi della musica italiana come Lucio Dalla, Renzo Arbore, Ornella Vanoni e Antonella Ruggiero.

Mio padre – racconta ancora Francesco Buzzurro – diceva sempre che la base tecnica derivante dagli studi classici era indispensabile ma che la cultura di ogni popolo del pianeta si trova nella musica popolare, nel folk.  Fu così che mi fece partecipare a tutte le attività del più’ importante gruppo folcloristico siciliano con il quale a 16 anni avevo già girato tutto il mondo. Mentre giravo il mondo scoprii le radici folk contenute ed espresse da quel linguaggio jazzistico che nasce a New Orleans ma che ha profonde radici mediterranee. A 13 anni la mia chitarra era già una piccola orchestra ed ancora oggi è così che la concepisco, la uso. Nessuna voglia di confronti o emulazioni ma seguace di una filosofia che ho maturato dentro di me“.

Francesco Buzzurro, titolare della cattedra di Chitarra Jazz del conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno, è oggi uno dei più apprezzati e poliedrici chitarristi; la famosa rivista di settore Musica Jazz lo ha votato come uno dei più talentuosi del panorama internazionale e il prossimo concerto all’Auditorium lo dimostrerà una volta di più.

Edoardo Cafasso

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Auditorium Parco della Musica
Teatro Studio Borgna
Mercoledì 30 gennaio, ore 21
Biglietto 17 euro acquistabile cliccando qui

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