La mostra “Armi e potere”, organizzata dal Polo Museale del Lazio nella doppia sede di Castel S. Angelo e Piazza Venezia e che doveva chiudere a metà novembre, è stata prorogata a tutto gennaio 2019.
Il biglietto, dal costo di 15 euro (ridotto per insegnanti e alunni), permette di accedere ad entrambe i musei ma abbiamo optato, per ragioni di tempo, per Castel S. Angelo uno dei più bei e frequentati monumenti di Roma; il fascino che emana questo straordinario mausoleo, ma anche castello, fortezza, rifugio di papi, tribunale e carcere è legato soprattutto alla sua storia e ai miti e leggende che lo interessano.
Luogo di straordinario fascino è troppo noto per descriverlo ai lettori ma riserva comunque, ad ogni visita, straordinarie sorprese; la sua terrazza, che permette di osservare Roma a giro d’orizzonte, è sicuramente tra le più belle al mondo.
La mostra “Armi e potere”, curata da Mario Scalini con la collaborazione di Carlo Giannini, ospitata nei locali dove in passato veniva amministrata la giustizia (a Castel S.Angelo furono processati ad esempio Giordano Bruno e Beatrice Cenci) raccoglie armi e armature rinascimentali di incredibile bellezza.
Circa 160 pezzi, provenienti dalla raccolta Odescalchi e da prestiti internazionali, tra cui elmi, elmetti, corazze, armature, spade, spiedi e picche, per lo più appartenuti a personaggi celebri; si tratta di oggetti non sempre destinati alla guerra dal momento che armi bianche e protezioni di vario tipo venivano utilizzate anche nei tornei cavallereschi o per evidenziare semplicemente il censo di chi le indossava.
Gli oggetti esposti appartengono al periodo rinascimentale e precedono di poco l’avvento delle prime armi da fuoco (pistole e fucili cosiddetti “a ruota”) che metteranno gradualmente fuori gioco le belle armature.
Sebbene giudicate “poco nobili” e inizialmente bandite nei combattimenti le armi da fuoco entreranno prepotentemente nei conflitti determinando la progressiva inefficacia delle protezioni in acciaio (peraltro già messa in discussione dall’avvento della balestra).
I pezzi esposti a Castel S.Angelo sono di straordinaria fattura e ricchezza in quanto si tratta di elmi e armature finemente lavorate che mettono in evidenza la grande bravura di armaioli che eseguivano lavori di eccezionale livello interamente a mano. Ogni oggetto doveva essere forgiato a mano, temprato, ribattuto, lucidato e inciso con un lunghissimo lavoro che solo un grande artigiano era in grado di compiere.
Particolare importanza riveste la simbologia utilizzata che oltre ad esaltare l’importanza di chi indossava l’armatura aveva spesso la funzione di tenere lontani gli influssi maligni; frequente il ricorso alle “gorgone”, mostri della mitologia greca.
La mostra, molto bella e sicuramente da visitare, ha secondo il nostro parere un solo neo: l’illuminazione delle sale. Chi le ha allestite con bravura e competenza ha optato però per una scarsa e soffusa illuminazione che forse non rende interamente giustizia ai bellissimi pezzi esposti.
Quella di presentare locali scarsamente illuminati è una modalità a cui si fa sempre più spesso ricorso nei musei ma che non sempre ha il giusto effetto. In questo caso avremmo voluto vedere “sole e acciaio”.
Francesco Gargaglia
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Esiste in questa mostra una spada appartenuta a Torquato Conti di Poli, trovata a Poli nella sua tomba