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Con Francesco Ruggeri Roma Nord approda a Sanremo

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Derattizzazioni e disinfestazioni a Roma

Il Festival d’eccellenza della musica italiana apre le sue porte ai giovanissimi grazie al concorso area Sanremo, indetto per offrire la possibilità di accedere a Sanremo Giovani. Le finali si terranno da giovedì 8 a sabato 10 novembre e tra i finalisti nazionali troviamo proprio lui, Francesco Ruggeri, ragazzo diciassettenne made in Roma Nord e residente a La Storta.

Ci siamo interessati alla sua storia, o meglio al suo percorso artistico, in quanto entusiasti del fatto che ci siano delle nuove promesse che avranno la possibilità di solcare il palco dell’Ariston portando lo stendardo di Roma Nord.

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Ma conosciamo un po’ questo giovane talento e, prima di tutto, auguriamogli un gigantesco “in bocca al lupo”.

Tra qualche giorno dovrai affrontare le finali nazionali di Area Sanremo, in cosa consiste?  

Adesso sono finalista nazionale, questo significa che ho passato già, in tutto, quattro fasi. Le prime si sono tenute a Fondi, nella sede di area Sanremo per le qualifiche e le finali interregionali. Superate queste, nella terza fase, insieme agli altri ragazzi che hanno passato i turni precedenti, siamo andati a Sanremo, come semifinalisti nazionali. Ora, dall’8 al 10 novembre si terranno, invece, le finali nazionali.

Siamo partiti in tantissimi e, oggi, siamo circa 250 cantanti. Chi tra i partecipanti dovesse passare il turno in questi giorni, avrà la possibilità di esibirsi sul palco dell’Ariston, davanti a Claudio Baglioni. Infatti sarà lui che poi decreterà chi saranno gli artisti che potranno accedere a Sanremo Giovani.

Quest’anno, Baglioni, si è impegnato moltissimo per far sì che al festival potessero partecipare più giovani, dando un’opportunità immensa a ragazzi qualsiasi, tra cui quella di potersi esibire con i big di Sanremo.

Come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Ho iniziato ad avvicinarmi alla musica fin da piccolo, ascoltavo qualsiasi cosa. Ma tutto è iniziato quando mio padre ha preso un pianoforte, o meglio una tastiera, ero abbastanza piccolo, frequentavo la prima media o la quinta elementare, non ricordo. Fatto sta, che fin da subito ho provato a suonare e la cosa mi ha appassionato. Oggi suono anche la chitarra e la batteria, ma da autodidatta; mentre ho preso lezioni di pianoforte e di canto.

Questa mia curiosità verso l’ambiente musicale mi ha portato a fare anche diverse esperienze, ad esempio con altri ragazzi della scuola abbiamo formato una band, i Modem 25. Suonavamo ai concerti scolastici, poi abbiamo iniziato anche ad esibirci in qualche locale di Roma. Insieme abbiamo vinto anche qualche concorso, tra cui Anime di Carta e Play Music Stop Violence all’Atlantico.

Nel 2016 ci siamo esibiti presso La Casa del Jazz, nel concerto contro le mafie. Sempre con nostri inediti. In occasione di Anime di Carta ci siamo spostati tantissimo, suonando in diverse location. Siamo anche usciti vincitori della nostra categoria. Tra tutte le esperienze, inoltre, abbiamo avuto anche l’occasione di fare l’apertura della performance di Federico Poggipollini, il chitarrista di Ligabue.

Quando hai iniziato la carriera da solista? 

Un paio di anni fa, a causa degli impegni di ognuno dei membri della band e delle difficoltà per organizzarci per le prove, a un certo punto ho deciso di concentrarmi anche sulla mia carriera da solista. Questo mi ha portato ad impegnarmi nello studio del canto e a sperimentare un po’.

Ho continuato a partecipare a diverse esperienze ed eventi, sempre in alcuni locali, come ad esempio la Locanda Blues. Poi, l’anno scorso ho mandato un video per partecipare a Sanremo Young, il format presentato dalla Clerici, dedicato a tutti i giovani fino ai 16 anni. Quindi ho avuto il modo e la fortuna di fare esperienza, anche da molto giovane.

Che genere di musica fai?  

Diciamo che, anche se è un po’ generico, il tipo di musica che faccio è pop, ovviamente cantautorale, perché comunque scrivo i testi delle canzoni che canto, tra cui quella che ho portato al concorso di Area Sanremo.  

Ma ho sperimentato anche altro, ad esempio un anno fa ho caricato un video di una cover di un brano rap/pop sul mio canale Youtube e la scorsa settimana ho caricato anche un esperimento di una canzone trap. 

C’è qualche artista del panorama musicale che prendi come riferimento o ti definiresti più un “divoratore di musica”? 

In realtà la musica che suono e canto, è totalmente differente da quella che ascolto di solito. La mia band preferita sono i Police, insieme ai Queen. Se, invece, dovessi indicare un artista di riferimento, che mi ispira per la scrittura, per come suona, è Daniele Silvestri. Ma poi ascolto praticamente di tutto, anche per capire un po’ come si sta muovendo il mondo della musica.

Quando scrivi un nuovo testo, hai bisogno di un’ispirazione particolare o è un processo spontaneo?

Il processo è abbastanza spontaneo, intendo proprio l’atto di scrivere testi. Non mi è mai successo di dover scrivere una canzone “perché devo”. Nel momento in cui ho l’ispirazione, cioè quando mi viene di buttare giù qualcosa, avviene tutto anche molto velocemente. Arriva l’idea e mi scrivo subito una frase, o una strofa, un ritornello. Oppure magari prendo il telefono e registro una memo vocale, che poi risento e sistemo.

Comunque, in genere, cerco di parlare attraverso delle immagini, che è un metodo utilizzato da molti. Prendo delle immagini della vita quotidiana, di tutti i giorni e le trasformo in testo.

Dove possiamo seguire i tuoi progressi e sapere come andrà questa nuova sfida?

 «Principalmente uso i social, Facebook, ma soprattutto Instgram, ho due profili, uno personale e uno dedicato alla mia attività musicale. Ho anche un canale Youtube, ma non lo sfrutto molto.

Dove ti vedi tra qualche anno? 

Questo è quello che vorrei fare. Trasformare la mia passione nel lavoro di domani. Continuerò a studiare e ad approfondire le mie conoscenze musicali, ma per ora penso solo ad impegnarmi per arrivare in prima serata sul palco dell’Ariston!

Francesco Ruggeri, un diciassettenne con le idee molto chiare che merita un grande in bocca al lupo.

Francesca Romana Papi

 

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