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De André canta De André al Teatro Olimpico

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immagine di repertorio
Galvanica Bruni

Sabato 14 ottobre, con inizio alle ore 21, il Teatro Olimpico (piazza Gentile da Fabriano, 17) ospita “De André canta De André“, il concerto con il quale Cristiano De André, accompagnato da una band di quattro elementi, esplora l’inestimabile canzoniere del padre Fabrizio.

Cinquantacinque anni da compiere il prossimo 29 dicembre, anima inquieta vissuta a lungo all’ombra di un genitore troppo ingombrante, cantante, autore e polistrumentista di talento, Cristiano De André è impegnato da quasi un decennio nell’impresa di presentare sui palchi di tutta Italia le canzoni e la poetica di Faber per poi fissarle in una serie di cd registrati dal vivo (è appena uscito il terzo).

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Come ha avuto modo di affermare lui stesso nell’autobiografia pubblicata lo scorso anno (“La Versione di C.”, Mondadori Electa), “De André canta De André è un progetto che mi ha permesso e mi permette di portare avanti l’eredità artistica di mio padre, caratterizzandola però con nuovi arrangiamenti che possano esprimere la mia personalità musicale e allo stesso tempo donino un nuovo vestito alle opere, una mia impronta. Mi auguro che così facendo la poesia di mio padre possa arrivare a toccare le anime più giovani, a coinvolgere anche chi non ascolta la canzone prettamente d’autore“.

Così i dodici brani contenuti in “De André canta De André vol. 3”, fra i quali spiccano “Canzone del Maggio“, “Dolcenera” e “Il Testamento di Tito“, faranno da ossatura ad un live-act che vedrà in scaletta anche pezzi come “Il Pescatore“, “Crêuza de Mä” e Hotel Supramonte“.

Oltre venti canzoni, riarrangiate spesso con  sonorità elettriche ed elettroniche che le avvicinano alla world music senza però privarle della loro anima più intima, due ore di concerto fra politica e rigore, scelte nette e spiazzanti e dichiarazioni di amore e di lotta, un viaggio appassionato ed accattivante all’interno di un territorio vasto e bellissimo, che abbiamo avuto già modo di visitare e recensire nel 2009 e nel 2010.

Giovanni Berti

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