Home ATTUALITÀ Ponte Milvio come un social: tutti vi scrivono di tutto

Ponte Milvio come un social: tutti vi scrivono di tutto

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Galvanica Bruni

Vero che Ponte Milvio è rinato a nuova vita con Moccia e i lucchetti, ma la passeggiata che dalla Torretta Valadier solca il Tevere fino a Piazzale Cardinal Consalvi ha un forte richiamo per chi ha il pennarello facile.

Troppo ghiotta la ribalta offerta dalle due spallette in marmo bianco che percorrono i parapetti lungo i centosettantasette metri del ponte. E infatti sono nuovamente invase da scritte, anche recentissime, basta guardare la data.

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C’è un lato civico dal quale osservare la faccenda, ed è che se al Colosseo uno straniero incide le iniziali o a Fontana di Trevi un turista si fa il bagno tutti gridano allo scandalo, mentre se a Ponte Milvio deturpano il ponte più antico di Roma rientra nella normalità delle cose. Anzi è pittoresco. E nessuno interviene.

Poi c’è un lato quasi poetico, ed è che a leggerli, quei messaggi, sembra di tornare al momento in cui furono scritti. Come un fermo immagine fissato nel tempo, sigillato dai lucchetti. Conta solo adesso, del doman non v’è certezza.

Tanto domani “beato a chi c’ha n’occhio”, dicevano a Roma. E’ come se avessimo conservato nel tempo i bigliettini d’auguri dei nostri compleanni, Natali e ricorrenze varie, e un giorno ci mettessimo a rileggerli tutti insieme. Troppo amore, la lacrimuccia può scapparci.

Qui però c’è più da ridere che da piangere. Molti messaggi incubano una comicità intrinseca che si sprigiona solo a posteriori. Per molti quella superficie liscia e candida a due passi dall’occhio della movida notturna di Roma Nord è un richiamo simile ai social. Due belle paginone bianche tutte da riempire.

Che poi chi ama si augura sempre che duri in eterno, ma stabilire quando un amore era all’apice, un domani – chissà – potrebbe anche tornare utile a calcolare quanto ci si è messo ad accorgersi dell’errore. Perchè magari un giorno quell’amore finirà e lo si cancellerà con un colpo di spugna allo stesso modo in cui spariranno, forse, quelle scritte.

Se l’amore è amore”, cantava Venditti, e a Ponte Milvio è declinato in tutte le sue forme. C’è l’amore etero, quello gay, quello di gruppo, quello per se stessi di chi “ho scelto me” e quello per la nostra città. Perchè è vero, “there’s no city like Rome”.

PM2Alcune scritte sono esilaranti, altre smielate, altre melense, altre così lunghe che ti stanchi di leggerle già alla seconda riga. Anche le lingue sono variegate: c’è l’inglese, lo spagnolo, il francese….L’amore è universale, così come la propensione a lasciare un segno di sè.

Nei 177  metri del ponte scorre tutta un’umanità. Ci sono gli scettici [tanto vi lascerete tutti], i nichilisti [tutte cagne], ma anche quelli che ci credono e ci punterebbero soldi [e c’avrei scommesso su noi due].

Ci sono i diavoletti tentatori [pecchiamo insieme che all’anima fa bene], gli aspiranti podisti [te dimmi dove sei mi faccio tutta Roma a piedi], gli stagionali [in mezzo a questo insopportabile inverno che primavera sei per me].
E poi c’è quella poco di buono…ehm..rubacuori di Giulia, che la amano in due: quello col pennarello nero e quello col pennarello rosso. Faranno a cazzotti?

Ci sono indicazioni astra(da)li per raggiungere la felicità [seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino] e consigli utili, sia per lei [make his dick hard, not his life] che per lui [make her pussy wet, not her eyes].

E poi c’è lo scroscio del fiume, colonna sonora immutabile di quei momenti in cui le scritte si compivano, a suggello di un bacio e di un “ti amo”. Che fosse il primo, l’ultimo o uno dei tanti, in fondo poco importa.

Ma a chiudere, vi lasciamo con un’altra perla romanesca che vale sempre, specialmente in questo caso: se nun so matti nun ce li volemo.
PM11Valerio Di Marco

 

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