Non vincerà un italiano, la premessa è d’obbligo. Forse neanche sbarcherà in semifinale, un azzurro. Non c’è il campione alla Panatta, ultimo italiano che conquistò il Foro Italico, anno 1976.
Né un Tonino Zugarelli, capace di giocarsi il titolo in finale contro Vitas Gerulaitis. E neanche uno alla Pietrangeli, ma qui rischiamo di finire nell’oblio dell’amarcord, fra racchette di legno e fotografie in bianco e nero.
Eppure il fascino della terra rossa romana resta intatto, anche se il tennis oggi è diverso, più veloce sul campo e molto più calcolato rispetto a ieri nelle stanze dei bottoni.
C’è l’indotto economico, la televisione più attenta ai particolari, seppur meno romantica di quando gli scambi li raccontavano Oddo e Galeazzi. C’è la gente che s’affolla nelle vasche create apposta per il via-vai del pubblico, pur di dire “io c’ero”. Anzi, visto che questa è l’era dei selfie, “io ci sono“, e subito l’istantanea postata sui social network.
C’è “la buona pace della crisi“, con l’accoppiata panino e birra che costano uno sproposito, ma anche questo fa parte del gioco, il business ormai è tassello “necessario” dello sport.
“Supereremo 12 milioni di incasso – ha detto il presidente Federtennis Binaghi nel giorno della presentazione ufficiale – e batteremo il record dello scorso anno di 200.000 paganti. L’obiettivo è oltre 33 milioni di euro di fatturato di tutta la manifestazione”.
Ecco, la dimostrazione. Edizione numero 74, la più ricca di sempre, così è stata descritta quella ormai alle viste, in programma dal 10 al 24 maggio.
Novità da annotare, il sorteggio dei tabelloni sarà effettuato venerdì 12 maggio al Colosseo, sotto l’Arco di Costantino. E alcuni dei protagonisti si concederanno al bagno di folla sia a Piazza del Popolo che a Ponte di Nona, così da coinvolgere uno dei quartieri periferici di Roma.
Presenti Nadal, Djokovic, Murray, Wawrinka e Raonic. Ma mancherà Roger Federer, pure se sta in gran forma. Presente anche Maria Sharapova cui è stata concessa una wild card e che ha trionfato nel 2011, nel 2012 e nel 2015.
Massimiliano Morelli
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Un rimpianto che mi porto dietro e che ricompare ogni anno è quello di non essere mai riuscito a realizzare uno dei miei desideri più grandi cioè acquistare l’abbonamento per tutti gli incontri, prendere 15 giorni di ferie, e sbattermi da una sedia all’altra, da un bar all’altro da un campo all’altro da una spazio espositivo all’altro, tanto chiamano prima di un incontro o tra un set e l’altro, bella gente, bella situazione e una bellissima vacanza.
Leosc