
Il nuovo accordo raggiunto tra sindacati e Ama sugli orari di lavoro dei dipendenti della municipalizzata finisce sul tavolo della Corte dei Conti del Lazio e dell’Autorità Anticorruzione.
Il Codacons ha deciso di presentare oggi un esposto alla magistratura contabile e all’Autorità guidata da Raffaele Cantone chiedendo di indagare sull’intesa relativa agli orari di lavoro in seno all’Ama, che rischia di arrecare danno all’utenza.
“In base a tale accordo – spiega l’associazione – l’orario di lavoro dei dipendenti passa da 36 a 38 ore settimanali: un incremento tuttavia solo sulla carta che non determinerebbe alcun vantaggio concreto per gli utenti“.
Tutt’altro. “L’intesa siglata da sindacati e Ama – sottolinea il Codacons – anticipa alle ore 7.45 l’ingresso dei dipendenti in ufficio, e riduce la pausa pranzo a soli dieci minuti rispetto all’ora piena finora garantita. Due misure che di fatto consentirebbero agli addetti Ama di lasciare il posto di lavoro già alle ore 15.55 nei giorni ordinari e alle 13.55 il venerdì.”
Stando alle valutazioni dell’associazione, i rischi maggiori di disservizi si avrebbero nei cimiteri del Verano e di Prima Porta, gestiti dalla municipalizzata e già interessati da tagli al lavoro straordinario.
Il Codacons solleva quindi dubbi sul contenuto dell’accordo tra Ama e i sindacati in merito all’effettivo vantaggio per l’utenza, per una soluzione che sembra non andare nella direzione di incrementare il servizio reso dall’ente alla città e ai cittadini.
Alla Corte dei Conti e all’Anac l’associazione chiede quindi di verificare la correttezza dei contenuti dell’intesa, eventuali danno all’Erario e/o profili di illegittimità.
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