Magari non sarà un secondo “terremoto a Roma”, come titolarono i giornali all’epoca, ma gli U2 con il loro concerto allo Stadio Olimpico previsto sabato 15 luglio promettono di scuotere nuovamente la Capitale dalle fondamenta.
Come trent’anni fa, quando le vibrazioni causate dalla band irlandese al Flaminio fecero credere a molti che si stesse verificando un sisma, e alcuni edifici in prossimità dello stadio riportarono perfino danneggiamenti.
Trent’anni. Tondi tondi. Sono quelli passati dalla pubblicazione di “The Joshua Tree“, il disco che li lanciò nell’Olimpo del rock. Per promuoverlo erano in tour allora e per celebrarne il trentennale saranno di nuovo in tour da maggio ad agosto con il “The Joshua Tree Tour 2017“, come fece Bruce Springsteen l’anno scorso per “The River“.
L’annuncio era nell’aria da giorni e l’ufficialità è arrivata lunedì 9 gennaio. Poche città, poche location selezionate, su entrambe le sponde dell’Atlantico. Roma sarà la sola tappa italiana prevista al momento. Si vocifera di un secondo appuntamento il giorno seguente ma di ufficiale non c’è ancora nulla. Ad aprire il concerto sarà l’ex-Oasis Noel Gallagher con i suoi High Flying Birds.
Per la band irlandese sarà una prima volta. Mai avevano intrapreso un tour interamente celebrativo. Avevano sempre pensato il live-act come parte di un progetto unico con il disco via via da promuovere. Stavolta invece sarà diverso, un tuffo nel passato come se non ci fosse un domani.
E per farlo hanno scelto l’album che forse più li rappresenta, quello su cui sono concentrati molti tra i loro brani più famosi. La magia di With Or Without You, I Still Haven’t Found What I’m Looking For e Where The Streets Have No Name, oltre che su varie antologie, live e “best of” venuti dopo, la trovate lì.
Ma la band irlandese – stando alle dichiarazioni delle ultime ore – ha in programma di suonarle tutte e undici, le tracce di quell’album con cui omaggiarono le radici della musica americana, tra rock n’roll, blues, country e folk. Una cosa che se fosse vera ci permetterebbe di ascoltare per la prima volta in concerto “chicche” magari meno conosciute ma ugualmente bramate da milioni di fan in tutto il mondo. Come Red Hill Mining Town, mai suonata dal vivo. O come Exit, che Bono e soci non hanno più eseguito da quel lontano 1987.
Insomma chi c’era allora avrà il luccichìo agli occhi di fronte alla riproposizione degli U2 che furono, chi non c’era avrà modo di farsene una vaga idea. Del resto il tempo passa per tutti ma avviarsi a fine carriera rendendo il giusto omaggio agli episodi più significativi del proprio passato può anche essere un modo degno di iniziare a chiudere il sipario, dopo tante critiche ricevute.
Senza dimenticare che i quattro avrebbero sempre in cantiere il più volte annunciato seguito di “Songs Of Innocence“. Stavolta pare che ci siamo e il nuovo album d’inediti dovrebbe uscire entro l’anno.
L’appuntamento di luglio sarà tra quelli di punta della prossima estate capitolina. L’ultima volta degli U2 a Roma fu nel 2010, con l’astronave fantasmagorica del “360° Tour” che atterrò sempre all’Olimpico. Ora su quello stesso prato metterà le radici il Joshua Tree, anche se per poche ore.
Ma saranno sufficienti a mandarci in visibilio, perchè we need new dreams tonight. E loro sono pronti a regalarceli.
Valerio Di Marco
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