
“E’ da irresponsabili dire sì a questa candidatura“. Così, in conferenza stampa in Campidoglio, la sindaca Virginia Raggi ha ufficializzato il ‘no’ alla candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024.
“Non permetteremo che lo sport venga usato come pretesto per nuove colate di cemento“, ha aggiunto la prima cittadina spiegando che “è stata già depositata una mozione, che rappresenta l’impegno del sindaco e della giunta a ritirare la candidatura. Sarà l’assemblea capitolina a esprimere una posizione a riguardo e se la nostra posizione politica sarà recepita dall’Aula le daremo corso”.
“Non abbiamo nulla contro le Olimpiadi e contro lo sport, che è parte integrante del nostro programma, ma diciamo di ‘no’ alle Olimpiadi del mattone. Assolutamente no”, ha proseguito Raggi tra gli applausi della platea. “Io non credo di aver mai tentennato abbiamo detto un ‘no’ chiaro a giugno, lo abbiamo ripetuto in campagna elettorale e ci siamo astenuti da qualunque commento per rispettare la tregua olimpica. Abbiamo ribadito il nostro no alle Olimpiadi dello spreco: non c’è nessuna posizione tentennante”, ha chiarito.
“Non vogliamo che lo sport venga usato come pretesto per ulteriori colate di cemento. Vengono fatte tante promesse in occasione delle Olimpiadi e ricordiamo bene come sono andati i mondiali di nuoto (di Roma 2009, ndr). Siamo pieni di impianti abbandonati che rimangono lì”, ha aggiunto, sottolineando che Roma “sta ancora pagando i debiti delle Olimpiadi del 1960”.
“Quello che pensano i romani delle Olimpiadi lo hanno detto al ballottaggio, quando il Pd e Giachetti hanno trasformato il ballottaggio in un referendum. Ebbene, quasi il 70% dei romani ha detto ‘no”, ha affermato la sindaca. “Vogliamo uscire dalle logiche dei grandi eventi che portano grandissimi soldi e debiti ancora più grandi. Abbiamo un progetto ancora più ambizioso: riqualificare i servizi e restituire ai cittadini una città che sia degna delle grandi capitali europee”, ha concluso Raggi.
Comitato 2024: “Scelta politica ideologica e demagogica”
“Prendiamo atto – scrive il Comitato 20204 in una nota – della decisione di chi ha vinto le elezioni a Roma. Ma siamo molto dispiaciuti. Ci dispiace per Roma e per i romani, soprattutto i più giovani; ci dispiace per le quasi 200 mila persone che avrebbero trovato un lavoro grazie alle Olimpiadi; ci dispiace per quei romani che avevano sperato di migliorare la propria qualità della vita grazie a una nuova viabilità e a una città più moderna, verde e più accessibile, senza spendere un euro dal bilancio cittadino.”
“E ci dispiace per quel miliardo e 700 milioni di dollari che avrebbe risollevato Roma, aiutato le periferie e recuperato campi e strutture sportive abbandonate al degrado. E ci dispiace doppiamente perché quelle risorse non arriveranno e con esse quello sviluppo che avrebbe rimesso in circolazione l’economia della città; ci dispiace che una forza politica nuova non colga la sfida della modernizzazione e non accetti la responsabilità del cambiamento, della legalità e della trasparenza; e che non abbia voluto cogliere l’occasione per lanciare un grande progetto di riqualificazione urbanistica, così come avvenne con i Giochi del 1960 a Roma; ci dispiace che la retorica degli sprechi abbia avuto la meglio sulle nuove regole CIO nate proprio per evitare sprechi, opere non necessarie ai cittadini e per coinvolgere altre città nell’organizzazione dei Giochi; ci dispiace per Cagliari e la Sardegna, ma anche per Milano, Torino, Verona, Udine, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari e Palermo, città che hanno creduto tutte nel sogno con grande entusiasmo e che ora pagano per le scelte di una sola amministrazione cittadina che non tiene conto degli interessi della città né di quelli del Paese”.
“ci dispiace – incalza la nota – che questa stessa forza politica abbia trasformato una straordinaria opportunità per i giovani e la città in una scelta politica ideologica e demagogica; e che al fare abbia preferito il non fare; ci dispiace per i tanti cittadini che avevano scelto il cambiamento, e che oggi già si pentono; ci dispiace per tutti i giovani del Comitato Promotore che all’interno del CONI hanno lavorato con impegno, entusiasmo e determinazione a un progetto, quello Olimpico, che oggi affonda nella palude delle paure; e per il gran lavoro di immagine intessuto all’estero in questi 17 mesi, supportato da un dossier da tutti giudicato eccellente, che oggi si azzera daccapo e, anzi, dà un nuovo grave colpo alla credibilità dell’Italia; ci dispiace che questo lavoro non sia stato neanche approfondito e che il pregiudizio e la superficialità abbiano vinto sul merito; ci dispiace che Roma perda la straordinaria e planetaria occasione di diventare capitale dello sport nel mondo con le Olimpiadi e capitale della Chiesa con il Giubileo del 2025 e e ci dispiace ancora di più per quelle opere e infrastrutture che dovranno essere fatte comunque, questa volta a carico del bilancio della città, per il Giubileo”.
“Ci dispiace che una città come Roma si arrenda e che pensi di non essere in grado di competere neanche tra otto anni, quando avrebbero dovuto aver luogo le Olimpiadi, offrendo così all’estero la brutta immagine di una città paralizzata dalla rinuncia. Ma quello che veramente e ancora di più ci dispiace, infine, è dover raccontare ai nostri figli, con la morte nel cuore, come la nuova classe dirigente che governa Roma non abbia il coraggio di assumersi la responsabilità del loro futuro; quando invece avremmo voluto spiegargli come una classe dirigente illuminata debba saper prendere decisioni difficili e coraggiose per tracciare la rotta, senza lasciarsi imprigionare dal contingente e dai rumori assordanti del presente, ma anzi alzando lo sguardo sopra l’orizzonte, per indicare la giusta strada da prendere proprio ai giovani. E così che si feconda la forza di un sogno e di una speranza. Per chi sappia cogliere le sfide.”
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Ma dopo gli scempi compiuti con i mondiali di nuoto Malagò ha ancora il coraggio di parlare?
le ragioni de l No o del SI non si possono fondare solo sulle speculazioni del passato altrimenti non impariamo dagli errori e non possiamo fare più nulla: anche sugli appalti di ordinaria amministrazione ci sono state speculazioni e che facciamo allora? non ripariamo le buche perchè le ditte applatatrici non fanno il massetto e coprono le buche solo col cemento? se si vuole difender eil NO vanno analizzate le cose guardando anche al futuro spiegando il perchè non si è capaci di poter affrontare le olimpiadi con delle condizioni di legalità, trasparenza e effecienza. Dire No solo per far dispetto alle lobby, ed evitare speculazioni è troppo poco per un sindaco che ha promesso una rivoluzione. Questa è una involuzione per incapacità di evolvere.La scelta del NO o del SI meritava un’analisi piu’ competente piu’ profonda, quella che ha dato la sindaca la poteva dare chiunque. per non parlare delle modalità a partire dal mancare l’appuntamento con, piaccia o non piaccia, il presidente del Coni; sarebbe stato piu’ dignitoso non averlo proprio programmato.
Mi sembra tutto molto deprimente. A dar retta al movimento 5 stelle prima i grandi eventi erano “fatti male” in quanto solo affari, opere incompiute e nessuna ricaduta positiva per la città (ma ovviamente questo è vero solo in parte, come tutti sanno), oggi invece non si organizzano, sebbene al governo della Capitale ci siano proprio loro, proprio in virtù del nefasto passato. In definitiva è come dire che in Italia i grandi appuntamenti come Olimpiadi, mondiali etc o non si organizzano affatto ( come scelto appunto dalla Sindaca))oppure quando si organizzano sono uno spreco, malaffare e quant’altro. Ma una terza via , quella normale, non ci sarebbe? Perché i 5 stelle non hanno invece preso la palla al balzo per dimostrare la loro “diversità”? Come sindaco poteva condizionare il proprio assenso alle Olimpiadi, a fronte di un ancor maggiore coinvolgimento del Comune e , ad esempio, chiedendo che vi fosse una piena supervisione sulle gare, consulenze etc dell’ANAC del Dr Cantone. Roma e i Romani hanno una storia millenaria e ne hanno viste tante , ma temo ( spero di sbagliare) che questa parentesi della Sindaca Raggi non la dimenticherà facilmente.
Le vele di Calatrava sono lì a dimostrare che la Raggi ha preso la decisione giusta.