Home ATTUALITÀ Cassia, il San Pietro a rischio chiusura?

Cassia, il San Pietro a rischio chiusura?

ospedale san pietro
Derattizzazioni e disinfestazioni a Roma

Indicato dal sito www.doveecomemicuro.it – una sorta di guida Michelin delle strutture sanitarie in Italia – come una delle prime tre strutture italiane più virtuose per quanto attiene alla salute della mamma e del bambino con ben 4339 parti l’anno, l’ospedale San Pietro, sulla Cassia, potrebbe correre il rischio chiusura.

E lo correrebbe assieme al fratello dell’isola Tiberina, il Fratebenefratelli, ambedue dello stesso ordine e ambedue con gli stessi problemi.

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Motivo? Impianti antincendio non a norma, problemi di agibilità, irregolarità strutturali rilevate 24 mesi fa ma alle quali non è stato posto ancora rimedio. Ma il tempo è scaduto e la Regione Lazio potrebbe non più accreditarli.

E’ quanto riferisce il Messaggero nell’edizione del 26 marzo spiegando che “nei giorni scorsi c’è stato un incontro riservato dei vertici della Procura con il subcommissario governativo della sanità regionale”.

Stando al quotidiano romano, pare che la scadenza sia stata rinviata e che alle due strutture sanitarie siano stati concessi altri otto mesi per mettersi in regola.
“Roma non può fare a meno di quei posti letto, già la rete degli ospedali è al limite, con il Giubileo e l’allarme terrorismo, chiudere un ospedale come il Fatebenefratelli è impossibile” chiosa il Messaggero ricordando che le due strutture valgono 700 posti letto, 7mila parti e 65mila accessi al pronto soccorso all’anno. Numeri significativi, importanti per una città come Roma.

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5 COMMENTI

  1. Io gradirei poter avere un’appuntamento specialistico pagando il ticket invece di sentirmi dire “le liste sono chiuse, provi il mese prossimo”, “non sappiamo quando riaprono le liste”. O intramoenia o niente.

  2. Sarebbe una vera sciagura, ma fra la regione (l’irpef regionale quest’anno è aumentata del 15%!) e il grande luminare ministro della salute, non ci meravigliamo più di nulla, purtroppo.
    Oggi ho fatto una sere di esami che il cardiologo mi ordina ogni anno (prevenzione!) nel 2015 pagavo cica 90 euro, oggi, fra ticket e non più ammessi ho pagato 329 euro ! Per fortuna che ci governa il centro sinistra, figuriamoci se avessimo un governo di centro destra.

  3. La Regione persiste con l’accanimento terapeutico nei riguardi dei due nosocomi citati nell’articolo. Nella malaugurata ipotesi dell’effettiva chiusura, soprattutto del San Pietro, non mi meraviglierei se i residenti di Roma nord, ed in particolare quelli over 65, organizzassero una sommossa popolare. Sant’Andrea e San Filippo Neri facili da raggiungere, e quanti parti fanno entrambi all’anno?

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