Secondo i giudici il parto cesareo sarebbe stato effettuato troppo tardi e così la piccola è morta dopo tre giorni. Accuse molto pesanti per un medico dell’ospedale Villa S.Pietro, sulla Cassia, e per un ginecologo che sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo per il decesso della piccola Eleonora.
È il 22 aprile 2014 quando una mamma al suo primo parto arriva al pronto soccorso di Villa San Pietro. Il tempo per partorire è già scaduto da 10 giorni ed è preoccupatissima, il feto non si muove. Il Pronto Soccorso è affollato e così le tocca attendere tre ore prima di essere visitata e prima che i medici, rilevata – così parrebbe – l’assenza di parametri vitali, decidono di portarla in sala operatoria e procedere al cesareo.
La piccola Eleonora nasce però in stato gravemente asfittico essendo rimasta senza ossigeno per una decina di minuti. Troppi. Sopravvive per tre giorni e poi muore.
I genitori sporgono denuncia alla Procura che apre un’indagine a carico del ginecologo che non avrebbe consigliato alla mamma di recarsi in Ospedale appena finito il tempo e a carico di un medico del Pronto Soccorso dell’Ospedale, dove il tempo di attesa sarebbe stato eccessivo e causa del decesso.
Dopo un anno e mezzo, al termine dell’inchiesta, i due medici sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo. Secondo il giudice, il primo avrebbe aspettato troppo nel mandare avanti la gravidanza mentre del secondo sarebbe la responsabilità di aver effettuato il parto cesareo troppo tardi, ben oltre i limiti di tempo previsti dalle norme in vigore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA