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Quando Pinocchio fu visto girare lungo la Cassia

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A distanza di 43 anni il Pinocchio di Comencini è ancora una pietra miliare della fiction Rai. Ma forse non tutti sanno che venne girato a Roma Nord e a nord di Roma. Gioco di parole a parte, Isola Farnese, gioiellino orgoglio del XV Municipio, fu una delle località dove risuonò il classico ciack si gira….

Molti adulti, oggi, lo ricordano come un caposaldo della loro infanzia. “Le avventure di Pinocchio”, lo sceneggiato trasmesso in TV dalla Rai per la prima volta nel 1972 e replicato a più riprese fino a metà degli anni ottanta, è stato per molti il “vero” Pinocchio. Più della storia letta sui libri, più della versione cinematografica della Disney, più di ogni altra reinterpretazione fatta in ogni epoca e ad ogni latitudine.

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E fu girato in parte proprio nel territorio del XV Municipio, a Isola Farnese, sulla Cassia, oltre che al Lago di Martignano e poi in provincia di Viterbo, tra Farnese, Saline di Tarquinia, Veio, Caprarola, Sant’Oreste e Amelia.

Successo in Tv

La miniserie scritta e diretta da Luigi Comencini ebbe un gran successo e fu a suo modo rivoluzionaria nel rielaborare il romanzo di Collodi. Non tanto nella narrazione – la storia, bene o male, era sempre quella – quanto nel mood e nelle ambientazioni.

Infatti, benchè molti dei protagonisti fossero attori appartenenti perlopiù al filone della commedia all’italiana (Nino Manfredi, Vittorio De Sica, Gina Lollobrigida, Franco e Ciccio, Enzo Cannavale), la storia era pervasa da una malinconia di fondo acuita anche dalla scelta delle location, magiche e desolate. Ma il contrasto era riuscitissimo.

Lo stesso Geppetto, magistralmente interpretato da un Manfredi all’apice della carriera, ne era l’esempio più struggente. Per non parlare del bravissimo e giovanissimo (9 anni) Andrea Balestri nei panni del bambino/burattino protagonista.

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E poi la delicatezza, la dolcezza e la poeticità dell’opera furono altri elementi vincenti. Insieme alla celebre colonna sonora di Fiorenzo Carpi il cui tema portante è ancora oggi, da Bolzano a Palermo, uno dei motivetti più riconoscibili dell’italica arte compositiva. Come l’inno di Mameli.

“Le avventure di Pinocchio” andò in onda per la prima volta dall’8 aprile al 6 maggio 1972. Cinque puntate della durata di circa un’ora ognuna che furono rimesse in onda nel 1982 e replicate varie volte nel corso degli anni. Nel 1986 ne fu pubblicata anche una versione estesa in VHS per il mercato home-video.

Le location

Posti splendidi, evocativi, da visitare per scoprirne le meraviglie di oggi ma anche per immaginarle com’erano più di quarant’anni fa.

Il borgo di Isola Farnese si trova a ridosso del confine con il comune di Formello, ed è una chicca, un gioiellino unico nel suo genere che sorge in posizione isolata, su una rupe tufacea, fra la valle de La Storta e quella di San Sebastiano. E fu proprio questa sua collocazione a valergli il nome di “insula”.

Su questo territorio sorgeva l’antica città etrusca di Veio. Nel 1567 il cardinale Alessandro Farnese acquistò il borgo dagli Orsini e gli assegnò il nome di famiglia, ma fu solo a partire dai primi dell’Ottocento che si iniziò ad usare l’appellativo attuale.

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Nei dintorni di questa splendida enclave medievale immersa nel marasma odierno della Cassia furono girate le scene dell’osteria “Gambero Rosso”, dove il Gatto e la Volpe convincevano Pinocchio ad andare a seminare le 5 monete d’oro. Tra l’altro, la casetta dove furono girate le scene e la cascata nei pressi sono ancora lì esattamente come allora, meta continua di escursioni.
La cascata è quella della Mola sul Fosso Fiordo, le cui acque circondano il pianoro di Veio. Un paesaggio da cartolina.

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Ma il set principale del film fu Farnese, circa 45 km a nord-ovest di Viterbo. Qui furono girate in gran parte le scene dei primi episodi, tra cui quelle nella casetta di Geppetto, quella del lavatoio pubblico dove Pinocchio veniva fermato da due carabinieri dopo aver rubato il formaggio ad un pescatore, e quelle esterne della scuola (oggi è il Comune).

Farnese è l’antica “Castrum Farneti”, probabilmente così chiamata per i ricchi boschi di farnie (tipo di quercia) che la circondavano, ed avrebbe dato il nome alla stessa famiglia dei Farnese di cui fu per lungo tempo possesso feudale. Oggi è uno splendido centro tipicamente medievale arroccato pure lui su uno sperone tufaceo.

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I principali luoghi d’interesse sono il Museo Civico, le chiese S.ta Maria di Sala e SS.Salvatore – in cui sono esposti alcuni splendidi dipinti del 1500 e 1600 – il monastero S.ta Maria delle Grazie e la Riserva Naturale “Selva del Lamone”, che fa parte del sistema delle aree protette del Lazio.

Da Farnese ci si sposta al piccolo Lago di Martignano, a pochi km da Bracciano, uno dei set più fiabeschi di tutto il film e adatto più di ogni altro a fare da “casa” per la fatina interpretata dalla Lollobrigida. D’estate ci si può andare a prendere il sole – ci sono anche stabilimenti con lettini e ombrelloni – ma è in autunno che questo posto offre le visioni più mozzafiato.

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Come bellissime sono anche le Saline di Tarquinia, località nei pressi di Tarquinia Lido dov’era ambientata la seconda parte del film e dove Pinocchio conosceva Lucignolo. Nel film appariva come un tranquillo paesino soleggiato con la bella gente del tempo, sotto ombrelli che riparavano dal sole e signorotti col cappello riposanti nella totale tranquillità.

Oggi è una Riserva naturale, istituita nel 1980 ma inattiva dal 1997, che tutela l’unica salina del Lazio e una delle pochissime rimaste lungo tutta la costa italiana.
Il Parco, gestito dal Corpo forestale dello Stato, riveste grande importanza anche per la sosta, l’alimentazione e la riproduzione dell’avifauna.

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E poi Caprarola. Qui furono girate le scene del carcere nel quale Pinocchio veniva rinchiuso per decisione del giudice interpretato dal grande Vittorio De Sica. Il carcere in realtà erano i sotterranei di Palazzo Farnese, e in particolare la sala centrale in cui c’è il cosiddetto “bicchierone”, un pilone di cemento un tempo utilizzato per la raccolta dell’acqua piovana proveniente dal mascherone di travertino situato nel cortile sovrastante.

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Infine, alcune scene minori furono girate anche a Sant’Oreste, Civita Castellana, Civitavecchia e all’interno del Teatro Sociale di Amelia, che durante le riprese divenne il circo dove doveva esibirsi Pinocchio trasformato in “ciuchino”.

E il Paese dei Balocchi? No, quello stava da un’altra parte, nei pressi di Guidonia, e quindi non ve lo raccontiamo. Anche perchè su VignaClaraBlog.it abbiamo promesso di parlare solo di Roma Nord, e se non lo facessimo ci crescerebbe il naso.

Valerio Di Marco

© riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

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3 COMMENTI

  1. Articolo memorabile,nel senso che ai cinquantenni come me susciterà ricordi pervasi di nostalgia,però Leopoldo,scusa ma credo che quella della Lollobrigida sia stata l’interpretazione meno convincente di questa favola tradotta in realtà,saluti,Francesco

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