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I Counting Crows all’Auditorium

Galvanica Bruni

counting_crows240.jpgLuglio suona bene. E c’è da crederlo, visto che l’edizione 2015 dell’ormai consueta rassegna estiva che si tiene all’Auditorium ci regala i Counting Crows, la rock-band statunitense guidata da Adam Duritz e David Bryson che si esibirà sabato 4 luglio alla Cavea in uno dei concerti più attesi dell’estate romana.

L’occasione è data dal “Somewhere Under Wonderland Tour”, col quale la band californiana sta promuovendo Somewhere Under Wonderland , il nuovo album uscito a settembre, il settimo in studio per una band che come poche ha saputo reinterpretare la lezione del classic-rock americano coniugandolo al presente in una formula lontana dagli stereotipi del genere.

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Non si spiega altrimenti il consenso da parte della critica ottenuto negli anni abbinato a numeri da grande band. Basti pensare che i Counting Crows sono uno dei dieci guppi rock americani in attività ad aver venduto più dischi dal 1991, anno della loro nascita.

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Perchè fin dall’inizio il pubblico cercava un’alternativa più tradizionale al grunge proveniente da Seattle e dintorni, che pure la tradizione non è che la trascurasse, anzi.

Ma quella dei Counting Crows era una tradizione più vicina alle radici e allo spirito storico del rock made in USA, tra roots-rock, blues e country, assorbendo appieno l’influenza di band come Creedence, Byrds e The Band e rielaborandola in chiave alternative condita con tutto quel campionario di rimandi e riferimenti tipici dell’immaginario giovanile anni ’90 da Generazione X.

Quindi droghe, depressione, disperazione, ribellione contro lo stereotipo della famiglia “perfetta”, e rabbia iconoclasta contro i simboli dell’omologazione economica e culturale il cui centro di controllo mondiale erano proprio quegli Stati Uniti giunti quasi alla fine della lunghissima parabola governativa repubblicana di Reagan prima e Bush padre poi.

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Oggi l’America ha un presidente nero, e il prossimo sarà probabilmente una donna, sempre democratica. Ma i Counting Crows sono ancora lì, forse meno arrabbiati di venticinque anni fa ma sempre capaci di offrire uno spettacolo all’altezza delle migliori aspettative.

L’ultimo disco, seppur meno ispirato del precedente, ha comunque regalato alcune gemme di primissima scelta, come Scarecrow e Palisades Park, i due singoli che lo hanno anticipato, e Dislocation, forse il miglior brano del lotto.
Pezzi che quasi certamente saranno in scaletta nel concerto dell’Auditorium assieme a quelli storici come Mr.Jones e Round Here, che li hanno resi uno dei gruppi più celebri degli ultimi trent’anni.

Valerio Di Marco

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