L’ecomostro di cemento, squallido, volgare, inguardabile, giace in mezzo al parco a pancia all’aria, come un corpo di animale in decomposizione. Vi ricordate il Parco di Colli D’oro? Una volta ci andavano a correre e a fare i picnic. Ora è distrutto. Non è la solita iperbole giornalistica, è proprio distrutto.
Quella piaga ancora aperta, per il quartiere di Labaro, è una ferita che sanguina e che a guardarla difficilmente riesci a trattenere un’imprecazione. Doveva ospitare un contestatissimo centro sportivo, la cosiddetta Casa Lazio Bob Lovati, ma dopo l’abbattimento di decine di alberi, dopo un anno o poco più di lavori, il cantiere è stato abbandonato e il concessionario non s’è più visto.
L’ecomostro di cemento adesso attende di conoscere di quale seconda morte deve morire. Ecco una ripresa aerea, realizzata dal Comitato locale, che mostra in tutta la sua drammaticità l’impatto ambientale che genera sull’area questo mostro.
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Ma che c’è di strano? Una scelta della Giunta Veltroni accolta favorevolmente dal PD Labaro-Prima Porta……UN ESEMPIO DI DEMOCRAZIA PARTECIPATA!
E non manca mai l’obiettività e la completezza di analisi di Strix che salta le scelte (e le omissioni) di cinque anni di Alemanno e di 10 di Giacomini che hanno appoggiato la scelta e non controllato l’attuazione. Un esempio di sonno della ragione. Se la scelta, a suo tempo è stata fatta dalla giunta Veltroni non è vero che il PD di Labaro Prima Porta non abbia preso posizioni critiche e denunciato i pericoli che si sono poi, purtroppo, avverati.
portata avanti irresponsabilmente anche dalla passata giunta di centro destra che non ha fatto nulla per impedirlo. Ce né per tutti destra, sinistra e centro.
E il concessionario che ha intascato i soldi senza pagare nessuno, ne ditte costruttrici ne progettista, ne tasse, ne ha rimesso in ordine le fogne rovinate, è ancora libero?
Tutto questo è scritto nero su bianco sulla
determinazione dirigenziale nr.38/2015 del 5 gennaio 2015 con la quale è stata finalmente revocata la concessione.
“Fu l’amministrazione Veltroni, su sollecitazione delle associazioni sportive che lamentavano una carenza di infrastrutture sportive nel quadrante nord est della città, a decidere la realizzazione di 4 palazzetti polifunzionali.” E ancora: “Il PD di Labaro e Prima Porta accolse favorevolmente la proposta perché si inseriva in un quadro di opere che avrebbero dovuto far uscire il nostro quartiere da una condizione decennale di marginalità trasformandolo in un pezzo di città dotato di servizi pubblici e privati indispensabili.” Cosi scriveva un certo coordinatore……un esempio di catalessi della ragione?
Ma perché invece di guardare sempre indietro, per strumentali quanto sterili accuse che servono solo a demonizzare il governo di turno in termini “politici” sempre di arte, non proviamo a fare commenti di tipo propositivo che guardino al domani, cercando di portare un contributo utile a ripristinare un utilizzo libero del parco a vantaggio di tutti i cittadini ?
Caro Rodolfo sono d’accordo con te! Mettiamo via le strumentali e sterile accuse che riguardano il passato (caso strano le dobbiamo mettere via solo quando riguardano la sinistra….) e via con i commenti propositivi.
Residenti e cittadini del XV Municipio fatevi sotto……………avanti con le proposte per Colli d’Oro, Volusia, Torretta Valadier, ex-sportello degli animali, Villa Paladini, Casale S.Nicola, giardini di Tomba di Nerone…….. i nostri amministratori sono tutto orecchi e pronti a soddisfare le vostre richieste……..
Giusto Bosi ! Allora chiediamo al Sindaco e al Presidente del Municipio: che idee hanno in merito ? In 2 anni hanno fatto un piano di recupero dell’area ? La concessione è stata revocata ? Ci sono (mi immagino di si) fidejussioni a copertura del disastro ?
@ Strix, per essere intelletualmente onesti occorre citare tutte le posizioni rilevanti altrimenti è malafede e beccera propaganda : Scriveva anche che : ” …Gli uffici dell’amministrazione comunale scelsero tutto il perimetro (7 ettari) del parco
del Labaro in quanto era l’unica area pubblica con destinazione a verde attrezzato presente nel quartiere. La nostra opposizione alla scelta del sito non riuscì a modificare il bando ma, tuttavia, portò alla selezione dell’unico progetto che proponeva l’utilizzo di una parte marginale e comunque di bordo dell’area. Il
progetto presentato dalla Lazio Volley impegna una superficie tra i 5000 e i 6000 metri rispetto alle dimensioni del parco (65.000 m) e colloca i volumi e gli standard urbanistici (i parcheggi) nella zona più sconnessa e meno pregiata del parco. La metà della superficie necessaria è recuperata in prossimità della condotta fognaria che giunge in Via Dalmine, in buona parte infestata da vegetazione spontanea.
Aver avuto queste attenzioni non risolve definitivamente i problemi di impatto ambientale del progetto.
Riteniamo che sia necessario:
ridurre il perimetro della trasformazione (che non coincide con quello dell’area di cantiere) in direzione Via Dalmine al fine di contenere il consumo di suolo, realizzare la foresteria nell’attuale sede del servizio giardini che deve essere ricollocata in prossimità dei parcheggi. Tale modifica al progetto ridurrà notevolmente le volumetrie previste nell’area verde e doterà Roma Capitale di una nuova sede finalmente a norma ridurre le altezze dell’impianto sportivo di almeno 3 m, comunque nel limite delle norme internazionali, per un inserimento armonico dei volumi nel contesto esistente Riteniamo inoltre che sia necessario attraverso l’accordo di gestione rafforzare l’impianto degli interessi pubblici rispettando il canone sociale concordato con l’amministrazione per tutti i cittadini, la possibilità di
utilizzo delle strutture per associazioni, scuole, comitati e cooperative sociali impegnate nel sostegno ai diversamente abili. Garantire infine, attraverso la realizzazione di eventi teatrali, culturali e musicali la crescita culturale del quartiere.
In assenza di una puntuale informazione e garanzia di difesa del patrimonio e degli interessi pubblici da parte dell’amministrazione municipale e di Roma Capitale l’allarmismo nato nel quartiere risulta essere non solo motivato ma sacrosanto. Per questa ragione, chi oggi ha responsabilità di governo intervenga al fine di garantire la piena sostenibilità del progetto e il monitoraggio costante sulle attività pubbliche date in affidamento all’associazione Lazio Volley… Un coltello può servire per dividere il pane tra gli affamati o per ucciderli. Non è lo strumento in sé che fa sempre la differenza, ma il suo uso e il contesto che lo caratterizza.
L’onestà intellettuale imporrebbe di raccontare le cose come stanno realmente ovvero che nessuno la voleva questa opera pensata dalla Giunta Veltroni nel 2005; basta leggere i tanti articoli sulla vicenda: proteste, manifestazioni, 3000 firme raccolte, ricorsi al TAR, lenzuola stese ai balconi e perfino le dichiarazioni di M.Tolli che parla di una scelta “dirigista e imposta dall’alto” che mai sarebbe andata in porto se si fosse chiesto il preventivo parere della cittadinanza.
Neanche l’ipotesi di uno spostamento di sede è stata presa in considerazione.
Altro che becera propaganda! Ma poichè la sinistra è maestra nel modificare, cambiare, alterare, trasformare il proprio pensiero ecco che, a cose fatte si pensa ad una “scappatoia” per non sputtanare le decisioni prese dal sindaco PD.
Questa è la realtà. Tutto il resto sono semplici e vuote chiacchiere buone solo per i gonzi. E la democrazia partecipata dov’è?
@Decimo Meridio – Se, come ha scritto Pasquale Annunziata, la concessione è stata revocata lo scorso 5 gennaio, sia il Sindaco che il Presidente del Municipio non avevano ancora le giuste motivazioni per fare un piano di recupero dell’area, che ora va invece redatto utilizzando l’eventuale fidejussione, senza delegarne il compito esclusivamente all’Amministrazione Capitolina, ma coinvolgendo anche e soprattutto i cittadini.
@Strix – In termini personali, oltre che per le finalità statutarie della associazione VAS a cui mi onoro di appartenere, ritengo di essere sempre stato al di fuori ed al di sopra di tutte le parti politiche, per cui trovo del tutto fuor di luogo la sua insinuazione (solo apparentemente generalizzata) sul mio invito a mettere via “le strumentali e sterile accuse che riguardano il passato (caso strano le dobbiamo mettere via solo quando riguardano la sinistra….)”, a maggior ragione perché per il caso in questione sono stato io a spingere a nome di VAS il Comitato Colli D’Oro a fare ricorso al TAR contro le decisioni del Comune.
Il suo commento ironico, oltre che pessimista (“i nostri amministratori sono tutto orecchi e pronti a soddisfare le vostre richieste”), va per giunta nella direzione opposta a quanto da me proposto e auspicato, perché dimostra la sua convinzione sulla inutilità di quella che io chiamo “democrazia partecipata” e che oggi è a mio giudizio l’unico strumento per far cambiare verso a questa “politica” tanto da Lei giustamente criticata: si basa su una partecipazione organizzata dei cittadini dal basso che si avvale delle “armi” messe a disposizione dal nostro Stato di diritto (compreso soprattutto il “Regolamento di partecipazione dei cittadini alle trasformazioni urbane” che ho contribuito a far approvare) e che non accetta di “delegare” solo con il voto i nostri amministratori, ma ne segue le attività per tutto il corso del loro mandato, opponendosi da un lato a tutti quei provvedimenti ritenuti viziati di legittimità e dannosi per l’interesse pubblico e portando dall’altro lato il proprio contributo utile per la scelta ogni volta della migliore soluzione possibile del problema di turno.
Per il caso in questione ritengo personalmente che non si debba né si possa procedere ad un nuovo bando di gara, ma che si debba invece radere al suolo quanto è stato fin qui costruito per ripristinare l’area a verde pubblico e restituire ai cittadini la parte migliore del parco del Labaro che si sono goduti per 35 nni: in subordine il Comune di Roma potrebbe adattare l’edificato a ricavarne una struttura aperta ai cittadini da utilizzare come piazza attrezzata di gradinate ( a mò di teatro) sull’esempio di quella realizzata da Renzo Piano all’Auditorium.
Questa storia della “partecipazione dei cittadini” nella progettualità e sviluppo del territorio è tanto giusta e bella quanto astratta e fuorviante nel concreto. Vorrei ricordare che proprio la zona di Prima Porta – Labaro ( Colli D’oro in particolare) era stata oggetto di anni di studio con progetti di riqualificazione che andavano dalle piazze in via Concesio e via della Giustiniana alla strada di collegamento tra via della Giustiniana (altezza supermercato SMA) e via Macherio, strutture pubbliche in zona Colli D’oro e una strada che da Colli d’oro si riconnetteva sul versante Flaminia per alleggerire la viabilità interna di Labaro, la piazza in via Torfanini e molto altro. A quel tempo c’era un pool di architetti che girava nel quartiere e partecipava ad assemblee pubbliche di partito sulla futura trasformazione urbanistica della zona. Soprattutto vennero realizzati i “LABORATORI DI QUARTIERE” intesi come il luoghi nei quali la trasformazione si realizzava attraverso ” LA PARTECIPATA E LA CONDIVISIONE DEI CITTADINI”. Qualcuno sa dirmi se e quali delle opere scaturite dai decantati Laboratori di Quartiere sia stata realizzata in questi 15 anni? Non vorrei che oggi si riparli di coinvolgimento dei cittadini per decidere il futuro di Casa Lazio Bob Lovati, per l’ennesima presa in giro e per attenuare le colpe politiche delle scelte fatte in passato su questo ecomostro.
Ecco che ora come allora si butteranno tutti a pesce su questa nuova occasione apertasi come la manna dal cielo grazie ad un concessionario incapace (e mi fermo qui, non voglio fare affermazioni più pesanti), già gli brillano gli occhi,
ORA BASTA !!!
Il Comitato Colli D’oro (che ricordo raccolse ben 3.800 firme contro la costruzione dell’impianto in quel parco) adesso chiede il RIPRISTINO INCONDIZIONATO del parco, ricopriendo con terra e risotterrando quello schifo, il REIMPIANTO DEGLI ALBERI tagliati e la riconversione della destinazione d’uso originale a “Verde Pubblico”.
Altre proposte non ci interessano e lotteremo fino alla fine per impedire nuovi bandi e nuovo cemento. RIPRISTINO a verde pubblico e basta.
E non ci si racconta che è difficile modificare la destinazione d’uso, perchè per fare questo obbrobbrio è bastata una letterina, una detarminazione dirigenziale, sono bastate 2 righe, e ci si può tranquillamente (VOLENDO, è tutto qui il problema) farla ritornare come era prima restituendone l’uso ai cittadini.
Ovviamente l’Ufficio Giardini che è proprio lì, a pochi metri di distanza ora non ha più scusanti, si dovrebbe iniziare a tagliare l’erba da subito prima che venga l’estate con pericolo di incendio, L’erba secca alta un metro ed oltre si sta trasformando in paglia.
Il Municipio dovrebbe DA SUBITO recintare il manufatto in cemento che ormai è accessibile anche dai bambini che potrebbero cadere e farsi male.
Inzomma diamoci una mossa !!! e cogliamo l’occasione non per specularci ancora con proposte su cosa farci costruire sopra, ma rendiamo quello scempio in un parco da vanto, restituiamolo ai cittadini, rimettiamoci le panchine, i fiori, le piante ornamentali. I cittadini se resi partecipi, sono disponibili a collaborare, Come comitato stiamo organizzando con una grande pulizia dimostrativa, ma sarebbe bello che anche l’AMA e l’ufficio giardini collaborasse e tutti insieme rendessimo decoro e vivibilità a questo che prima era il Parco delle mimose, delle passeggiate e della tranquillità.
@Ghino – Il “Regolamento di partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana” prevede i seguenti 4 livelli della partecipazione:
• informazione su tutti gli atti relativi a trasformazioni della città, anche mediante pubblicazione sul sito internet del Comune;
• consultazione per consentire, tramite anche incontri pubblici, la possibilità di far pervenire contributi partecipativi (osservazioni, istanze, proposte) che una volta raccolti assieme costituiranno il “documento della partecipazione”;
• progettazione partecipata mediante l’organizzazione di incontri, forum, laboratori di quartiere e territoriali, utilizzando metodologie appropriate, personale interno o se necessario esterno all’amministrazione comunale ed il supporto tecnico dell’Ufficio della città partecipata;
• monitoraggio e verifica della effettiva attuazione di quanto stabilito anche con il contributo del “documento della partecipazione”, che dovrà accompagnare ogni futuro provvedimento in tutto l’iter previsto.
Ai fini della efficacia della partecipazione, nelle premesse delle deliberazioni tanto della Giunta quanto del Consiglio Comunale con cui vengono approvati tutti i progetti di trasformazione del territorio dovrebbe esser fatta espressa menzione degli esiti delle relative istruttorie, nonché delle motivazioni tanto di rigetto quanto di accoglimento totale o parziale dei “documenti della partecipazione”: tutto questo in ottemperanza all’art. 3 della legge n. 241/1990 che prescrive l’obbligo di motivazione per ogni provvedimento, con la precisazione che “la motivazione deve indicare i presupposti di fatto e le RAGIONI GIURIDICHE che hanno determinato la decisione dell’amministrazione, in relazione alle risultanze dell’istruttoria”.
Ho usato il potenziale perché per una certa “politica” con la “p” minuscola le regole che lei stessa si è data sono un optional e valgono solo per i poveri cittadini indifesi.
Solo sotto questo aspetto Lei ha ragione nell’affermare che “la partecipazione dei cittadini nella progettualità e sviluppo del territorio è tanto giusta e bella quanto astratta e fuorviante nel concreto”: questa triste constatazione non deve però demoralizzare, ma spingere caso ancor più a partecipare dal basso, avvalendosi di quanto autorizza a fare la normativa vigente in materia.
L’art. 9 della legge n. 241/1990 dà facoltà a “qualunque soggetto, portatore di interessi pubblici o privati, nonché i portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni o comitati” di intervenire in ogni procedimento da cui si ritenga di avere che possa “derivare un pregiudizio dal provvedimento” finale: si può fare ai sensi del successivo art. 10 che consente da un lato di “prendere visione degli atti del procedimento” e dall’altro lato di “di presentare memorie scritte e documenti, che l’amministrazione ha l’obbligo di valutare”.
visti gli esiti degli “Esperti” che hanno gestito fino ad ora la progettualitá e lo sviluppo del nostro territorio con questi esiti nefasti e incontrovertibili, preferisco che facciano un passo indietro e tacciano per evitare altri danni, preferisco l’astrattezza del coinvolgimento dei cittadini alla “concretezza” catastrofica degli esperti governanti.
Caro Rodolfo nessuna ironia nei tuoi confronti: sei una delle poche persone di cui apprezzo sempre i commenti. Il fatto è che tu sei “uomo di legge” e pertanto ti aspetti sempre qualcosa dalle leggi. Io no. Basterebbe citare la pista di pattinaggio di Piazza Mancini, il centro commerciale di Via Vitorchiano, i bar e le discoteche sulla sponda del Tevere dove c’era un’area protetta, le fetecchie al Foro dei Marmi per rendersi conto che la “partecipazione dei cittadini” è una chimera. Un caro saluto, Strix.
fatemi capì: per tagliare dei pinacci orribili e tutti storti che stavano nel nostoro giardino privato abbiamo dovuto cacciare fior di quattrini per perizie di agronomi e paesaggisti, e poi ci hanno imposto di ripiantare altri alberi anche se di posto per altre piante non ce ne era. Invece qualche ammanicato con le giunte di Veltroni ha potuto fare questo scempio. Bene, basta saperlo
Caro Rodolfo, a proposito di “partecipazione dei cittadini”, il 27 Novembre 2014 l’Assessore Paris dichiarava che si era conclusa la Conferenza-urbanistica del XV con 100 iscritti e 120 schede progetto presentate.
Proprio tu inserivi questo commento: “Rimango in attesa della deliberazione annunciata sempre dall’Assessore Paris con cui il Consiglio del XV Municipio farà propri gli esiti del lavoro prodotto, recependo quanto meno le oltre 120 schede progetto presentate”.
Che fine hanno fatto quelle schede? Quali progetti sono stati accettati? Quali progetti si faranno?
Ma poi, Bosi, quella deliberazione c’è stata???
@Strix – La Commissione Urbanistica del XV Municipio sta ancora esaminando le schede progetto presentate: quando avrà concluso questo lavoro il Consiglio del XV Municipio dovrebbe approvare la delibera con cui recepisce le schede progetto.
Intanto per la prossima settimana tutti i Municipi sono stati invitati dall’Assessore all’Urbanistica Caudo per uno step sulla futura Conferenza urbanistica del Comune.
@Rodolfo – Bene, grazie della tempestiva risposta. Ora non resta che vedere quante schede progetto verranno approvate e quali proposte dei cittadini verranno realizzate…..Basterà seguire la vicenda per capire se esiste la “democrazia partecipata”. Saluti.
Poche ore fa l’Assessore Elisa Paris ha inoltrato per conto dell’Assessorato Capitolino all’Urbanistica l’invito per l’incontro di sintesi sulle conferenze urbanistiche tenute nei municipi e le carte dei valori elaborati, che si svolgerà Il 28 maggio 2015 alla Casa dell’Architettura, in piazza Manfredo Fanti 47, alle ore 16:30. Come riportato sul sito del Comune, “saranno restituiti alla città gli esiti del lavoro di analisi e sintesi basato sulle Carte dei valori municipali, approvate nei 60 incontri delle 15 Conferenze urbanistiche municipale”.
Chi volesse conoscere i contenuti delle 23 schede-progetto che ho presentato a nome di VAS può visitare il seguente link: http://www.vasroma.it/mostra-delle-carte-dei-valori-dei-municipi-alla-casa-della-citta/
Firmate tutti!!
Basta inserire la propria email e dire il motivo per il quale sei favorevole al ripristino del parco. tutto qui, Ci vuole 1 minuto di tempo, un piccolo e semplice gesto ed avrete fatto una cosa importante per il verde pubblico di tutti i cittadini.
clicca qui:
https://www.change.org/p/al-sindaco-di-roma-ignazio-marino-ripristino-del-parco-di-labaro-colli-d-oro