Home ARTE E CULTURA Michele Mirabella, “una parte del mio cuore a Roma Nord”

Michele Mirabella, “una parte del mio cuore a Roma Nord”

intervista
Galvanica Bruni

Arguto, credibile, affidabile. Un conduttore preparato e mai sopra le righe, qualità molto rare nella televisione di oggi. Un uomo di spettacolo a tutto tondo. Questo è Michele Mirabella, volto storico di “Elisir” – la storica testata di salute e benessere di RaiTre che dal 1996 conduce con correttezza, serenità e un pizzico di leggerezza – ma anche e soprattutto regista, autore, attore, scrittore, docente di “Sociologia della Comunicazione: teoria e tecniche dei mezzi di comunicazione di massa” all’Università di Bari e alla Sapienza di Roma.

Barese di Bitonto ma romano d’adozione in quanto proprio nella Città Eterna ha deciso di mettere le sue radici, Mirabella è molto impegnato. Oltre al programma quotidiano “Buongiorno Elisir” ( dal lunedì al venerdì su RaiTre), sta scrivendo il suo quarto libro (l’ultimo “Cantami, o mouse” Mondadori, è andato benissimo) e preparando l’allestimento in teatro di due opere liriche.

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Mirabella, iniziamo da Elisir, il suo fiore all’occhiello viste le tante edizioni di successo. Qual è il segreto per resistere all’usura del tempo? L’autorevolezza del taglio, la serenità, la tranquillità e la semplicità dell’informazione. L’attendibilità degli ospiti. In una parola, la serietà. Elisir è un vero e proprio programma di servizio pubblico.

Cosa le ha dato questa trasmissione? Intanto mi ha dato da vivere, che non è poco. Ma la più grande soddisfazione è aver acquistato una credibilità e un’attendibilità come divulgatore scientifico-culturale..E, mi creda, non è stato facile in quanto uomo di spettacolo, di teatro, di cinema, di radio..”

La radio. Mirabella ha toccato un argomento a lui molto caro e familiare. Nel suo curriculum infatti una parte importante è dedicata proprio alla radio come regista e poi il lungo sodalizio artistico con Toni Garrani col quale ha firmato e condotto tante trasmissioni di successo…Non a caso, quasi tutti i grandi della televisione provengono dalla radio.

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La radio

Amo molto la radio – ci dice Mirabella – è un mezzo che ha una sua specificità di comunicazione e di linguaggio dove non è possibile bluffare. Voce e contenuti sono al centro del mezzo. Questo però non garantisce che tutti quelli che fanno la radio siano autorevoli anche se ci sono, ovviamente, alcune eccezioni. RadioTre, ad esempio.

Le manca la radio? Moltissimo ma non mi chiamano più perché forse sono convinti che in radio debbano parlare solo i giovinetti che fanno “caciara”..”

Lei si definisce “Un regista prestato alla conduzione”.. E’ vero. Ho iniziato la mia carriera proprio come regista in teatro e poi in radio, cinema, televisione e regista anche di documentari. La regia ha segnato la mia carriera. Da qualche anno mi sto dedicando alla regia di opere liriche. Mi piace moltissimo. A fine aprile, al teatro Massimo Bellini di Catania, curerò la regia de “Il turco in Italia” di Gioacchino Rossini e poi al Petruzzelli di Bari riallestirò “Elisir d’amore” di Donizetti con la scenografia di Giovanni Licheri e Anita Cappellini, uno spettacolo che ha già avuto grande successo.

La cattedra universitaria

Lei da anni insegna all’Università “Sociologia della comunicazione”. Come sono i giovani di oggi? E’ un lungo discorso..possiamo sintetizzarlo dicendo che i nuovi mezzi di comunicazione hanno avvilito i contenuti…Il giovane che fa la sua ricerca su Internet non sa nulla di più ma, anzi, molto meno di quello che avrebbe potuto leggere sui libri.
Però si annoia seguire con gli occhi una riga scritta mentre si diverte moltissimo con il mouse…Così non esiste più l’approfondimento..

E questa è una cultura di una superficialità spaventosa. In questo modo i giovani sanno sempre meno. Dall’altra parte invece c’è una minoranza di giovani straordinariamente colti, preparati, intelligenti. La massa, però, ama la movida.

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La televisione

In questo appiattimento c’è anche il mezzo televisivo che lei conosce molto bene? No. La televisione è meno responsabile. Internet è il colpevole. Mi spiego meglio. Internet è un fantastico sistema di approfondimento, veloce, immediato. Con un piccolo clic sul mouse riesco ad evidenziare ciò che mi occorre senza dover fare lunghe ricerche in biblioteca. Bisogna però saper usare e dosare Internet e, soprattutto, servirsene con una limpida chiarezza di idee e non fare solo un copia e incolla”

La televisione? E’ cambiata in meglio. E’ incredibile la varietà e la pluralità delle voci. Basti pensare alle quattordici reti della Rai, un autentico gioiello.. Quattordici “bombole di ossigeno” per tutti i gusti..

Le piacciono i talent? Non ne ho mai seguito alcuno più di un minuto. Non li vedo e quindi non posso parlarne male.

Un legame forte con Roma Nord

Lei è pugliese ma da tanti anni vive a Roma, com’è il suo rapporto con la Città Eterna? Roma è la mia città. Bari mi ha formato. A Bari ho frequentato l’Università, mi sono laureato e ho mosso i primi passi nel mondo del teatro. Bari è stata la mia culla, Roma la mia nave. Qui ho realizzato il mio grande sogno e ho ricevuto tante gratificazioni.

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Lei ha un legame forte con Roma Nord….Sì, certo. Ho abitato sulla Cassia poi a Ponte Milvio.Tranne una piccola parentesi a Piazza Navona, come ospite, ho sempre vissuto a Roma nord. Adesso la mia casa è nel quartiere Trieste-Salario, una zona che amo molto perché ha una sua fisionomia, ma una parte del mio cuore è rimasta a Roma nord dove ancora vivono la mia ex moglie e una mia figlia. La zona mi piace moltissimo ma ha dei limiti..”

Quali? Roma nord è un po’ troppo snob, troppi Suv, troppe bionde, troppi soldi…Adesso,poi,con gli ultimi fatti di cronaca, non è che goda di una fama illibata. E questo mi dispiace perché è una parte di Roma bellissima, ricca di verde e di angoli incantevoli..Io sono innamorato della collina Fleming. C’è una piazzetta, in fondo a via Valdagno, che è deturpata dalle macchine parcheggiate…

Ecco uno dei problemi della zona è l’invasione delle macchine: dovrebbero creare più luoghi pubblici, giardini, panchine nelle piazze dove gli anziani andrebbero a chiacchierare e i bambini a giocare…Tutto quel verde è sprecato.

A suo giudizio Roma Nord è cambiata negli anni? Credo di no. E’ sempre più ricca, opulenta..con le dovute eccezioni, ovviamente..Quello che manca è la vita di quartiere..Non esiste una piazza aggregante; l’unica è Ponte Milvio che però è brutalizzata dalla movida e a certe ore è infrequentabile…Per far decollare un quartiere bisognerebbe ricreare l’atmosfera del paese e questo forse è il limite di questa splendida zona di Roma.

A Roma Nord, però, abitano i suoi amici storici: Arbore, Boncompagni, Magalli…Sì, vero. Li vedo, più o meno, ancora tutti. Soprattutto Renzo Arbore, un amico caro col quale ho lavorato in grande sintonia.

Ilaria Galateria

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