Il Festival del Teatro Occipitale e il Teatro Patologico di via Cassia 472 ospitano per due serate, mercoledì 26 e giovedì 27 novembre, “La sonata a Kreutzer” tratto dal romanzo di L. Tolstoj, spettacolo di e con Alvaro Piccardi. “Uno spettacolo forte, violento, emotivo. Un testo ancora oggi vivo e palpitante in grado d’illuminare in modo potente zone inquietanti e scomode della nostra esistenza”.
“La sonata a Kreutzer” che vide la luce nel 1889, è certamente la più sofferta e drammatica di tutte le opere di Tolstoj dopo la svolta spirituale del 1880. Si sono voluti vedere in quest’opera forti elementi autobiografici (in quegli anni effettivamente la moglie di Tolstoj si invaghì di un musicista che frequentava la sua casa), ma la grandezza di Tolstoj sta nell’aver inventato un personaggio, una storia che diventa proiezione potente del tumulto del suo animo e dei suoi sentimenti.
Un uomo ha ucciso la moglie. Viene processato e assolto.La legge dell’epoca riconosce ampie attenuanti per il delitto di gelosia. Ora è libero. Racconta la sua storia, l’incontro con la moglie, il matrimonio, le ragioni, le sue ragioni del delitto. E’ destinato a raccontare, a rivivere. Ripercorre il tragitto: le sue idee sulla sessualità, sull’amore, i motivi che lo hanno portato all’omicidio, la nausea del matrimonio, la gelosia, il rapporto con la musica, sollievo ma anche corruzione dell’anima.
La storia di un’ossessione, l’ossessione della donna, l’incapacità di riconoscere la donna come essere umano ma solo come oggetto di desiderio. Solo dopo morta il protagonista ammette “Guardai il viso di lei, livido e gonfio, e per la prima volta mi dimenticai di me, dei miei diritti, del mio orgoglio, e per la prima volta vidi in lei una creatura umana“.
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