Diciamoci la verità, senza David Byrne a farle da nume tutelare in pochi oggi saprebbero (e sarebbe un’ingiustizia) che dietro lo pseudonimo di St.Vincent si nasconde una delle cantautrici e performer americane più illuminate dell’ultimo lustro, quella Annie Erin Clark che domenica 16 novembre avremo la possibilità di ammirare dal vivo in concerto all’Auditorium Parco della Musica.
Perché avere al proprio fianco un calibro come l’ex Talking Heads non può che essere d’aiuto nel mondo del rock. Però è pur vero che certe referenze bisogna essere bravi ad accaparrarsele.
E lei, brava lo è stata davvero, basta andare ad ascoltarsi “St.Vincent”, il suo ultimo lavoro pubblicato a febbraio e che già dall’uscita si poteva star certi avrebbe trovato posto nella top 10 di fine anno.
Un disco dove pop, rock, sintetizzatori, groove e attitudine arty (come zio David insegna) si fondono alla grande dando vita ad una miscela esplosiva, che però non sarebbe tale se su tutto non svettasse la vena compositiva di un’artista evidentemente in stato di grazia, capace di rapire cuori e menti coi suoi umori cangianti e il mood soffuso, ma anche di far muovere le gambe con un’energia senza pari coinvolgendo in una danza contagiosa e irrefrenabile.
Per non parlare della voce, eterea, sfuggente, calda, potente. Da brividi.
Una maturazione definitiva che la Nostra ha raggiunto grazie ad anni di gavetta e alla succitata collaborazione con Byrne che due anni orsono fruttò un disco e un tour insieme, una delle cui tappe fu proprio l’Auditorium di Roma.
Un palco che tra due settimane St.Vincent tornerà a calcare da solista per presentare dal vivo quello che ha definito “un party album che si può suonare ad un funerale”.
Ma siamo certi che alla Sala Sinopoli, più che un funerale si celebrerà un matrimonio. Quello tra lei e la perfezione.
Valerio Di Marco
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