Elena Sofia Ricci è tornata nei panni di Suor Angela e ha confermato il successo delle precedenti edizioni. La prima puntata della fiction di RaiUno “Che Dio ci aiuti 3” ha fatto il pieno di ascolti e ha ricalcato il percorso delle due prime serie che registravano una media di sette milioni di telespettatori a puntata.
“Un bel successo, non c’è che dire – afferma con una certa soddisfazione l’attrice che abbiamo raggiunto telefonicamente a Fabriano, nelle Marche, la nuova “sede” del convento dove fino ai primi di novembre si gireranno le nuove puntate che già stanno andando in onda – ma per carattere sono abituata a rimanere con i piedi per terra”.
Comunque “Che Dio ci aiuti 3” è già un successo..
“Sì, e questo mi fa piacere perché è un prodotto ben confezionato dove tutti lavoriamo con passione e professionalità. Per riuscire a portare a termine tutte le puntate, visto che la Rai ha deciso di anticipare la messa in onda della fiction, giriamo anche la notte, poi di giorno quando non siamo sule set ci sono le interviste, le promozioni televisive ecc.. ”
Perché piace Suor Angela, da molti ribattezzata “Don Matteo” in gonnella?
“Perché è un personaggio che ha tante sfaccettature, alterna momenti drammatici e di riflessione ad altri più leggeri, a volte addirittura comici, e ha varie possibilità di racconto, non è come altri personaggi che ho interpretato ,come Anna di “Orgoglio” o Lucia de “I Cesaroni”, che ad un certo punto si esaurivano..”.
Mentre chiacchieriamo con Elena Sofia ci chiediamo cosa abbia in comune con Suor Angela, un personaggio che interpreta da ben tre stagioni. E, prontamente, le rivolgiamo questa riflessione.
L’attrice ci pensa un attimo e risponde: “Sicuramente ci accomuna lo spirito indipendente, lei ragiona con la sua testa, a volte trasgredisce e si ribella alla gerarchia..anche io sono una persona indipendente, che ho molto lavorato per essere una donna libera nel pensiero e per affermare le mie inclinazioni..La trasgressione e la ribellione, però, non mi appartengono. Anzi, in questo sono nata suora..Io sono molto legata a Suor Angela anche perché grazie al suo personaggio ho ritrovato la fede”
Ci vuole raccontare il suo percorso spirituale?
“Beh, prima di questa fiction io non avevo grandi certezze in materia di religione. Sono cresciuta in una famiglia di atei ma non ho mai chiuso la porta alla fede forse grazie alle mie nonne che invece erano molto credenti e predicavano l’uguaglianza e la tolleranza. Però devo riconoscere che nella prima serie avevo qualche difficoltà nelle scene in cui Suor Angela si rivolgeva al Signore..Poi..”
Cosa è accaduto?
“Ho avuto modo di conoscere Suor Benedetta, una donna speciale, unica. Con lei ho trascorso due giorni in un convento di clausura e solo allora ho dato una svolta al mio percorso di fede. Io ripeto spesso che per tanti anni ho avuto un “conto in sospeso” con Dio e adesso, finalmente, grazie all’aiuto di Suor Benedetta e alla lettura del Vangelo, ho colmato quel vuoto che avevo dentro e mi sono riavvicinata alla mia parte spirituale. E vivere in modo cristiano mi fa stare bene..”
Dal tono in cui Elena Sofia parla di Suor Angela capiamo quanto sia legata a questo personaggio che comunque, a nostro giudizio, nonostante il look monacale con l’abito nero lungo fino ai piedi, la cuffietta in testa e il poco trucco, riesce a rendere magnetica l’attrice. E allora decidiamo di sondare il terreno sulla parola sensualità..
“Ma sì, mi piaccio vestita da suora e mi sento bene con poco trucco in viso – risponde con una piccola risata l’attrice – Del resto non sono mai stata una campionessa di sensualità e non ho mai giocato su questo aspetto. Piaccio in maniera totalmente inconsapevole e involontaria..
Da giovane ero una ragazza fragile e piena di insicurezze, persino gli occhiali per me rappresentavano un complesso..Fisicamente sono “sbocciata” e mi sono sentita più sicura soltanto a 40 anni. Da allora, aiutata anche da un lungo percorso di analisi, ho rotto certi condizionamenti che mi impedivano di essere serena e ho aperto la porta ad una nuova Elena Sofia, più consapevole, più pratica, più libera..
Adesso sono profondamente indipendente nell’anima, mi sento bene con me stessa anche se, naturalmente, ho bisogno dell’amore e del calore della mia famiglia, di mio marito Stefano Mainetti e delle mie due figlie Emma e Maria, che hanno rispettivamente diciotto e dieci anni”.
Lei ha sempre amato recitare, ha cominciato in teatro all’età di 18 anni. All’inizio la recitazione è servita a riempire alcuni suoi spazi di solitudine?
“Sì, credo proprio di sì. Da piccola mi piaceva danzare, era l’altro mio modo di respirare..A otto anni scrivevo piccole sceneggiature, facevo degli spettacolini di danza con le amiche, leggevo tanto. Ero molto attiva e piena di idee. Poi ho abbandonato la danza e mi sono dedicata con tutta la passione alla recitazione. Ho fatto l’attrice per mettermi continuamente in discussione, per sperimentare nuovi percorsi umani. Proprio pochi giorni fa facevo questa riflessione con mio marito. I giovani di oggi sono vittime della noia, nonostante siano pieni di stimoli tra internet, televisione ecc. La noia è fondamentale perché porta alla creatività..”
Le sue figlie, Emma e Maria..
“Sono forti, molto diverse fra loro ma con molti punti in comune..Una è il Sole e l’altra la Luna ma, a volte, si scambiano i ruoli..la famiglia è al centro della mia vita. Da ragazza sognavo di formarmi una famiglia piena di amore..Faticosamente, credo di esserci riuscita..”
Come si trova a vivere a Roma una fiorentina-doc come lei?
“Benissimo. Avevo sette anni quando sono venuta a vivere a Roma, una città che amo con tutta me stessa e che sento mia. Con tutto l’amore per Firenze, una città stupenda alla quale sono molto legata, non tornerei più a vivere lì. Roma mi ha accolto a braccia aperte e mi ha dato tutto: lavoro, amore.. Sono orgogliosa di essere fiorentina ma lo sono ancora di più di essere romana e romanista!…”.
E come mai ha scelto di vivere a Roma nord, sulla Cassia?
“Per tanti anni ho vissuto a Trastevere, il cuore di Roma e mai avrei creduto di trasferirmi in una zona nuova e in un condominio con piscina circondato dal verde. E invece sedici anni fa è accaduto e sono felicissima di abitare qui..tra l’altro la mia casa affaccia sul parco dell’Insugherata ed è bellissimo svegliarsi e vedere attorno solo il verde..In realtà sono a venti minuti, traffico permettendo, dalla Città…”
Tra queste note positive c’è qualcosa che non le piace?
“La sporcizia e la mancanza di rispetto per questa città è la cosa che mi infastidisce di Roma e del nostro quartiere..Cumuli di immondizia dappertutto, strade piene di cartacce, lattine e bottigliette, marciapiedi trascurati, le scritte sui muri..Roma ma anche molte città sono trattate male dai cittadini che dimostrano di non avere alcun rispetto..Ma per fortuna non è dappertutto così. In questi mesi per esigenze di lavoro visto che la fiction da Modena si è trasferita qui, io vivo a Fabriano, una città gioiello, amata e rispettata dai suoi cittadini..”
E a novembre, concluse le riprese di “Che Dio ci aiuti 3” cosa l’aspetta?
“Una settimana di riposo e un nuovo film per il cinema. Ma, se vuole, ne riparliamo più avanti”.
Ilaria Galateria
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