La vittima: un’area verde di sei ettari lungo il Tevere. L’arma: tonnellate di rifiuti di ogni tipo. Gli assassini: ignoti. I complici: l’indifferenza e l’abulia delle istituzioni. Il luogo: via del Baiardo, a Tor di Quinto, ieri campo nomadi tollerato, oggi immonda discarica ignorata.
Un vero e proprio omicidio ambientale quello perpetrato negli ultimi due anni in via del Baiardo, zona Tor di Quinto. Qualcuno dirà che il grande campo nomadi, quello che scaricava rifiuti e liquami nel Tevere, ora non c’è più: verissimo. Peccato però che al suo posto oggi ci sia una immonda, immensa discarica in una zona verde che sulla carta è un’area protetta e sottoposta a vincoli ambientali e paesaggistici.
Dal ponte della tangenziale la scena è terribilmente squallida, lo sguardo può vagare su enormi cumuli di lordura che fanno da contorno alla pista ciclabile e ai campi sportivi.
Tutto materiale inquinante che impregna il terreno, tutto materiale che, grazie all’erba alta e secca, basterebbe una scintilla per andare a fuoco con un incendio dalle gigantesche dimensioni.
Alla domanda “cosa ne sarà di quest’area” da noi rivolta all’ex sindaco Alemanno nei giorni dello sgombero, la risposta fu “sarà un nuovo e moderno centro sportivo, probabilmente affidato alla Guardia di Finanza visto che il terreno è di proprietà del ministero dell’Economia”. Seguirono smentite sulla proprietà, ma non sulla destinazione.
Dopo la bonifica di settembre 2012, chiedemmo in un articolo “chi vigilerà, chi controllerà che l’area non diventi preda di spregiudicati scaricatori di rifiuti?” Non ottenemmo risposta.
Fu facile profezia.
I segni delle ruote di mezzi pesanti sono la testimonianza che lì vanno a scaricare addirittura con i camion. D’altra parte accedervi è facilissimo: la viuzza che dall’area “ex Gran Teatro” conduce a via del Baiardo è facilmente riconoscibile perché segnalata ai due lati dai camper a luci rosse che stazionano H24, anch’essi tollerati o ignorati, che poi è la stessa cosa.
Percorse poche centinaia di metri, l’immonda discarica apre le sua braccia e accoglie chiunque abbia rifiuti di cui liberarsi.
Tutto questo accade grazie all’abulia, all’indolenza delle istituzioni. Non è chiaro chi dovrebbe sorvegliare, chi dovrebbe proteggere quell’enorme polmone di verde peraltro, come detto, soggetto a vincoli paesaggistici. Non è nemmeno chiaro se sia stato dato in custodia a qualcuno.
Almeno lo si poteva recintare, si sarebbe evitato questo scempio che non esitiamo a definire un vero omicidio ambientale. Sarebbe bastata una webcam sul ponte della tangenziale per catturare le targhe dei mezzi degli “assassini”. Ma nella giungla delle competenze trovare il chi poteva o il chi doveva farlo è mission impossible.
Anche la politica ha le sue grandi responsabilità.
Quella politica che due anni fa si sperticava in trionfalismi per lo sgombero del campo nomadi affermando che l’area sarebbe stata restituita a cittadini, quella politica che un anno fa negava un presidio di forze dell’ordine a via del Baiardo, quella politica che sei mesi fa si mobilitava perché tre o quattro camper di nomadi si erano temporaneamente insediati in mezzo ai cumuli di rifiuti, quella politica, quell’insieme di visioni politiche, tace invece sull’omicidio in corso. Non una parola in due anni.
Già, l’ambiente non vota, l’ambiente non porta voti né consensi. Che l’area verde di via del Baiardo muoia uccisa non interessa nessuno.
Claudio Cafasso
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La “grande vergogna” di questa vicenda e’ che non esiste Presidente di Regione, Sindaco o Assessore che andando ad occupare la sua poltrona non abbia “sparlato” di Parco del Tevere: eccolo il vero Parco del Tevere!
Un’altra vergogna è che l’area è caratterizzata da una forte presenza delle “istituzioni”, con il Comando Generale dei Carabinieri e l’ippodromo militare: uno scempio perpetrato proprio sotto il naso di chi dovrebbe interessarsi del rispetto della legalità e del bene pubblico.
Gli assassini non sono ignoti : sono i componenti di quella che, gli “esperti” e “commentatori politici”, ancora osano chiamare SOCIETA’ CIVILE !?
e meno male che il problema erano i nomadi….
la solita strumentalizzazione a fini politico-elettorali …..
vorrei sapere dove sono tutti quelli che all’epoca dello sgombero si riempivano la bocca di paroloni come, dignità, rispetto, pulizia, ordine civico e simili….
complimenti vivissimi…
incivili i cittadini certamente
e incivili le istituzioni di allora e anche di ora….
Una situazione sconcertante che non conoscevo ! Che vergogna per i nostri quartieri, però che vergogna pure leggere solo 4 commenti ma veramente la salute dell’ambiente non importa a nessuno ? Stento a crederci !
Il degrado sarà la scusa per l’ennesima speculazione edilizia che ci aspetta per le olimpiadi prossime venture che il Sig. Malagò e compagnia cantante vorrebbe portare a Roma; così ci metteremo l’anima inpace e potremo dire definitivamente addio al parco del Tevere. In quella zona infatti sorgerà il villaggio olimpico che spazzerà via in particolare il bellissimo ippodromo di Tor di Quinto. E siccome siamo in Italia e sappiamo bene come vanno a finire le cose (mondiali di nuoto, expo di Milano, Mose, il dimenticato ponte sullo stretto che ancora ci costa…)ovviamente ci ritroveremo con infrastrutture per la viabilità insufficienti e voragini di bilancio, mazzette per pochi e tasse per tutti!
I nomadi, che non davano fastidio a nessuno e si limitavano a tentare di sopravvivere nonostante l’esclusione a cui sono condannati, tenevano molto più pulito il luogo…grazie a decenni di campagne razziste ora abbiamo vinto una bella discarica abusiva !! Bravi !!
@ Giusi Ferrante, ma non si vergogna nemmeno un po’ quando dice queste dabbenaggini???
Cara signora Ferrante, chi ruba, sporca e vive di reati da fastidio anche a quelli come lei che non se ne accorgono.
Perbacco, davvero i nomadi non ci sono più? E io che non me ne ero proprio accorta!
@ Sig.ra Ferrante, io non so in che mondo vive lei, ma, visto che non le danno proprio fastidio, che ne penserebbe se li portiamo a “sopravvivere” a casa sua? Magari, data la loro ben nota discrezione, civiltà e onestà, le tengono “pulito” (in tutti i sensi), l’appartamento…