“Anche oggi, accompagnando mio figlio, ho trovato un cartello che segnalava per domani una riunione sindacale per le maestre del nido Farnesina (ma chiaramente anche per altre scuole) che non avrebbe garantito il servizio prima delle 11.15.” Così ci scrive Alessia C sottolineando che “la stessa cosa era successa il 29 Aprile, solo una settimana fa, e così altre volte durante l’anno.”
“Posso anche accettare il fatto che ci siano queste riunioni, ma non posso e non riesco a capire per quale motivo non vengano fatte dopo l’orario di lavoro. Oppure, vista la grande disoccupazione, perché non mandino delle supplenti per ovviare al problema durante quelle ore.”
“Io non mando mio figlio al nido perché voglio togliermelo dai piedi – sottolinea Alessia – né ho nonne e/o babysitter a disposizione. Per me una cosa del genere signifca assentarmi dal lavoro, visto che il mio orario (purtroppo part-time) è dalle 9 alle 13. Se lascio mio figlio alle 11.15 ora che arrivo in ufficio ho ben un’ora di lavoro, capite che non ha senso. Oppure posso mandarlo ad un nido privato vicino casa, spendendo in un giorno quasi quello che pago mensilmente al pubblico.”
“Non è previsto che io recuperi eventuali ritardi, come sappiamo tutti non è facile per le mamme mantenere il lavoro. E qui non ci aiuta proprio nessuno. Se poi ci si mettono anche i sindacati!” esclama Alessia chiedendosi “possibile che non sia in alcun modo possibile collocare le riunioni per le insegnanti al di fuori dell’orario di apertura della scuola? Oppure possibile che non possa essere prevista una sostituzione in questi casi? E ancora: possibile che si venga avvisati sempre uno o due giorni prima?”
“Mi sembra una ingiustizia infinita – conclude Alessia, un’enorme disorganizzazione. Un totale disservizio!”.
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la realtà dei fatti è che chi mette su famiglia lo fa a suo rischio e pericolo….
servizi comunali di supporto alla famiglia non ne vedo in giro.
pannolini ad un prezzo “socialmente accettabile” non esistono
medicine men che meno
parchi e centri con spazi appositi per i piu piccoli ce li sognamo…
potrei andare avanti ancora..perchè parlo di vita vissuta
già è un successo avere ottenuto il posto all’asilo nido comunale!!!! e sarà ancora un evento riuscire ad ottenere un posto alla scuola dell’infanzia comunale…..parlo per esperienza diretta, 2 figli nessuno dei due ammesso al nido e nessuno dei due ammesso alla scuola dell’infanzia comunale di zona, io e mio marito lavoratori a tempo pieno cont anto di mutuo ventennale sulle spalle. L’Italia è questa. Obiettivo principale è ora dare ai nostri figli tutti i mezzi possibili in modo che possano scegliere da adulti se rimanere o andare via.
Mi associo alla mamma autrice del contributo. Anche mia figlia, alla scuola d’infanzia comunale di San Godenzo, questa mattina entra alle 11.30 (e la settimana scorsa alle 10.30) per riunioni sindacali. Non è accettabile che – tra ponti, riunioni sindacali e altro – si verifichino in continuazione queste disfunzioni. Non c’è nulla di più facile che organizzare le riunioni sindacali dopo la chiusura delle scuole e non la mattina. Sembra veramente in questo paese che chi osa avere figli deve essere punito.
Io sono appena stata chiamata dall’asilo nido di mio figlio dove la maestra mi ha detto che siccome sono 22 bambini con 2 sole insegnanti e chi di dovere (??) non manda le supplenti, se tante volte potevo andare a prendere mio figlio (che per altro stava già dormendo e non si sveglierà per le prossime 3 ore….)
riporto l’accaduto e lascio a voi i commenti
Apparte il fatto che non potrei non essere solidale con alessia trattandosi di nostro figlio, nel ringraziare la redazione di questo blog, che ha avuto la sensibilità di pubblicare la “tristemente autentica” testimonianza di alessia, ritengo che i problemi sollevati siano davvero gravi, perchè l’asilo nido è un servizo pubblico che non può essere arbitariamente interrotto. Non possiamo essere costretti ad iscrivere i nostri figli alle scuole private solo ed esclusivamente per l’inefficienza del sistema pubblico. Ed aggiungo che per permettersi di iscrivere un bambino ad un nido pubblico gli oneri economici da sostenere sono eccessivamente gravosi anche per una famiglia con reddito basso. Senza cosiderare che se calcoliamo una spesa per il nido di un figlio di euro 300,00 al mese, per un libero professionista onesto che paga le tasse ( e fortunatamente ne esistono ancora!), questo significa che per coprire solo questa spesa bisogna garantire un fatturato (udite udite!) di almeno Euro 700,00 e sapete perchè? perche da una fattura di 700 euro bisogna togliere il 22% di IVA, gli oneri previdenziali che oscillano tra l’11% ed il 23 % e le ulteriori tasse che possono raggiungere il 40%. In altri termini potersi permettere una spesa di 300 euro significa, per un libero professionista onesto che paga le tasse, presupporre un incasso di più di 700 euro. Vi sembra una cosa normale? In realtà è come se l’asilo costasse (anzi è proprio così) 700 euro al mese. Verificate questi dati presso un vostro consulente di fiducia e non credo che potrà asserire che io mi sia discostato molto dalla realtà. Infine, devo dirvi, senza per questo invocare alcuna forma di pietà e/o compassione, che abitando in zona San Godenzo, Alessia a causa della NOTA FRANA DI VIA CASSIA ANTICA che non consente il passaggio da Piazza Giuochi Delfici, deve ALZARSI TUTTI I GIORNI ALLE SEI E MEZZO prendere nostro figlio, caricarlo in macchina lasciarlo al nido, FARE LA FILA SULLA CASSIA NUOVA CON UN GIRO ASSURDO DA CORSO FRANCIA E VIGNA STELLUTI PER ARRIVARE AL NIDO FARNESINA lasciare la macchina al nido, prendere il motorino custodito nei pressi del nido ed avviarsi al centro storico di Roma per un lavoro part-time sino alle 13, per poi essere chiamata al telefono dal nido per sentirsi dire che deve andarsi a riprendere nostro figlio per carenza di insegnanti, nonostante ieri avessimo già dovuto pagare un giorno di nido privato a causa della assemblea sindacale preavvisata con meno di ventiquattro ore di anticipo! Sono un provocatore se dico che tutto questo è una vergogna? Sono un provocatore se dico che sedendo ai vertici della nostra circoscrizione, sentendo tutto questo, la mia morale mi avrebbe imposto di dimettermi? Vi assicuro, non è qualunquismo. E’ esasperazione provocata da un sistema che non funziona e non a causa della crisi economica, ma a causa di una dilagante ed inqualificabile assenza di senso civico, di dignità e di orgoglio, laddove invece si dovrebbe difendere in tutti i modi un territorio ed una comunità a cui noi tutti volenti o nolenti apparteniamo. Scusate se sono stato un po’ pesante, ma non potevo lasciare alessia da sola nel suo grido. Ciao. Stefano.