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Il Bicchiere Mezzo Pieno di Vigna Clara

Galvanica Bruni

bmp120.jpgSono giovani, rocamboleschi e fuori da ogni schema, hanno storie da raccontare a chi vuol riempire il loro Bicchiere Mezzo Pieno. Si definiscono una band Pop Folk Cantautorial Punk d’avanspettacolo. Le prime canzoni le hanno scritte sulle panchine di piazza Carli e suonate nell’aula magna del liceo Farnesina. Ora lavorano al loro secondo videoclip. Ma chi sono? VignaClaraBolg.it, sempre alla ricerca delle realtà giovanili del territorio per metterle in luce, è andato a scoprirlo.

Incontriamo David Colangeli, fondatore della band Bicchiere Mezzo Pieno, nonché autore e voce dei brani. David è una fucina di idee, ha una parlantina veloce e l’aria stravagante come le storie che racconta e che scrive da sempre. I testi affrontano argomenti seri e impegnativi, ma sono sempre profusi da un’audace ironia.
L’anima è però la musica: note e ritmi ogni volta diversi, ogni volta sorprendenti.

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Una band “Pop Folk Cantautorial Punk d’avanspettacolo”

“È un gioco di parole – ci spiega David – che usiamo per dire che non abbiamo un genere ben preciso, perché ci sentiamo più legati al fatto che ogni canzone debba essere una sorta di racconto a sé stante con un suo mood musicale. Quindi, creiamo ogni canzone secondo il genere musicale che la storia ci suggerisce.”

“Ad esempio, una canzone che parla della solitudine e una che racconta una storia più impegnata avranno generi musicali differenti, quelli che secondo noi meglio trasmettono le sensazioni che i testi esprimono. È un lavoro sull’estetica, potrebbe sembrare una supercazzola, ma è più facile a sentirlo che a spiegarlo.”

La band

Sono cinque ragazzi, appassionati, preparati e che suonano divertendosi. Oltre a David Colangeli, voce del gruppo e chitarra e armonica, ci sono Gimmi Lauri alla chitarra elettrica, Luca Avvantaggiato alla batteria, Davide Quarto alle tastiere e Lorenzo Beverati al basso elettrico; ogni tanto qualcuno manca o si aggiunge, ma per loro gli elementi fondamentali sono due: “cantare il lato ironico della vita” e “non cadere mai dal palco!”

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Come vi siete incontrati? “Esiste da sempre. – racconta David – Fin dai tempi del liceo, al Farnesina, quando andavamo per feste di compleanno a suonare canzonette di nostra invenzione. Poi abbiamo deciso di fare un passo in più, chiamare alcuni musicisti e impegnarci sul serio. Qualcuno ha preso altre strade, qualcuno si è aggiunto, ma l’idea di base è rimasta sempre la stessa: vedere le cose, anche le più brutte, con un’ironia particolare.
Da qui siamo andati avanti cercando di farci notare un po’ a “botte e sotterfugi” nel mondo della musica esordiente romana.”

Traguardi raggiunti? “Lo scorso febbraio è uscito il nostro primo Ep “Il contrario di LOL”, registrato in maniera professionale, che conta sei brani ed è in freeshare su SoundCloud. Ma la notizia più importante è che finalmente abbiamo compiuto uno dei grandi passi di una band: il primo videoclip, sulle note de “La pillola della presa a bene”. È uscito qualche giorno fa e lo abbiamo presentato in occasione di un nostro concerto a San Lorenzo, è stato un successo!”

Siete tutti ragazzi nati e cresciuti a Vigna Clara, come mai non vi siete mai esibiti in questa zona? “Perché ci ritroviamo costretti ad emigrare. È difficile “fare cultura” nel XV Municipio, che siano spettacoli, mostre o concerti…le strutture ci sarebbero, ma manca totalmente l’attenzione per il quartiere in tal senso. È come se ci fosse una sorta di “tradizione”, difficile da combattere, secondo la quale la musica dal vivo a Roma Nord non funziona. Così, ci spostiamo in altri quartieri dove invece è ben accolta.”

“Questa situazione ci dispiace molto, perché siamo ragazzi cresciuti a Roma Nord, che si vedevano a piazza Carli per pensare e scrivere canzoni. Canzoni che parlano di noi e, inevitabilmente, di questi luoghi.”

Le canzoni

I loro brani sono ispirati alle storie di tutti, ai problemi e alle disavventure che la vita pone davanti, raccontano della solitudine e della fatica di essere incompresi, degli amori non corrisposti e di quelli impossibili. Ma perché crogiolarsi? Perché abbandonarsi a malinconici rimpianti?

Loro non sono tristi né arrabbiati, tutt’altro: “come dicevano i Monty Python: Always look on the bright side of life, così noi guardiamo il lato chiaro dell’esistenza, il lato chiaro della vita. Delle nostre storie tristi, cantiamo il lato ironico, perché qualsiasi tristezza ha un suo contro altare di cose divertentissime. Dipende da dove si sceglie di guardare”

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Mentre arriccia i suoi baffi troppo lunghi, David continua a spiegare: “Per quanto sia difficile vivere oggigiorno, soprattutto per noi giovani che ci barcameniamo in un mondo a porte chiuse, non ce la sentiamo di essere completamente arrabbiati con la vita. Noi crediamo che la rabbia, come la tristezza, sia una buona forma di comunicazione, ma crediamo anche che non esista solo quella, infatti c’è molto altro e noi vogliamo esplorare anche l’altro.”

A chi sono dirette? “Secondo molti noi non abbiamo un pubblico preciso e costante, proprio perché cambiamo genere visibilmente ad ogni canzone, per cui una è più punk, una più rock, un’altra più articolata. In realtà, le nostre canzoni sono arrangiate in modo che siamo il più orecchiabili possibile, così da arrivare un po’ a tutti. Ci rifacciamo al concetto di Pop, che non è una brutta parola, ma deriva da popolare dall’idea di cantare tutti insieme.”

“I nostri fan sono anche amici, perché siamo un Bicchiere Mezzo Pieno che vuole essere riempito dalle storie di chi ci ascolta e si confronta noi, storie che trasformiamo un musica. È un do ut des.”

A quale sei più affezionato? “Non è facile, ognuna è bella a suo modo, d’altronde sono tutte quante figlie. Posso dire che la più importante è Space Metropoliz, che sarà la colonna sonora di un film-documentario, prodotto da Luca Argentero, su un’occupazione a scopo abitativo a Roma che è diventata poi un museo. È stato un incontro fortuito, senza saperlo abbiamo scritto una canzone su un film che ancora non esisteva, parlando proprio di ciò che loro andavano cercando.”

“Mentre quella più richiesta dai nostri amici è Dislessia, una canzone punk che parla dell’amore non corrisposto basata su una vera storia, che in realtà non era non corrisposto ma semplicemente lui non riusciva a dire a lei che l’amava e lei non riusciva a dire a lui che lo amava altrettanto. Un argomento decisamente divertente!”

È autobiografica? David ride per la domanda indiscreta e ci gira attorno: “No, ma penso che in molti ci si possano rispecchiare. I nostri brani sono così, singolari e collettivi insieme.”

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Progetti in cantiere

È appena uscito il loro primo videoclip, ma il secondo è già in cantiere: “lo stiamo realizzando con una crew romana è sarà proprio su Space Metropoliz, vuole essere un omaggio a quella straordinaria collaborazione.”

Ma il Bicchiere Mezzo Pieno è sempre in movimento e mette giù le sue mille e originali idee, con la speranza di compiere presto quel passo in più che faccia di un gruppo di ragazzi appassionati di musica una band a tutti gli effetti.

E ricordano a tutti gli altri appassionati di continuare a crederci e che loro “sono aperti a tutto e a totalmente a disposizione, anche per collaborazioni o confronti, perché crediamo che la musica sia bella quando la si fa in tanti, l’arte in generale è bella quando sono tante menti a farla.”

Giulia Vincenzi

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