A gennaio 2013 un comunicato stampa informava della conclusione di “imponenti opere per il risanamento del Foro Italico e dello Stadio dei Marmi. Il grosso impegno – sosteneva – ha permesso di riconsegnare il sito alla cittadinanza con la possibilità del pieno godimento di un grande valore artistico, architettonico e monumentale”. Bene, accompagnateci alla scoperta dei risultati di questa importante opera di recupero.
A distanza di 10 mesi dalla conclusione delle “imponenti opere” sembra che di quei lavori non ci sia traccia. Sono stati fatti o no? E quanto sono costati, se questo è risultato? Perchè di risanamento e pulizia non c’è neppure l’ombra; l’unica novità è quella grande pozza di acqua melmosa che si è formata ai piedi del monolite in marmo bianco.
E che dire poi di quel gran numero di cassonetti stracolmi di rifiuti e di quel vagabondo che ha trovato riparo sotto i portici del Foro dei Marmi? Forse per il freddo, o per cucinare, ma non ha trovato niente di meglio che accendere il fuoco in un angolo dell’edificio sopra la panca in marmo, annerendo pareti e soffitto.
Ma non è solo lo Stadio dei Marmi ad essere trascurato perché tutta l’area adiacente è in una situazione di incredibile degrado.
Quella porzione di terreno compresa tra gli impianti sportivi e Ponte Milvio assomiglia ad una grande discarica; strade e aree parcheggio sono ingombre di rifiuti e anche Viale del Ministero degli Affari Esteri, chiusa al traffico e con quelle aiuole rialzate, è in stato di abbandono.
Marciapiedi divelti, buche nell’asfalto, radici che fuoriescono come tentacoli dal terreno, una fontanella rabberciata con pezzi di tubo, un vecchio e rugginoso posto antincendio e le fioriere rotonde usate come cestini per i rifiuti.
Ma la situazione più grave è quella all’interno delle aree parcheggio dove da tempo, in pianta stabile, vivono numerosi nomadi. Tra camper, roulotte e pericolosissime bombole di gas abbiamo trovato un furgone completamente distrutto dalle fiamme. Impossibile dire da quanto tempo è in quelle condizioni ma lì sembra starci a completo agio.
La strada che porta al piazzale di Ponte Milvio, dove il terreno degrada verso il piccolo stadio della Farnesina, è stata trasformata in una discarica dove tra la sporcizia è possibile individuare numerose barriere metalliche, quelle mobili usate per deviare il traffico.
Tra tanto sfacelo le uniche strutture in ordine sono i pannelli del Servizio Affissione e Pubblicità del Comune di Roma (come direbbe Striscia la Notizia? Ci si paga lo stipendio…).
Avvicinandoci al Ponte della Musica, al solito deserto, là dove è sorto il Teatro della Musica, notiamo un gruppetto di giovani che si diverte con lo skate-board; la superficie in cemento con numerosi gradini è perfetta per correre e saltare con la tavola.
Arrivati a questo punto qualcuno potrebbe domandarsi se sia normale spendere un milione e mezzo di euro (tanto è costato l’inutilizzato Teatro della Musica voluto dalla precedente amministrazione capitolina) per le evoluzioni acrobatiche dei ragazzi.
Sarebbero bastate poche pedane in legno del costo di qualche centinaio di euro per ottenere lo stesso risultato.
Francesco Gargaglia
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