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Bruno Giordano, bomber della curva nord a Roma Nord

Galvanica Bruni

giordano1.jpgRomano de’ Roma, che più romano non si può in quanto è nato 57 anni fa a vicolo del Cinque, a Trastevere, il cuore di Roma abitato da gente vera e verace con un cuore grande così, Bruno Giordano, che a soli 13 anni ha tirato i primi calci al pallone ed è entrato giovanissimo nella Lazio, squadra nella quale ha trascorso gran parte della sua carriera calcistica, nel 1992 ha cambiato casa e quartiere. Ed è venuto a vivere a Roma Nord.

“La prima casa l’ho comperata nel 1990 – ci dice l’ex centravanti che detiene il primato del maggior numero di reti realizzate nelle coppe nazionali con la maglia biancoceleste della Lazio – e poi due anni dopo, nel 1992 anno in cui mi sono congedato dal calcio, ho cambiato casa e mi sono trasferito definitivamente in un’altra parte della città, a Vigna Clara.
La zona mi piaceva molto, rispetto a Trastevere le case erano nuove e moderne, c’era molto verde e poi era vicina al Circolo dove mi allenavo con la Lazio. Inoltre mia moglie era di Roma nord in quanto nata e cresciuta in zona Balduina. Questo quartiere ci sembrava il giusto compromesso. Ma io, però, ho abitato anche quindici anni ai Parioli, precisamente in via Archimede”.

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Come ti sei trovato? Benino. E’ una bella zona ma, per il mio carattere, si fa fatica a conoscere le persone e a fare amicizie. Ci sono poi pochi negozi, è un po’ isolata..Insomma dopo un po’ ho cercato casa a Vigna Clara che mi è sembrata una giusta via di mezzo tra il caos e la vivacità di Trastevere e la tranquillità dei Parioli.

Quindi Trastevere, Parioli, Vigna Clara dove, mi sembra, non ti sei più mosso...Esatto. E’ una zona vicina al Raccordo Anulare e per me che viaggio spesso anche per lavoro è molto comoda; inoltre qui ho fatto subito amicizia, la gente è simpatica e mi sembra ci sia maggiore calore umano. La mia “zona” è piazza Carli con il giornalaio e via Coletti con il bar..ma vivo anche il quartiere Fleming dove ritrovo e chiacchiero con tanti amici “

Anche i tuoi figli amano questa zona? Sì, Marco che ha 26 anni è nato a Napoli ma ha vissuto sempre qui, Rocco, invece, che ha 18 anni è nato e vissuto sempre in questo quartiere. E guai chi glielo tocca!

Bruno, ti tieni sempre in allenamento? certo. Al Centro Sportivo Futbol Club del Villaggio Olimpico dove gioco spesso con gli amici.

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Hai abbandonato la tua Trastevere? Niente affatto. Se posso, almeno una volta al giorno devo andare nel quartiere dove sono nato e respirare “aria di casa”ma, per arrivarci, che traffico!

Già, il traffico, il grande problema della nostra città…Sì e anche del quartiere dove abito. E’ una chimera trovare un parcheggio a piazza Carli e dintorni. La zona ha molte qualità ma il problema del parcheggio andrebbe affrontato seriamente

Bruno, tu sei stato un grande centravanti. Nell’attuale campionato per te qual è il centravanti più forte? Ne cito tre che a me piacciono molto: Carlos Tévez, Giuseppe Rossi, Gonzalo Higuaìn.

Balotelli è davvero così forte come dicono? Balotelli è un gran bel giocatore ma non è un fenomeno, non è così straordinario come molti invece descrivono. Diciamo che nel nostro campionato, a mio avviso abbastanza mediocre, è un giocatore che fa la differenza…Quando è stato in Inghilterra, infatti, non ha fatto un granché perché lì il gioco è più rapido e il ritmo è sempre altissimo.

Come è cambiato il calcio rispetto ai tuoi tempi? E’ cambiato completamente, anche nelle regole. Sembra un altro sport. Passando dai 2 ai 3 punti si è modificato il gioco del calcio. Adesso i 3 punti sono diventati fondamentali. Oggi 1 punto è una mezza sconfitta, ai miei tempi invece..Insomma è l’impostazione della partita ad essere completamente diversa…

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Sei stato un grande Numero 9: c’è un attaccante con le tue caratteristiche? A me piacciono molto Sergio Aguero, attaccante del Manchester City e della Nazionale di calcio argentina e Antonio Cassano.

Ti rispecchi in questi due attaccanti? Faccio fatica a darmi un giudizio anche perché io ero un giocatore che sapeva fare parecchie cose, non ero specializzato in una cosa sola, come spesso oggi accade.

La tua Lazio….Straordinaria, un rapporto quasi d’amore che si respirava nello spogliatoio ma anche negli spalti. Adesso si pensa molto all’apparire e poco alla squadra…allora si rinunciava a tante cose pur di rimanere legato ai colori della propria squadra.

La crisi della Lazio: colpa dell’allenatore Petkovic o è una squadra sbagliata? No, non diamo sempre colpa all’allenatore. Diciamo che la Lazio quest’anno è molto sopravvalutata, se va bene arriva al quarto posto, se le va male finisce al settimo. D’altra parte nell’attuale campionato sono sette le squadre di un certo valore. Il resto è piuttosto modesto…

Ilaria Galateria

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