Il caso Andy Warhol è l’esempio più lampante: la definizione di “opera d’arte” è stata sempre oggetto di interpretazioni deliberatamente personali nell’opinione pubblica. Questa frattura artistica la ritroviamo soprattutto all’interno delle grandi metropoli, come New York o Roma, quando si parla di “arte urbana”, distinguendo fra chi la reputa sfregio al decoro e chi, invece, un creativo esempio di riqualificazione cittadina.
Lo stesso quesito si è posto a Grottarossa, dove la Professoressa Patrizia Salvatori, portavoce dell’Associazione culturale Inscena, ha promosso un progetto volto alla commemorazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
Paolo Colasanti, giovane writer romano detto Gojo, ha celebrato la ricorrenza realizzando un murales a Via Veientana, su cui ha ritratto gli uomini che hanno mutato il volto del nostro paese: Garibaldi, Mazzini, Verdi, Mameli, Cavour fluttuano in un mosaico di quadrilateri verdi, bianchi e rossi a rappresentare la nostra bandiera, incorniciati dall’epico inno italiano che ha ispirato l’artista (“Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi. Raccolgaci un’unica bandiera, una speme: di fonderci insieme già l’ora suonò“).
Come mai il 150mo dell’Unità d’Italia torna alla ribalta a Grottarossa ben due anni dopo l‘anniversario? Così ci spiega Patrizia Salvatori: “Il ritardo nella realizzazione del progetto rispetto all’anniversario è dovuto – afferma – a problemi di burocrazia. Infatti il progetto era stato presentato nel lontano 2011 al Comune e al XX Municipio e solo dopo una fitta corrispondenza fra i due è stato approvato nel 2012 e ora – conclude la professoressa – a due anni di distanza se ne vedrà la conclusione.”
Oltre al murales di Via Veientana, il progetto prevede la collaborazione fra gli alunni della scuola media Massimo Gizio e il giovane writer Gojo, attraverso la realizzazione di murales all’interno del cortile scolastico a cui parteciperanno tutti gli studenti di via di Morro Reatino.
Ogni allievo realizzerà infatti una mattonella artistica a tema libero, che andrà ad arricchire quanto realizzato da Paolo Colasanti, raffigurante una bambina che soffia delle bolle di sapone.
“L’iniziativa mi ha permesso di immedesimarmi in questi ragazzi e comprendere il punto di vista di questa generazione, alla fine anche io sono ancora ragazzino dentro e capisco che hanno bisogno di sentirsi valorizzati e motivati, come per lo spirito dell’artista che non può essere riconosciuto da un attestato, ma dalla sua maturazione personale“, sostiene Paolo Colasanti.
La confidenzialità e il rispetto per il valore artistico dell’idea, fa sì che i ragazzi si sentano liberi di esprimersi senza preconcetti, a tal punto da non essere ripresi quando attaccano una mattonella al contrario sul muro.
“Va bene così, è sempre qualcosa di unico, vanno prese in considerazione tutte le ispirazioni“, tranquillizza l’artista a chi lo consiglia di mettere in mostra “le mattonelle più belle”.
Schiamazzi nel cortile a parte, gli studenti sono davvero entusiasti di prendere parte al progetto. Uno di loro ci dice: “Io ho fatto anche un corso di graffiti nella scuola, questa iniziativa mi è piaciuta molto perché mi ha permesso di fare qualcosa che mi piace, disegnare“.
Non potendo portare i ragazzi fuori dalle mura scolastiche per questioni di sicurezza, Patrizia Salvatori, promotrice del progetto, ha voluto che “la scuola fosse coinvolta, proprio come riflessione su quanto sia importante tutelare ed abbellire l’ambiente in cui si vive, studia, lavora. È una grandissima soddisfazione vedere come gli abitanti del quartiere si interessino a questa iniziativa, si fermino a guardare il murales e si interroghino sui volti che hanno cambiato la storia italiana; dimostrano che la nostra idea ha un valore inestimabile per il quartiere e per la sua riqualificazione, soprattutto dal punto di vista storico e culturale“.
Per celebrare la riuscita del progetto, venerdì 22 marzo si terrà una festa di inaugurazione alle ore 12 presso il Centro Sportivo Comunale Emanuele Murgia di via Morro Reatino, con un dj dal vivo, spettacoli di break dance e graffiti istantanei come espressione della cultura hip hop e delle tribù metropolitane.
In un periodo di spending review nel quale le scuole pubbliche dispongono di limitatissime risorse economiche per motivare gli studenti, ecco un’iniziativa a costo zero degna di nota.
Barbara Polidori
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Finalmente arte e cultura al passo con i tempi in una Roma Nord che sembra rimasta agli anni ’80