Oggi è il giorno del “Concerto per Bob”. A partire dalle ore 21 la chiesa di Piazza Euclide sarà pervasa dalla speranza e dal calore dei brani gospel e spiritual dei Soul Singers, che si esibiranno in memoria di Roberto Mannino, “Bob” per tutti, “il ragazzo dal sorriso sempre aperto” che è deceduto lo scorso 29 aprile a soli 18 anni in un incidente stradale al Fleming. Per ricordarlo, gli amici hanno anche appeso un nuovo striscione sul viadotto sopra Corso Francia e parlato con noi di VignaClaraBlog.it.
Prima di dare la parola ai ragazzi, ad alcuni fra i molti amici il cui cuore Bob aveva (e ha) conquistato senza riserve e senza ombre, vogliamo ricordare che l’intero ricavato del concerto (l’ingresso è a offerta libera) sarà devoluto alla onlus “Risveglio” (leggi qui).
“La notte del 6 febbraio” – ci dice Alessandro Sollevanti – “i suoi compagni di vita di Piazza Euclide, dove Bob trascorreva le sue giornate, hanno messo un nuovo striscione sul viadotto sopra Corso Francia per sostituire il precedente, ormai rovinato dagli effetti meteorologici.”
“La scelta di posizionarlo proprio lì” – continua Alessandro – “è per farlo vedere a tutta la gente della zona: con il suo motorino e, dopo, con la moto, Bob percorreva almeno sei o sette volte al giorno proprio quella strada, abitando alla collina Fleming. Ci fa piacere ricordarlo così.”
“L’ultima volta che ho visto Bob” – ci dice Federica Iannone – “è stato il giorno prima di quel 29 aprile che ce lo ha fisicamente portato via. Dico fisicamente perché il nostro amico è rimasto con noi, tutti i giorni ci fa sentire la sua presenza. Io personalmente non ho mai creduto in certe cose, ma lui mi ha fatto ricredere in più occasioni. Ho solo ricordi belli del nostro Tenerone. Il suo sorriso. La sua voce. La sua voglia di vivere. Lui è immenso. Ci ha lasciato qualcosa che, penso, poche persone riuscirebbero a lasciare. E mentre lo dico non posso che sorridere.”
“Oggi sarà una giornata molto importante” – aggiunge Federica – “tutti riuniti nel suo ricordo per una giusta causa. E lui sarà con noi in prima fila. Dopo quel maledetto giorno, ho conosciuto la sua famiglia. La madre Paola, il fratello Pietro e il padre Pippo (leggi qui il ricordo di Giuseppe). Soprattutto, in maniera particolare, quest’ultimo. È un uomo fantastico, mi ci sono particolarmente legata. Un secondo padre per me. Sono una famiglia fantastica che io stimo molto. E ora mi è chiaro come Bob potesse essere così: buono d’animo. Vi ringrazio tutti e quattro per tutto quello che ci avete dato, ci date e, sono sicura, ci darete.”
“Ho conosciuto Bob all’età di undici anni” – esordisce Lorenzo Dalla Palma – “È stato il mio primo amico alle medie, nella nuova scuola, la “Nitti”. In pochissimo tempo siamo diventati come fratelli, è diventato un componente della nostra famiglia… Tanto che spesso si presentava a casa mia senza avvertire nessuno! Addirittura faceva gli auguri a mia madre alla festa della mamma. Avete presente quando si dice “chi trova un amico trova un tesoro”? Ecco, Bob era il mio tesoro. Quel tipo di amico che è difficile da trovare, impossibile da sostituire: una chiamata ed era da te, una chiamata e faceva di tutto per risolvere qualsiasi tipo di problema. In qualsiasi momento e a qualsiasi ora. Sempre pronto a darmi l’appoggio che cercavo… Una sorta di anima gemella in amicizia.”
“Non importa se abbiamo poi intrapreso cammini diversi in scuole diverse” – ci dice ancora Lorenzo – “potevo vederlo di meno, ma non è mai cambiato nulla. Continuava a venire a casa mia o passare da me, a chiamare a casa, a sentirsi con mia madre o con mia sorella Alessandra. Continuava ad esserci, sempre. Siamo cresciuti insieme e non poteva cambiare il nostro rapporto solo perché eravamo in scuole differenti… Cos’è una scuola rispetto ad un rapporto di fratellanza così stretto?!?”
“Trovava sempre il modo di rendere felici tutti” – conclude, commosso, Lorenzo – “Bob non deludeva mai nessuno, una cosa incredibile. Quasi da eroe! Ogni anno, al mio compleanno, era il primo a farmi gli auguri, anche in questo impeccabile. Era l’anima delle feste, era la vitalità fatta persona, un pazzo con una voglia di fare travolgente. I suoi abbraccioni, i suoi sorrisi erano tra le cose che più mi confortavano e mi rendevano felice e che più mi mancano. Ho condiviso tutto con lui… Oggi ho 19 anni e mezzo e lui non c’è più da quasi dieci mesi, e metà della mia anima se ne è andata con lui. È un vuoto che non si può colmare, una sensazione, uno stato d’animo che è difficile da far guarire. Rimarrà sempre dentro di me una sensazione di nullità, di incompletezza che nessuno potrà mai riempire. Per me non se ne è mai andato, è con me sempre, ma la sua mancanza fisica è straziante ed è difficile andare avanti ma lo faccio anche per lui, perché, anche se è banale dirlo, lui non mi vuole triste ed io faccio di tutto per rispettare la sua volontà.”
Le suggestioni e il calore dei brani gospel e spiritual, la memoria indelebile di un ragazzo amato di tutti, un’occasione per fare beneficenza: ci sono tutti gli ingredienti per trascorrere una bella serata permeata di musica e amore, nobilitata dai sentimenti dell’amicizia e della solidarietà. Appuntamento, dunque, stasera alle ore 21 presso la Parrocchia del Sacro Cuore Immacolato di Maria, a piazza Euclide: ci aspetta una festa che non finirà mai.
Giovanni Berti
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