La notizia è di pochi giorni fa: all’altezza del km 8,5 di via Flaminia Nuova nascerà un complesso edilizio di tre piani più attico, per un totale di circa 10mila metri quadri, destinato ad ospitare spazi direzionali e commerciali e la stazione “Due Ponti”. Il tutto nei pressi del mausoleo di Marco Nonio Macrino, anche detto del “gladiatore”, l’importantissima area archeologica in attesa da anni di un investimento che la presenti al mondo per quel che è: il più importante ritrovamento a Roma degli ultimi trenta anni.
Il progetto, ai più ancora poco noto, prevede al km 8,5 di via Flaminia, in un’area delimitata dalla stessa consolare, da via Vitorchiano e dalla linea Ferroviaria Roma-Viterbo, la realizzazione di una struttura che, oltre ad incorporare la stazione, sarà composta da un locale destinato ad un’attività commerciale di una certa dimensione (ipotizzabile un supermercato, un mega-store o qualcosa del genere, visto che si aggirerà sui 1.300 mq), da altri otto locali ad uso negozio di vicinato (ognuno, mediamente, da 40 mq) per un totale, al piano terra, di circa 2mila metri quadri, stazione compresa.
I tre piani superiori ospiteranno i locali da adibire ad uffici mentre nell’attico una sala polivalente per gli uffici ed i locali tecnici a servizio del complesso completeranno la struttura.
La stazione, che sarà di circa 320 mq, cambierà faccia: nuovo ingresso alla banchina, biglietteria, uffici, servizi igienici, sale d’attesa e sottopassaggi.
Visto che questa presenza genererà un traffico veicolare non indifferente, sono ovviamente previsti anche i parcheggi. Nei due piani interrati della struttura troveranno posto quelli riservati agli uffici ed al centro commerciale mentre quelli pubblici saranno realizzati nell’area esterna, su via Vitorchiano lato Tevere.
Tutto ciò è reso possibile dal nuovo Piano Regolatore della Capitale, approvato dal Consiglio Comunale nel febbraio del 2008, che ha modificato l’area in questione, precedentemente destinata a “piccola industria e artigianato”, a superficie ad uso “prevalentemente per attività”.
Dove poter trovare tutti i dettagli? La “relazione tecnica illustrativa” è stata pubblicata sul sito di Roma Capitale il 3 aprile assieme alla presentazione grafica del progetto . Non sono facili da trovare, perché la notizia è quasi sul fondo della homepage e per “scovare” i due documenti occorre poi fare qualche “salto” fino ad arrivare sulle pagine del Dipartimento Urbanistica.
Non c’è dunque pace per il km 8,5 di via Flaminia, già abbondantemente cementificato negli ultimi anni da un insediamento edilizio di tipo abitativo dalle immense proporzioni.
Vien da chiedersi perché ancora tanto cemento proprio lì, esigenza a parte di ristrutturare la stazione. La spiegazione, quella ufficiale, è nella relazione tecnica.
“Tenendo in considerazione le peculiarità del luogo, vista la vicinanza della ferrovia, la presenza di nuovi complessi residenziali con carenza di superfici commerciali e le previsioni di Piano che consentono destinazioni d’uso in deroga a Servizi e Commerciali con Carico Urbanistico medio, vista anche la prossimità di una strada ad elevato flusso di traffico, si è inteso progettare un complesso edilizio che fosse contemporaneamente intervento privato e di servizio al Quartiere. Inoltre si vorrebbe sperimentare una nuova metodologia di intervento che potesse creare sinergie tra interessi pubblici e privati con beneficio per entrambi. In ultimo si vorrebbe realizzare un prototipo di intervento che oltre a qualificare l’area specifica potesse essere preso come esempio per future iniziative analoghe.”
A parte qualche errore di coniugazione dei verbi, il concetto è chiaro: dare spazio ad un nuovo insediamento edilizio privato ottenendo in cambio, gratuitamente, la riqualificazione della stazione ferroviaria. Si chiamano “sinergie fra pubblico e privato”.
Insomma, per farla breve, nel famoso km 8,5 di via Flaminia altre colate di cemento sono in arrivo. Ma prima che ciò accada vien dato spazio alla collettività tramite il processo partecipativo: se qualcuno avesse voglia di dire la sua su come migliorare il progetto e sugli impatti che potrebbe avere sul territorio ha tempo fino al 3 maggio.
Entro tale data infatti, come spiega il sito del Dipartimento Urbanistica (clicca qui), cittadini, comitati ed associazioni possono presentare osservazioni, istanze e proposte che saranno poi recepite nel “Documento della Partecipazione” che accompagnerà l’intero iter procedurale fino all’approvazione finale del progetto.
Ed a proposito di ricadute sul territorio a noi la proposta sorge spontanea: inserire nel progetto, tramite il coinvolgimento della Sopraintendenza Archeologica di Roma, la realizzazione di un museo a cielo aperto.
Quale migliore occasione per bonificare e riqualificare a costo zero l’area del mausoleo di Marco Nonio Macrino in via Vitorchiano, un sito conservatosi miracolosamente integro per duecento secoli sotto sette metri di terreno e sigilli alluvionali depositati dalle esondazioni del vicinissimo Tevere e venuto alla luce una manciata di anni fa?
Per chi non lo conosce, si tratta di un piccolo ma preziosissimo “foro romano”, una vera perla per l’intero territorio di Roma Nord. Un’area, la cui vista al primo colpo d’occhio già sbalordisce, sulla cui superficie insiste un lungo tratto perfettamente conservato ed integro dell’antica Via Flaminia che presenta su entrambi i lati la “crepidine” realizzata in scaglie basaltiche disposte a taglio.
Ma non è solo l’antica via Flaminia a lasciare a bocca aperta. Il visitatore non può non restare ammaliato dai numerosi e grandi blocchi di marmo con timpani, dalle lastre decorate, dai capitelli meravigliosamente scolpiti, dai numerosi piccoli e grandi ritrovamenti di una bellezza inaudita.
Un sito per il quale tanto si è detto ma poco si è fatto e la cui storia è riassunta nei nostri precedenti articoli (clicca qui).
Un sito che, volendo, potrebbe acquisire tutta l’importanza che merita portando al massimo tutte quelle “sinergie fra pubblico e privato” che leggiamo essere alla base del nuovo insediamento edilizio previsto al km 8,5 di via Flaminia.
Claudio Cafasso
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Sinergie tra interessi pubblici e privati???
Ridicoli.
Semplicemente altro cemento, altro traffico ed altri soldi ai costruttori che cosí potranno UNGERE ancora di piú i nostri CARI politici.
Grazie a VCB per la segnalazione.
La storia di troppe iniziative prese (a parole) nell’interesse della comunità, e finite col fare solo gli interessi di pochi, inducono a guardare con sospetto ad ogni iniziativa di sfruttamento e/o recupero di aree urbane.
In questo caso la situazione della statzione e dell’area circostante impongono una qualche azione di recupero e riqualificazione. La soluzione proposta è “una” delle possibili e comporterà – inevitabilmente e fortunatamente – opinioni diverse da seguire con attenzione ed interesse. Un aspetto che mi pare imprescindibile è la salvaguardia del traffico sulla Flaminia, già strozzato dalla conformazione della strada, dello sciagurato guard-rail che ha aumentato le “code” (senza apprezzabili incrementi della sicurezza). La nuova stazione ed il nuovo centro commerciale porteranno un problema di accesso ed uscita alla nuova area e, l’esperienza insegna, non saranno poche le auto che preferiranno sostare in divieto lungo la Flaminia – con intralcio alla circolazione – piuttosto che fare qualche metro per entrare in un parcheggio (ammesso che sia sufficiente).
La stazione si chiama Due Ponti ma mi dite come si potrà raggiungere da chi proviene dalla via Cassia attraverso via dei Due Ponti. Al di là di ogni altra considerazione mi sembra un grossso favore che “ripaga”, si fa’ per dire, lo scempio fatto dal noto costruttore nella zona Flaminia Grottarossa. Il tutto mente la navetta Cassia/Due Ponti/Stazione di Tor di Quinto è tornata nell’oblio. Soltanto ai nostri politici piò venire l’idea di un nuovo centro commerciale ai bordi della Flaminia perennemente intasata echiusa in un cunicolo anti rumore! Cemento, cemento, cemento laddove sono richiesti soltanto parcheggi,viabilità e valorizzazione di ritrovamenti archeologici!
ancora centri commerciali ! e bastaaaaaa – vogliamo i parchi no il cemento
Il “Regolamento di partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana”, che ho contribuito a far approvare dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 57 del 2.3.2006, detta una disciplina che prevede i seguenti 4 livelli della partecipazione:
1) INFORMAZIONE (art. 7) su tutti gli atti relativi a trasformazioni della città;
2) CONSULTAZIONE (art. 8) per consentire, tramite anche incontri pubblici, la possibilità di far pervenire contributi partecipativi (osservazioni, istanze, proposte) che una volta raccolti assieme costituiranno il “documento della partecipazione”;
3) PROGETTAZIONE PARTECIPATA (art. 9) mediante l’organizzazione di incontri, forum, laboratori di quartiere e territoriali, utilizzando metodologie appropriate, personale interno o se necessario esterno all’amministrazione comunale ed il supporto tecnico dell’Ufficio della città partecipata;
4) MONITORAGGIO E VERIFICA (art. 10) della effettiva attuazione di quanto stabilito anche con il contributo del “documento della partecipazione”, che dovrà accompagnare ogni futuro provvedimento in tutto l’iter previsto.
L’art. 14 del Regolamento, da me personalmente predisposto, stabilisce che ai fini della efficacia della partecipazione nelle premesse delle deliberazioni tanto della Giunta Comunale quanto del Consiglio Comunale e/o Municipale con cui verranno approvati tutti i progetti di trasformazione del territorio dovrà esser fatta espressa menzione degli esiti delle relative istruttorie, nonché delle motivazioni tanto di rigetto quanto di accoglimento totale o parziale dei “documenti della partecipazione”.
Con la notizia data sul sito del Comune alla pagina http://www.urbanistica.comune.roma.it/partec-dueponti.html é stato comunicato l’avvio della 1° fase del processo partecipativo, relativa alla informazione, che ai sensi dell’art. 7 deve però avvenire mediante inserimento della notizia in apposita sezione del sito Internet non solo del Comune di Roma, ma anche del Municipio competente, nel nostro caso il XX° che non ha invece provveduto in tal senso.
Il 2° livello della consultazione deve avvenire con la trasmissione di osservazioni, istanze e proposte entro 30 giorni dalla data di pubblicazione, nel nostro caso entro il 3 maggio: ma entro la stessa data “l’Assessore o il Presidente del Municipio competente convoca un incontro pubblico, in orari e giorni che permettano la massima partecipazione dei cittadini. Della data dell’incontro viene data informazione con 15 giorni di preavviso nel sito Internet del Comune di Roma, nella sede della Casa della Città, nell’Albo dei Municipi interessati“. Nell’incontro possono essere presentate ulteriori osservazioni, proposte ed istanze delle quali è dato conto congiuntamente alle altre osservazioni, proposte ed istanze … nel Documento della Partecipazione”.
Per saperne anche di più, aspettiamo dunque che l’Assessore Giuseppe Mocci o il Presidente Gianni Giacomini si decidano a convocare quanto prima l’incontro pubblico, considerato che lo debbono fare con 15 giorni di preavviso e che alla scadenza del 3 maggio entro cui portare il proprio contributo partecipativo mancano solo poco più di 20 giorni.
Scusate, ma probabilmente ignoro alcuni fatti e alcune situazioni. L’area che fino a pochi anni fa era gestita da Giotto e da Giacomelli, a ridosso di Saxa Rubra, sarà prevista per qualche nuova attività o serivizio o resterà a marcire così???? Se non sbaglio è dotata di un notevole parcheggio, o forse c’è qualche procedura in corso??? Perchè edificare nuovamente quando potrebbe essere sfruttata questa area??? Ripeto, sicuramente sono all’oscuro di eventi, ma mi sembra un peccato lasciare una zona così appetibile (vedi centro RaI, iTC Calamandrei, Stazione Saxa Rubra….)e praticamente , quasi pronta…..Grazie
Dalle notizie avute stamattina per telefono dal responsabile dell’attuazione del programma ing. Gaetano Gallone è emerso che la S.r.l. Brenta fa parte del Gruppo Bonifaci e che l’attuale progetto preliminare è coordinato con l’Accordo di Programma di via Flaminia km. 8+500 autorizzato dal Consiglio Comunale il 20.3.2006, poi concretizzato nella convenzione stipulata con il Comune di Roma il 25.10.2007: lo conferma il sovrappasso pedonale della via Flaminia con il percorso sempre pedonale che raggiunge la nuova sede del XX Municipio a ridosso della lottizzazione convenzionata di Grottarossa, che non è dato di sapere se e quando Bonifaci costruirà a proprie cure e spese nel rispetto del suddetto accordo di Programma, considerato che ha ceduto per ora in cambio l’attuale sede in via Flaminia 872 (sembra peraltro in affitto).
Come chiarito dall’ing. Gallone, per poter arrivare a realizzare un intervento su ben 9.213,28 mq. di Superficie Utile Lorda (SUL) il progetto preliminare sfrutta i 5.007,60 mq. che consentiva la Concessione Edilizia n. 246/C rilasciata il 14.03.2003 per la realizzazione di un “Edificio per Attività Produttive” con destinazione a Laboratori, Magazzini ed Uffici, nonché i 317,35 mq. della superficie pubblica della stazione ferroviaria dei Due Ponti: per reperire i rimanenti 3.888,33 mq si chiede – mediante l’attuazione di un Accordo di Programma – di reperirli attraverso la Superficie con diritto edificatorio pari a circa 7. 334,00 mq che è in località Monte Arsiccio e che gode della Compensazione dopo che è stata inserita dentro la riserva naturale dell’Insugherata.
A tal ultimo riguardo il vigente P.R.G. non prevede quest’area come apposito “ambito di compensazione” dove realizzare le cubature cancellate dentro le aree naturali protette, ma sempre con lo strumento “grimaldello” dell’Accordo di Programma si prevede di ottenere tutte le “varianti” che sono quasi sempre convenienti molto di più al privato che all’interesse pubblico generale e si chiede così anche la Deroga alla Classificazione delle Destinazioni d’uso, consentendo attività da carico urbanistico basso a carico urbanistico medio, a dimostrazione del maggiore impegno indotto sui parcheggi dalla diversa e ben più pesante destinazione d’uso commerciale, che per giunta non sono nemmeno sufficienti per cui verrebbero “monetizzati” i osti auto mancanti.
Il punto critico è che questo progetto preliminare ha come suo punto di appoggio di partenza una concessione edilizia che è stata rilasciata nel 2003 e che in base alla normativa vigente decade dopo 3 anni se non è stata realizzata la costruzione assentita, a meno che cause di forza maggiore giustifichino che venga prorogata: senza nessuna di queste cause maggiori la concessione edilizia n. 246/C è stata prorogata ora come “permesso di costruire” con Determinazione Dirigenziale n. 1052 del 31.07.2009.
Al sottoscritto che chiedeva di sapere le ragioni per cui dopo ben 6 anni è stato prorogato il suddetto titolo edificatorio, l’ing. Gallone ha fatto l’ipotesi di una causa di forza maggiore dovuta ai saggi di scavo della Soprintendenza Archeologica di Roma, che da me sentita per telefono sempre stamattina mi ha invece assicurato che gli unici scavi eseguiti in zona negli ultimi anni sono stati esclusivamente quelli che hanno portato alla scoperta del vicino mausoleo di Marco Nonio Macrino dentro l’area dove Bonifaci vorrebbe realizzare 4 palazzine: per 2 di queste sarebbe stato addirittura già rilasciato il nulla osta dal dott. Bottini a conclusioni di semplici saggi fatti in trincea.
L’ing. Gallone non mi ha saputo dire se per la concessione edilizia del 2003 sia stata chiesta ed ottenuta la “autorizzazione paesaggistica” che è preventiva ed obbligatoria per un’area come questa soggetta ad un doppio vincolo paesistico e che forse non poteva per quell’epoca nemmeno essere rilasciata, perché il PTP n. 15/8 “Valle del Tevere” destina l’area a sottozona di tutela orientata TOa/5, nella quale l’art. 49 delle norme prescrive che “è consentita esclusivamente la realizzazione, la trasformazione, la riqualificazione o la valorizzazione di tracciati stradali e/o ferroviari”, precisando che “ad eccezione di questi, non sono consentite nuove costruzioni”.
Per certo non sembra essere stata acquisita la “autorizzazione paesaggistica” da parte della Soprintendenza Archeologica su un’area di così alto interesse archeologico.
A questo punto all’incontro pubblico che il XX° Municipio deve organizzare dovranno partecipare anche e soprattutto gli stessi progettisti, che in quella sede si spera che diano tutte le dovute risposte ai diversi interrogativi che ci si sta ponendo riguardo al procedimento che si sta seguento e che al momento appare poco chiaro.
Ma il comune non potrebbe riqualifiare i tanti spazi abbandonati in giro per Roma invece di creare l’ennesimo centro commerciale che genererà altro traffico di automobili? Alemanno, tu sei il sindaco di tutti, non solo dei costruttori.
Perchè invece non valutare la cosa come nuovi posti di lavoro
e occasione per abbattere le brutte casupole vicino alla stazione?
Piero
Se qualcuno aveva dei dubbi sulla missione del Campidoglio e del nostro Municipio ora non ne avrà più. Se qualcuno si ricorda le fosche previsoni in campagna elettorale sul futuro governo della città dirà che erano ottimistiche. L’unica speranza è che come Berlusconi e Bossi anche Alemanno prima o poi se ne andrà, ma dopo avere creato ferite insanabili al nostro territorio, che essendo presidiato dai suoi compari non offre alcuna resistenza.Sarebbe ora che i cittadini del XX si svegliassero ed invece di blaterare contro i politici si dessero da fare per costruire un’ alternativa di governo del territorio ed individuare un candidato decente e credibile.
anna chiara andronico , ma Lei legge capendo o non capisce neanche leggendo ?
Ancora co ‘sta storia di Berlusconi , Bossi ed ora pure Alemanno !
Se lei leggesse capendo , avrebbe notato che queste concessioni risalgono al 2003 , poi deliberate nel 2006 e poi nel 2007.
Faccia uno sforzo e vada a vedere chi era sindaco all’epoca.
Siccome l’imbecillità è facile da reiterare , nel 2009 hanno avallato il tutto.
Ma il peccato originale comunque esiste e non c’è battesimo che tenga.
Detto questo , chi ha visto il progetto di quelli che si lamentano ?
Può darsi anche che la zona venga ripulita e riqualificata , senza per forza sotterrare Macrino.
Una cosa è un centro commerciale sulla Cassia Antica dove già esistono altri esercizi e dove è necessario comunque tutelare i negozi “di prossimità” dall’assalto della gdo-gds altro è ripulire da casupole mal abitate e da sterpaglie per costruire ( tra l’altro ) anche una fermata dei mezzi pubblici.
Il costo zero tanto agognato non esiste.
Adesso invece di riprendere i soldi a Lusi a Penati a Belsito&C , invece di bloccare i 100milioni di fintirimborsi ai fintipartitiveritruffatori, aumentano di 5centesimi la benzina.
@ Rodolfo Bosi
Gentile sig. Bosi se le è possibile le chiedo una cortesia.
I suoi interventi sono sempre circostanziati e completi di riferimenti ma sono difficili da leggere per chi come noi non è avvezzo alle leggi e discipline.
Nel suo prossimo intervento può riassumere in poche righe iniziali e discorsive il concetto per poi, in una seconda parte, inserire tutti i riferimenti legislativi?
Le sarei molto grato.
Stefano
In realtà credo che possa essere una buona occasione per valorizzare quel tratto della flaminia che a mio parere è molto brutto adesso, un tocco di modernità non può che fargli bene.
Sicuramente sarebbe stato meglio farlo un paio di chilometri più in là, al posto del vecchio centro giotto, ormai in disuso e fatiscente, dove vecchi capannoni industriali e commerciali sono rimasti abbandonati.
Credo che non si debba nemmeno temere per i ruderi che si susseguono sulla flaminia, anzi penso che se venisse rivalorizzata la zona sarebbe finalmente una buona occasione per poterli andare a visitare e soprattutto per poterli proteggere e preservare anche dal vandalismo. Solo un vero ignorante non capirebbe l’importanza strategica e l’immagine di ritorno che potrebbe avere dalla vicinanza con un sito archeologico di tale bellezza. Preferisco che ci venga costruita una bella struttura vicino che permetta a molte persone di godere di certe meraviglie del passato, piuttosto che lo stato di abbandono più totale ed il soffocamento da parte di una superstrada trascurata e brutta come la flaminia.
È esattamente lo stesso atteggiamento che si ostinano ad avere i nostri musei, preferendo lasciare migliaia di vasi ed anfore in degli scatoloni dentro i magazzini, invece di permettere a qualche privato di goderne la bellezza, vendendone alcune e guadagnando quel che gli serve per valorizzare invece ciò che veramente conta.
Giusto! Molto giusto, perché, i politici debbono – loro malgrado, poverini – usare i nostri denari per “investire” in Tanzania, per imbrattare i muri delle nostre case coi loro cropulenti faccioni, per far arricchire il palazzinaro o l’industrialotto che poi lo ripaga con voti e case “a sua insaputa” , per trasportare su voli di Stato nani, ballerine e strimpellatori… Di conseguenza hanno dovuto tagliare – loro malgrado, poverini – i fondi per la Cultura… e Pompei crolla, il Colosseo viene giù a pezzi e bisogna lasciare le anfore negli scatoloni dei Musei perché non ci sono denari per il restauro, per la manutenzione, per l’esposizione.
Quindi è giusto, che ce ne frega del nostro patrimonio storico artistico o paesaggistico (l’unico campo in cui siamo primi al mondo)? Vendiamo ai privati questi inutili cocci, vendiamogli anche il Colosseo, Ponte Vecchio e la Torre di Pisa… lasciamoli godere ancora questi privati, che lo facciano almeno loro! Ma noi, invece, teniamoci ben stretti i nostri politici che ci hanno regalato le tante bellezze moderne come le New Town sperdute della campagna attorno a L’Aquila, l’inutile ex Arsenale de La Maddalena, le splendide tavole di carta del progetto del Ponte di Messina, Corviale, le Vele, i Centri Commericali….
Bella proposta. Grazie.
Questa storia ha dell’incredibile !!!!!
Invito i cittadini del XX municipio e di Roma Nord interessati alla sviluppo e bonifica di queste aree a farsi promotori di un incontro immediato a larga partecipazione cittadina al fine di una tutela collettiva di ampio raggio, necessaria ed indispensabile per la circolazione ed il transito sul tratto stradale più critico di tutto il quadrante Nord non solo della città ma dell’intera regione.
Nel tratto della Flaminia dal GRA a Corso Francia/Tor di Quinto compreso passano ogni giorno centinaia di migliaia di persone in macchina , in moto e sui mezzi pubblici urbani ed extraurbani e di Gran Turismo.
E’ già congestione allo stato puro e non solo da oggi per parecchie ore della giornata in entrambi i sensi di marcia per quasi tutti i giorni dell’anno. Qualunque altro intervento di ogni genere e specie intorno a questo tratto di strada va valutato, analizzato e studiato attentamente nei minimi particolari, e poi va meticolosamente progettato ed infine provato e sperimentato.
Lo facciano i cittadini interessati , perchè altrimenti, statene certi, non lo fa e non lo farà nessuno !!!!
Io sono disponibile.
Alessandro D’Armini
Questo è l’ennesimo esempio del mostro terribile che è nato dall’unione del project financing con l’ignavia delle giunte capitoline (solo capitoline?). L’ignavia che fa andare ogni opera pubblica abbandonata a se’ stessa senza la minima manutenzione verso la rovina; rovina che serve all’incapace di turno al potere di fare – come dicono a Napoli – il “galletto sulla monnezza” riqualificando e farsi bello agli occhi del suo elettorato. Però i soldi per fare tutto ciò non li ha e chi glieli da? Il project financing: privati realizzano le opere pubbliche, ottenendo attraverso concessioni ventennali o giù di lì sulle opere realizzate, il ritorno dell’investimento. Fin qui non ci sarebbe nulla di male, ma il problema per noi nasce quando l’opera pubblica non permette un adeguamento sfruttamento economico (come nel caso della stazione di Tor di Quinto o del sottopasso del GRA, quello sotto all’Appia e generi affini). In questo caso il Comune concede cubatura edificabile, spesso senza criterio.
Buona Domenica
CL
Corviale….”il serpentone” o “il chilometro lanciato”; progetto e assegnazione case fine anni 70 inizio 80. Sindaci: Argan, Petroselli, Severi, Vetere (PCI e PSI)…..
le Vele di Scampia….progetto e realizzazione 62-75; sindaci DC, PSI, PCI…..fetecchie mascherate dall’idea demenziale delle “unites d’habitations”…..
L’Italia è un paese dalle contraddizioni stridenti e paradossali perché fra i principi fondamentali della sua Costituzione pone da un lato la tutela del paesaggio, specie se vincolato dal 1968 come quello dei “Saxa Rubra” lungo la via Flaminia, che però ha fin qui assicurato con le orrende barriere antirumore innalzate a garanzia delle palazzine realizzate da Bonifaci, e dall’altro lato la tutela del patrimonio storico e artistico della Nazione come i resti della antica via Flaminia sotto “Monte delle Grotte” (di cui ho chiesto inutilmente l’illuminazione notturna) che secondo la “sensibilità” di qualcuno (che si spera faccia parte di una sparuta quanto insignificante minoranza) si possono valorizzare costruendovi addosso quasi un ettaro di centro commerciale (a causa per giunta dello stato di abbandono, come se una chiara colpa del privato possa diventare persino una buona giustificazione), se non addirittura vendere a pezzi al miglior offerente per farci un museo privato.
A chi la vuol buttare per giunta in politica con paragoni strumentali che sono del tutto fuori tema e non servono comunque a portare alla discussione un contributo che sia utile e soprattutto finalizzato a fare gli interessi “pubblici” di tutti, ricordo che con deliberazione n. 477 del 27.12.1991 il Consiglio Comunale ha approvato di inserire nel programma degli interventi per Roma Capitale il progetto del parco archeologico lineare della via Flaminia da Ponte Milvio a Malborghetto, che è stato redatto dal compianto dott. Gaetano Messineo e che se venisse realizzato farebbe concorrenza al parco dell’Appia Antica: per quel progetto con D.M. del 1.3.1992 è stato previsto un finanziamento di 10 miliardi delle vecchie lire, di cui non è stato poi mai operato il dovuto accantonamento.
A distanza di 20 anni esatti, malgrado il vicino ritrovamento del mausoleo di Marco Nonio Macrino a ridosso della antica via Flaminia, che dovrebbe quanto meno far tornare di attualità l’interesse a cercare di salvaguardare tutto il territorio interessato da questo enorme patrimonio archeologico, si preferisce costruire un centro commerciale dove peraltro sembra che nemmeno sia posssibile in base alla attuale destinazione del Piano Regolatore Generale (P.R.G.) di Roma.
A Stefano G. faccio presente infatti che il progetto del centro commerciale nelle intenzioni di chi l’ha redatto secondo le proprie esclusive convenienze dovrebbe essere approvato in “variante” del P.R.G. con lo strumento dell’Accordo di Programma che è previsto dall’art. 34 del D.Lgs. n. 267/2000, ma che testualmente recita: “Per la definizione e l’attuazione di opere, di interventi o di programmi di intervento che richiedono, per la loro completa realizzazione, l’azione integrata e coordinata di COMUNI, di PROVINCE e REGIONI, di AMMINISTRAZIONI STATALI e di ALTRI SOGGETTI PUBBLICI, o comunque di due o più tra i soggetti predetti, il presidente della regione o il presidente della provincia o il sindaco, in relazione alla competenza primaria o prevalente sull’opera o sugli interventi o sui programmi di intervento, promuove la conclusione di un accordo di programma, anche su richiesta di uno o più dei soggetti interessati, per assicurare il coordinamento delle azioni e per determinarne i tempi, le modalità, il finanziamento ed ogni altro connesso adempimento”.
Come si può ben vedere, l’Accordo di Programma può essere utilizzato esclusivamente da soggetti pubblici e non anche da soggetti privati: il progetto che si vorrebbe invece approvare (su cui l’anno scorso il Consiglio del XX Municipio ha espresso il parere di sua competenza) di “pubblico” ha solo la riqualificazione della stazione ferroviaria per appena 317,35 mq. che costituiscono appena il 3,44% rispetto alla intera superficie di 9.213,28 mq., dove i lavori promossi dalla Met.Ro S.p.A. riguardanti le banchine e il nuovo sottopasso pedonale ferroviario resteranno in carico alla Regione Lazio.
A carico del privato è invece il project financing per realizzare esclusivamente i nuovi locali di Stazione, con biglietteria, uffici, servizi igienici per il pubblico e per il personale, sale d’attesa ecc., con in cambio però l’enorme vantaggio di poter costruire sopra la loro altezza netta di circa 4,50 m. ben tre livelli più un livello in copertura, da destinare ad uffici, raggiungendo una altezza di 39 metri circa che farà da degna cornice al paesaggio vincolato dei Saxa Rubra, unitamente al sovrappasso pedonale della via Flaminia .
Per riuscire a realizzare al piano terra anche 1.287,55 mq. di locali commerciali, si pensa di poter riesumare le cubature di una concessione edilizia rilasciata forse in violazione delle prescrizioni paesistiche e che sembra comunque definitivamente scaduta e non più prorogabile e di sfruttare le cubature di una “compensazione” che non poteva essere fatta di certo in questo luogo.
Lo sfruttamento edilizio delle aree è tale da non poter soddisfare gli standards urbanistici a parcheggio, nemmeno utilizzando all’esterno l’area quadrata verso il Tevere, al punto che i posti auto mancanti verranno “monetizzati”, pagando cioé una certa cifra al Comune, evidentemente per niente preoccupato del rischio di ingolfare di auto tutta la zona.
In chiusura della relazione tecnica illustrativa si parla di “benefici e servizi per l’intera comunità” con riferimento anche e soprattutto alla “messa in sicurezza di un lungo tratto della via Flaminia Nuova” che risulta invece a rischio di essere portato in futuro al collasso da traffico visto che ricade tra l’incrocio con via Flaminia-Viale di Tor di Quinto e lo svincolo con il cavalcavia di via Roccalvecce.
Colgo l’occasione per far presente che entro il prossimo 3 maggio possono essere presentate osservazioni, istanze e proposte anche e soprattutto in occasione dell’incontro pubblico che il XX Municipio deve organizzare dandone almeno 15 giorni prima un preavviso che non risulta a tutt’oggi pubblicato, per cui l’incontro non avrà più motivo di svolgersi se entro i prossimi 3 giorni non ne verrà pubblicata la data sul sito internet: se ciò avvenisse, in questa evidente omissione di atti dovuti d’ufficio, che di fatto avrà impedito la partecipazione dei cittadini, si potrà ravvisare un preciso vizio di legittimità impugnabile presso il TAR del Lazio.
sono d’accordo con Rodolfo Bosi e per questa ragione non mi limiterò a votare contro la delibera di espressione parere che da pochi giorni è giunta in commissione urbanistica ma intendo continuare a sollecitare la giunta municipale a fare in modo che il percorso partecipativo previsto venga attuato. Inoltre sarà necessario sensibilizzare l’assemblea capitolina al respingimento di una delibera che rischia di produrre ulteriori danni al nostro territorio.
marco tolli
Le istanze possono essere presentate utilizzando il modulo indicato qui:
http://www.urbanistica.comune.roma.it/partec-dueponti.html
trasmesso anche via fax o mail (meglio usare la PEC!)
Suggerisco a tutti i cittadini di mandare le proprie osservazioni.
Riqualificare tutte le stazioni con un bar, un’edicola, una sala d’attesa e servizi igienici funzionanti è una cosa, ma un centro commerciale….
La solita scusa dei soldi che si incassano con le licenze edilizie….
non posso che essere d’accordo con Rodolofo Bosi, questa città è ormai circondata da orribili centri commerciali che fanno arrichire i soliti noti lasciandoci dei mausoli di cemento con la scusa di bonificare il territorio. Facile no? Si abbandona il territorio e poi con la scusa che è abbandonato si costruisce, facendo ingrassare i costruttori e strangolandoci sempre di più nel traffico.
Con il rischi di essere ingenua, ma non potremmo fare come quel gruppo di anziani , non mi ricordo in quale paesino – mi sembra dell’emilia – che tanto hanno fatto che sono riusciti a non far costruire un centro commerciale? Si può fare qualcosa in Municipio, oltre che inviare le nostre instanze con il modulo indicato? Grazie
P.S. in ogni caso, come andranno le cose, non metterò sicuramente piede nel centro commerciale che sarà costruito, così come ho fatto con Trony a ponte milvio.
A distanza esatta di una settimana, ho ritelefonato stamattina al responsabile dell’attuazione del programma ing. Gallone per lamentare che dell’incontro pubblico da tenersi nel XX° Municipio non c’é traccia di pubblicazione né sul sito del Comune (che pure lo ha preannunciato dal 3 aprile scorso) né tanto meno su quello del XX° Municipio, per cui – se mai dovesse avvenire con i dovuti 15 giorni di preavviso – questo benedetto incontro si terrà ormai dopo la data del prossimo 3 maggio, che é stata fissata come termine ultimo per presentare osservazioni, istanze e proposte anche e soprattutto a conclusione dell’incontro pubblico, in considerazione delle maggiori informazioni che saranno state date sul progetto.
Ho messo in evidenza quindi che a questo punto l’incontro pubblico non servirà più a nulla e costituirà la vanificazione del Regolamento di partecipazione dei cittadini, perché verrebbe rigettato ogni loro eventuale documento presentato dopo la data del 3 maggio: su mia precisa richiesta l’ing. Gallone ha preso l’impegno di far presente al Direttore del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica Maurizio Geusa l’opportunità di accettare osservazioni che venissero presentate anche dopo la data del 3 maggio.
Sempre su mia precisa richiesta l’ing. Gallone ha garantito di adoperarsi immediatamente per quanto di sua competenza ad organizzare al meglio l’incontro pubblico da tenersi nel XX Municipio, assicurandovi la presenza dei progettisti e la dovuta informazione supportata dalla necessaria documentazione, in particolare sulle effettive cause di forza maggiore che hanno impedito la realizzazione della concessione edilizia rilasciata nel 2003 e che “legittimerebbero” la sua proroga fatta nel 2009 a 6 anni di distanza (quando doveva essere abbondantemente scaduta) , nonché sul rilascio (se c’é stato) della autorizzazione paesaggistica quando le norme all’epoca vigenti del PTP n. 15/8 non consentivano l’edificabilità di quest’area.
Attendiamo fiduciosi, perché differentemente significherebbe che sia le regole che il Regolamento della partecipazione dei cittadini valgono solo per i fessi.