Home ATTUALITÀ Riparte il processo delle 117 villette sequestrate a Riano

Riparte il processo delle 117 villette sequestrate a Riano

Storia di Ponte Milvio nel ‘900

Dopo una prima udienza andata a vuoto a luglio 2011, il prossimo 5 gennaio approderà nell’aula del Tribunale distaccato di Tivoli a Castelnuovo di Porto il caso delle 117 villette sequestrate a Riano due anni fa dalla Procura di Tivoli per abuso edilizio. Un maxi sequestro, per il quale sono indagate 197 persone, che riempì le pagine dei giornali per giorni e giorni a causa della sua portata. A tal proposito pubblichiamo la testimonianza di Giorgio Golisciani, un nostro lettore, parte in causa, che ci racconta la sua visione dei fatti.

“In risposta a quanto si legge in maniera inesatta su alcuni siti ‘parzialmente informati’ vorrei precisare, essendo parte in causa, alcune cose. Da comune cittadino, nel 2002, io e mia moglie, residenti a Roma in casa in affitto, abbiamo pensato di realizzare il sogno della nostra vita comprando una casa. La volevamo in campagna, vicino alla capitale e cercando nella zona nord abbiamo individuato a Riano delle villette in costruzione.
Richiesta tutta la documentazione necessaria al notaio per il rogito ed alla banca con apposita perizia per l’erogazione di un mutuo, abbiamo finalmente comprato casa nel 2003.”

Continua a leggere sotto l‘annuncio

“Una fredda mattina del 10 dicembre del 2008, verso le 7.40 – continua il signor Golisciani – siamo stati ‘assaliti’ ed invasi da guardia forestale, giornalisti, polizia etc. che con una ben coordinata operazione degna del miglior stile ‘antimafia’ entravano contemporaneamente in 17 comprensori (dalla via Flaminia alla via Tiberina) sequestrando circa 120 abitazioni e notificando l’atto di sequestro e relativo provvedimento di sgombero immediato, causa ‘aggravio urbanistico’, a circa 200 proprietari (ben 400 familiari, anziani, bambini ed invalidi inclusi).”

“Dunque, 76 differenti notai e decine di banche erogatrici di mutuo con i loro periti non sono state in grado di ‘ravvisare’ ed intuire quello che l’allora PM di Tivoli, Luca Ramacci, avrebbe ben visto in ben 4 lunghi anni di indagini (dal 2004 al 2008) e cioè una ‘lottizzazione abusiva in zona agricola’ nonostante che le case siano state costruite, vendute e comprate alla luce del sole a partire dal 2002 fino al 2008 senza che la Regione Lazio (competente per la repressione di illeciti urbanistici) abbia trovato nulla di illecito e/o di irregolare .”

“Anni di pene, sofferenze e spese insostenibili – afferma Giorgio Golisciani – sono stati inflitti a normali cittadini che hanno ‘osato’ acquistare casa, a regolari prezzi di mercato, secondo le norme e le leggi vigenti ed a conferma della assoluta buona fede posso aggiungere che ad oggi i notai, che dovevano essere i primi a rispondere per colpa professionale per le vendite fatte, sono stati completamente scagionati dalla Procura di Tivoli.”

“Ma la vera assurdità di questa storia tutta italiana è che mentre venivamo sequestrati in nome della Tutela del Paesaggio, la Regione Lazio stava decidendo se adibire la nostra zona definita da alcuni giornali ‘elegante’ a nuova discarica di Roma. Decisione, com’è noto, tristemente assunta lo scorso ottobre.”

“Questa sembra, a tutti gli effetti, una brutta storia all’italiana, motivo per il quale – conclude il nostro lettore – ci siamo rivolti alla Corte Europea di Strasburgo perchè lo Stato Italiano (in tutte le sue articolazioni : notai che hanno rogitato, il Comune di Riano che ha rilasciato le licenze, la Regione Lazio che non è intervenuta, la Procura di Tivoli per i suoi ritardi) risponda per le violazioni dei Diritti fondamentali dell’Uomo subite da noi acquirenti che siamo le vere ed uniche vittime dell’intera vicenda”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome