La Camera dice no al pedaggio. Roberto Castelli annuncia invece “il governo va avanti” – Nella giornata di martedì 21 giugno, con il parere positivo del Governo la Camera ha dato il via a due ordini del giorno, uno del PD ed uno del PdL, ambedue convergenti sulla stessa soluzione: il Grande Raccordo Anulare di Roma e la Roma-Fiumicino vanno esclusi dalle strade soggette a pedaggio. Per 24 ore è sembrata la fine del tormentone. Ed invece non lo è stata, stando a quanto accaduto oggi alla Commissione Ambiente della Camera.
Il voto di ieri sembrava aver messo fine al tormentone che, fra corsi e ricorsi al Tar ed al Consiglio di Stato, tiene col fiato in sospeso da più d’un anno migliaia di pendolari romani e dell’hinterland della Capitale, anche se è vero che una rondine non fa primavera e che un ordine del giorno non “fa testo”.
E’ sempre in vigore infatti il DL 78/2010, convertito poi nella legge n.122/2010, che fa fede e che prevede l’introduzione del pedaggio sul Gra demandandone l’implementazione al Governo tramite un decreto attuativo che deve essere emesso dalla presidenza del Consiglio.
Ma visto che l’ordine del giorno di ieri è stato approvato con il parere positivo del Governo tutto lasciava sperare che, per coerenza, questo decreto attuativo non sarebbe stato più emesso. La soluzione migliore sarebbe addirittura una modifica della legge 122/2010 ma questa avrebbe tempi parlamentari molto lunghi. La prossima mossa spetta dunque al Governo.
A margine degli avvenimenti di ieri, la soddisfazione del sindaco Gianni Alemanno, che definisce il risultato raggiunto “un grande risultato”, era alle stelle.
“Fermo restando che il Grande Raccordo Anulare non sarà mai sottoposto a pedaggi e che i romani non dovranno pagare nulla per gli spostamenti interni, l’ordine del giorno presentato da Barbara Saltamartini e da altri parlamentari del Pdl va nella giusta direzione di difendere i diritti dei pendolari – ha spiegato Alemanno aggiungendo che “l”odg impegna il Governo a escludere dal pedaggi i transiti sul Gra verso le barriere autostradali di Roma nord, Roma Est e Roma Sud. Nell’ordine del giorno è stato inserito l’impegno di destinare il 50% dei proventi delle multe per superamento dei limiti di velocità alla messa in sicurezza e alla manutenzione delle strade in gestione dell’Anas. L’auspicio è che tutte le forze parlamentari accolgano questo ordine del giorno, per dare una risposta comune necessaria alla tutela di chi viaggia per lavoro o studio ogni giorno verso la Capitale.”
E ieri, per Alemanno, l’occasione era stata ghiotta per dare anche una stoccata alla Lega. “Mi dispiace per Castelli – aveva chiosato Alemanno – ma ormai non si puo’ piu’ tornare indietro. Il Gra e’ libero dai pedaggi non solo per i residenti ma anche per i pendolari che prendono l’autostrada. Invito il viceministro Castelli a rinegoziare con la societa’ Autostrade il contratto di servizio in modo che le risorse necessarie alla manutenzione stradale vengano levate ai poteri forti economici e non alle tasche dei pendolari di Roma e di tutta Italia”.
Più scettico era invece Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma ed artefice dei ricorsi vinti al Tar Lazio ed al Consiglio di Stato contro l’iniquo balzello che avrebbe colpito gli interessi di migliaia di pendolari, di studenti e di lavoratori del territorio romano. “La sensazione – ha dichiarato – è che ci hanno fatto perdere un sacco di tempo. Speriamo che l’incubo sia finito. Vigileremo perchè lo sia”.
Tutto ciò accadeva ieri. Ma oggi, mercoledì 22 giugno…
Il viceministro Roberto Castelli ha confermato l’intenzione del governo di procedere con un decreto per mettere il pedaggio sul GRA e sulle altre principali tratte a diretta gestione Anas.
Smentendo Alemanno e dando ragione alla diffidenza di Zingaretti, questa mattina Roberto Castelli, intervenendo alla commissione Ambiente della Camera, dove è stato rinviato il voto su alcune risoluzione sul tema, ha gelato gli entusiasmi di ieri.
All’ordine del giorno della commissione – spiega RaiNews24 che per prima ha dato la notizia – ci sono due risoluzioni, una del Pd a prima firma di Tino Iannuzzi, ed una del Pdl presentata da Vincenzo Gibiino. Il primo testo impegna il governo a non imporre pedaggi e a fornire l’Anas di altre fonti di finanziamento, mentre il secondo documento invita l’esecutivo a “prendere in considerazione” l’ipotesi di escludere dal pagamento di pedaggi alcune tratte, per esempio quelle che hanno un ruolo di raccordi urbani, come il Gra a Roma.
Castelli già dieci giorni fa aveva dato parere negativo alla risoluzione del Pd, ed oggi ha confermato il giudizio negativo e l’intenzione del governo di procedere con un nuovo decreto legislativo che imponga i pedaggi.
All’obiezione da parte di tutte le opposizioni che ieri in aula alla Camera il governo ha accolto documenti che vanno nella direzione opposta, Castelli ha sottolineato che i pedaggio sono previsti dalla manovra del 2010, la legge 122, e quindi “prevale la legge sugli ordini del giorno”.
Il viceministro – racconta ancora Rainews24 – ha quindi ribadito che se si fosse proceduto al voto, da parte sua avrebbe espresso parere contrario alla risoluzione di Iannuzzi. Quest’ultimo ha quindi proposto di rinviare il voto, cercando una mediazione con la maggioranza nel tentativo di giungere a un testo unico bipartisan, cosa che aveva proposto due settimane fa Gibiino. Mercoledì della prossima settima la commissione si rivedrà per esprimere la parola definitiva.
Parrebbe dunque che la parola fine debba attendere ancora molto per poter esser scritta mentre diventa sempre più netta la percezione che sulla “pelle” del GRA e sulle tasche degli automobilisti romani si stiano giocando partite che vanno ben al di là del mero pedaggio, sono battaglie per la preminenza di un partito sull’altro, sono lame che si incrociano in scontri politici a livello nazionale.
Speriamo di sbagliarci, ma pare che ci siano tutte le premesse perchè il tormentone duri ancora molto. Chi voglia intanto ripercorrerne le tappe potrà farlo cliccando qui
Claudio Cafasso
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Sembra chiaro che ormai il PdL e il Governo, pur di tirare a campare, sono sotto l’egemonia della Lega e dei suoi estrosi esponenti, che con queste mosse di piccina politica nordista, cercano di tenere a bada il popolo dei leghisti e di dividere il paese.
Non c’è problema. Se succederà i leghisti (che ce l’hanno duro quando gli pare) ne subiranno personalmente le conseguenze e spero che gli elettori si ricordino nel 2013 chi votare. Io ormai mi astengo dal votare dal 2008 e se fossi in Alemanno darei immediatamente le dimissioni da Sindaco di Roma e dal PDL. VERGOGNA!