Terzo appuntamento per l’esecuzione integrale delle sinfonie di Beethoven all’Auditorium Parco della Musica: giovedì 16, con replica venerdì 17 settembre, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretta da Kurt Masur, eseguirà la Sesta e la Settima Sinfonia scaturite dal genio del compositore nato a Bonn nel 1770.
La Sesta Sinfonia, terminata nel 1808 e detta Pastorale, evoca la natura e la placidità che essa è in grado di infondere nell’animo dell’uomo, contemplando peraltro un movimento nel quale viene pennellata, con la straordinaria forza immaginifica delle note, una vera e propria tempesta. Richiedendo 42 minuti per la sua esecuzione, questa sinfonia si articola in cinque movimenti; primo movimento: allegro ma non troppo, risveglio dei sentimenti all’arrivo in campagna; secondo movimento: andante molto mosso, il cinguettio degli uccelli vicino al ruscello evocato da flauto, oboe e clarinetto; terzo movimento: allegro, la festosa convivialità dei contadini; quarto movimento: allegro, si scatena improvvisamente una tempesta, magnificamente descritta da timpani, trombe e tromboni; quinto movimento: allegretto, la tempesta è finita e per questo si è grati, ritornando alle atmosfere idilliache del primo movimento.
La Settima Sinfonia, completata nel 1812, è caratterizzata dal suo aspetto gioioso e dal ritmo frenetico del suo finale. Definita da Richard Wagner come “l’apoteosi della danza, come la danza nella sua suprema essenza, la più beata attuazione del movimento del corpo quasi idealmente concentrato nei suoni”, questa sinfonia, che richiede 38 minuti per la sua esecuzione, è composta da quattro movimenti; primo movimento: poco sostenuto – vivace, dopo un’introduzione basata su un quadro melodico discendente (oboi e legni) intervengono i flauti che man mano coinvolgono tutta l’orchestra; secondo movimento: allegretto, qui viene introdotto l’elemento della tristezza; terzo movimento: presto, assai meno presto: il momento più danzante, leggero e fresco dell’intera sinfonia; quarto movimento: allegro con brio, protagonisti fiati ed archi in un finale che trasmette allegria e gioia di vivere.
Kurt Masur, 83 anni, affermato e prestigioso direttore d’orchestra il cui impegno filantropico è universalmente riconosciuto, dirige con grazia ed energia, con piglio e leggerezza soave. Il segreto della sua eterna giovinezza: la musica, naturalmente!
Giovanni Berti
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