Secondo appuntamento per l’esecuzione integrale delle sinfonie di Beethoven all’Auditorium Parco della Musica: giovedì 9, con replica venerdì 10 settembre, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretta da Kurt Masur, eseguirà la Quarta e la Quinta Sinfonia scaturite dal genio del compositore nato a Bonn nel 1770.
La Quarta Sinfonia, ultimata nel 1806, è stata definita da Robert Schumann come “una slanciata fanciulla mediterannea fra due giganti nordici”. Questa etichetta, per quanto sia illustre e non manchi di recare in sé una certa verità, tuttavia può risultare fuorviante se si vuole cogliere il senso profondo di questa composizione. Certamente, in essa mancano le drammatiche tensioni che caratterizzano fortemente la Terza e la Quinta, ma affermare che la Quarta Sinfonia sia esclusivamente musica d’evasione o di disimpegno è errato. Pur avendo toni decisamente più moderati e contenuti, pur creando un’atmosfera più pacata, la Quarta trasmette un’ansia crescente ed insidiosa che sembra non trovare mai il suo sfogo necessario.
La Quinta Sinfonia ebbe una lunga e travagliata gestazione e, abbozzata già nel 1804 nel periodo in cui il compositore stava lavorando alla Terza, fu ultimata soltanto nel 1808. Con il suo celeberrimo motivo ritmico di quattro note, quello del “destino che bussa alla porta”, che ascoltiamo fin dal primo movimento e che irradia l’intera composizione, esprime in modo sublime, evocativo e drammatico la lotta del’uomo contro il fato, profilandosi come uno dei capolavori assoluti della musica di ogni tempo.
Kurt Masur, 83 anni, affermato e prestigioso direttore d’orchestra, affronta i suoi impegni con un piglio ed un’energia fuori dal comune e, a chi gli domanda quale sia il segreto della sua eterna giovinezza, risponde semplicemente: “è la musica”!
Giovanni Berti
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