Dal 23 novembre 2009 sono iniziati sulla Via Cassia i lavori di manutenzione e valorizzazione dell’area adiacente alla tomba di Vibo Mariano, ma nonostante gli alberelli piantati e la nuova cancellata, i giardini continuano ad essere fortemente degradati e ad essere frequentati da sbandati e tossicodipendenti.
Per questi lavori è stato stanziato un importo di circa 21.000 euro e passeggiando nell’area è possibile notare come siano stati messi in dimora alcuni cipressi, sia stata realizzata una nuova staccionata e siano stati inseriti nel terreno alcuni paletti per evitare che la terra del parco giochi degradi verso il basso. I lavori di restauro del sarcofago (che un vandalo ha imbrattato con una scritta), del II-III secolo d.c. erroneamente chiamato Tomba di Nerone, vanno invece avanti. La bella tomba in marmo di Vibo Mariano è stata letteralmente “incartata” e alcuni restauratori sono giornalmente all’opera.
Ma nonostante i lavori l’intera area, che comprende un piccolo parco giochi e un’area cani, continua ad essere fortemente degradata: una situazione più volte segnalata anche perché il giardino, intitolato ai caduti della Campagna di Russia, fa parte della Riserva Naturale dell’ Insugherata.
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I rifiuti sono sparsi un po’ ovunque ma è inoltrandosi tra le piante che la situazione appare in tutta la sua drammaticità: una vera e propria discarica insiste tra gli alberi della Riserva a non più di 15 metri dai caseggiati di un complesso residenziale.
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Basta fare pochi metri per trovarsi tra montagne di sporcizia: una vecchia cisterna, già abitata da clandestini, rigurgita di rifiuti maleodoranti e di sacchi di nailon il cui contenuto non lascia indovinare niente di buono. E poi vecchi materassi, suppellettili, abiti e stracci spuntano tra la vegetazione rigogliosa. Tutta la zona è cosparsa di numerosissime siringhe e flaconi di acqua distillata, segno inconfondibile che l’area è frequentata da tossicodipendenti: tra la zona dove a quanto pare si è soliti “bucarsi” e il parco giochi dei bambini, non ci sono più di 80 metri.
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Nessuno vuole criticare la tipologia dei lavori che sono stati fatti e neppure l’opera di restauro di un monumento splendido e anche molto conosciuto che deve essere necessariamente preservato. Ma appare assai difficile credere ad una “valorizzazione” in presenza di una simile situazione di degrado: quello che si domandano i residenti è se questo tipo di intervento, come spesso accade, serve a migliorare solo la facciata. Stiamo parlando peraltro dell’ unico giardino pubblico in uno dei quartieri più popolosi di Roma.
Francesco Gargaglia
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