Riceviamo e pubblichiamo una lettera ai cittadini inviata dal consigliere Andrea Antonini, capogruppo de La Destra ed ex presidente della commissione trasparenza.
“A 18 mesi dalla mia elezione ho acquisito sufficiente conoscenza dei modi di gestione del XX Municipio da parte di chi lo presiede, modi che ho deciso di rendere noti alla pubblica opinione per rispetto del principio di trasparenza che ha sempre animato il mio impegno politico, a differenza di altri, degli altri di cui ho deciso di parlarvi. Le mia lettera ai cittadini sarà un racconto a puntate al termine delle quali l’intero dossier sarà da me inviato al Sindaco Alemanno affinchè sia edotto in merito alle politiche di gestione del personale municipale del nostro presidente Giacomini.”
“Inizia oggi infatti il viaggio attraverso ciò che il sig.Gianni Giacomini e la sua segreteria personale (capo segreteria del presidente, oltre che dipendente del municipio stesso, è sua moglie), ritengono essere parte del proprio entourage invece che del corpo amministrativo cui garantire, attraverso indirizzi politici chiari, l’indipendenza dal potere politico indispensabile al funzionamento della macchina burocratica: le risorse umane.Quello che sto per raccontare in questa prima puntata è un episodio accaduto nel mese di luglio, già oggetto di mia interrogazione in consiglio (vedi link in calce), oltre che causa del repentino allontanamento dal Municipio di una dipendente colpevole solo di aver preso troppo a cuore una iniziativa tesa all’integrazione dei ragazzi disabili attraverso lo sport.”
“Sono i primi giorni di luglio quando la dipendente in questione (in carico al XIII Municipio ma in distacco politico presso la presidenza del nostro municipio) si accorge che pochi giorni dopo sarebbe scaduto un bando della Provincia indirizzato ai 19 municipi di Roma per attività sportive-culturali; 200.000 euro da ripartire sui vincitori del bando. La dipendente – che ha cognizione di causa avendo alle spalle significativa esperienza nell’attività di sostegno scolastico ai ragazzi svantaggiati – fa presente tale opportunità ad un personaggio che rappresenta a tutt’oggi uno dei tanti misteri della segreteria del presidente Giacomini: Diego Righini, autodefinitosi (e mai smentito) portavoce del presidente stesso. Questo signore, che presso quella segreteria detiene una postazione di lavoro, invita la dipendente a farsi promotrice della partecipazione al bando, garantendo il proprio interessamento presso il presidente nel caso in cui un progetto valido fosse giunto in tempo utile per essere analizzato, fatto proprio dal presidente stesso, ed inviato al gabinetto della Provincia.”
“La dipendente – continua Antonini – si fa carico di contattare persone con comprovata e decennale esperienza nel campo dell’integrazione sportiva per ragazzi disabili, invitandole a colloquio con il presidente, il quale, nel corso di quell’occasione, si dichiara completamente all’oscuro del bando. Come sia andato l’incontro e quali ne siano stati gli esiti lo potrete verificare attraverso la relazione che uno dei proponenti il progetto mi ha inviato e che ho provveduto ad allegare a questa lettera ai cittadini. Anticipo solo che il proponente ha lasciato il Municipio Roma XX con le più ampie rassicurazione che il progetto presentato sarebbe stato inviato in Provincia; a tal riprova a tale progetto viene assegnato un numero di protocollo in uscita (mittente, presidenza del Municipio Roma XX, destinatario Provincia di Roma).”
“L’epilogo di questa triste storia è il seguente” incalza Antonini.
1. il progetto di integrazione attraverso lo sport di ragazzi con disabilità, pur essendo stato protocollato in uscita dalla presidenza del municipio (e quindi in teoria partito), non è mai giunto alla struttura di destinazione (Provincia)
2. un progetto finalizzato a diffondere i principi della guida sicura nelle scuole (solo una versione blandissima di ciò che si fa a scuola guida), seppur privo di un protocollo in uscita dalla presidenza, è invece giunto a destinazione (Provincia), perdipiù sottoscritto dal legale rappresentante del municipio Roma XX, Gianni Giacomini.
– la dipendente che si è fatta parte attiva nella partecipazione del municipio ad un finanziamento pubblico e che lo ha fatto credendo nella bontà di un progetto teso all’integrazione sportiva dei disabili, ha visto revocato il proprio distacco politico su due piedi, addirittura a sua insaputa mentre era in ferie. Al suo ritorno è stata quindi costretta ad abbandonare di corsa il municipio Roma XX – che certo non può permettersi ulteriori riduzioni di personale – per tornare nell’ufficio di provenienza. La sua colpa? Non aver supinamente piegato la testa quando il presidente ed il suo valente staff (portavoce+segreteria) hanno deciso di partecipare al bando della Provincia con uno dei tanti “progetti da bar di periferia” invece che con quello diretto ai disabili. Altra colpa della dipendente: aver detto a me, allora presidente della commissione trasparenza nel pieno esercizio delle mie funzioni, dell’esistenza del bando della provincia e del progetto per i disabili.
Ho presentato un’interrogazione in aula ricevendo una risposta scritta “praticamente” farneticante (vedi link in calce). E’ bene che leggiate entrambe.
Qual’è la morale di questa storia ? E’ semplice. Tutto il personale è stato avvertito e tutti l’hanno ben recepito: nel XX Municipio il personale dipendente non è tenuto a prendere iniziative personali (quantunque nell’interesse dei cittadini) e, men che meno, ad aver rapporti con chi è in contrasto con la presidenza. La pena è immediatamente esecutiva: provvedimenti disciplinari o, ancora meglio, allontanamento.
Per la mia interrogazione cliccare qui mentre per leggere la risposta cliccare qui . Alla prossima.
Andrea Antonini, Capogruppo La Destra XX Municipio. “
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Leggerò tutte le puntate.
Quando ho conosciuto il Sig. Giacomini nell’ultima campagna elettorale presso l’Hotel River Chateau via Flaminia 520, (ospite congresso UDC) mi aveva fatto un’altra impressione!
Anche a me.
Dopo quasi due anni di quotidiana verifica del modus operandi dei presidenti in carica, sento il dovere di rendere pubblico l’atteggiamento di ha reso il detto “forte con i deboli e debole con i forti” uno stile di vita.
Passi – fino ad un certo punto – l’inconsistenza politica, passi la costante mancanza di rispetto nei confronti del Consiglio – che spesso questo rispetto non merita – passi la sistematica volontà di scaricare su altri le responsabilità delle proprie scelte – o non scelte – ma l’atteggiamento arrogante e prevaricatore nei confronti di chi è costretto a stare in Municipio per portare uno stipendio a casa, non può essere tollerato.
Alla prossima puntata.
Gentile Consigliere Antonini, ho letto tutto con molta attenzione e anche io attendo le prossime puntate. Desidero, invece, fare una precisazione sul termine “portavoce” di un legale rappresentante di Istituto o di una Istituzione. Un “portavoce” non è altro che un “addetto stampa” e come tale deve essere assunto con un regolare contratto di “prestazione di opera professionale”, perchè DEVE essere OBBLIGATORIAMENTE un iscritto all’Ordine dei Giornalisti, che sia di Roma e del Lazio o di una qualsiasi altra regione. Qualora invece il soggetto fosse impiegato nell’Istituzione, sia a livello di funzionario o di dirigente, poco importa, deve essere inquadrato con lo stipendio previsto, ma NON DEVE ritenersi il “portavoce” di nessuno, perchè diventa un “abuso di titolo”.
Sono regolarmente iscritta all’Ordine dei Giornalisti di Roma e del Lazio dal 4 maggio 1974, conosco molto bene la legge sulla stampa e tutte le norme obblgatorie, che ho sempre rispettato, soprattutto non aspiro a diventare il “portavoce” di nessuno, quindi come Le sarà facilmente comprensibile, gentile Consigliere Antonini, non nutro nessun interesse personale.
Cordiali saluti.
Giuliana
signora Giuliana,
per gli addetti stampa, anche di una istituzione, non è necessaria l’iscrizione all’Ordine professionale. Del resto l’Odg ancora non si risolve a creare un albo specifico per questa categoria con molta stizza giustamente degli operatori.
Ciò non esclude ovviamente l’obbligatorietà di regolari contratti.
Angelo
Gentile dott.ssa Giuliana,
condivido appieno le sue ragioni e ne conosco i presupposti legali. Siamo tuttavia in un municipio in cui la confusione di ruoli, cariche e competenze, regna sovrana.
Peraltro ritengo che i presidenti avrebbero vitale bisogno di un portavoce “autentico”, perchè la loro capacità comunicativa la lascio giudicare a chiunque li abbia sentiti parlare almeno una volta.
Sarà forse questa consapevolezza che blocca da quasi un anno l’adozione di un provedimento adottato all’unanimità in Consiglio: quello sulle dirette web delle sedute.
Cordiali saluti
Cons. Andrea Antonini
Gentile Consigliere Antonini,
prima di tutto la ringrazio della sua cortese risposta e desidero sottolineare che certamente non voleva essere una precisazione nei suoi confronti. Me ne guarderei bene, lei mi sta pure simpatico!!! Le passo anche un’ulteriore curiosità: lo sa che oltretutto i giornalisti non hanno neppure titoli accademici? Quelli che, boriosamente, se ne fregiano, noi li emarginiamo….
In attesa delle dirette Web del Consiglio, però, si potrebbe fare un piccolo sforzo e aggiornare, nel frattempo, il sito del Municipio. Non crede? Sarebbe già qualcosa!
Cordiali saluti e buon lavoro.
Giuliana
Gentile Signor Angelo, non desidero contraddirla perchè non ho il piacere di conoscerla, perchè ai lettori di queste pagine forse l’argomento non interessa e rischiamo di uscire dal seminato, cioè dai problemi che riguardano il nostro territorio. Si disserta da almeno 30 sul discorso degli Uffici Stampa nella Pubblica Ammnistrazione, alla quale, di solito, fa piu’ comodo servirsi di “personale” a vario titolo senza applicare il contratto di prestazione d’opera professionale, per ovvii motivi economici. Ho fatto parte per un certo tempo anche del GUS (Gruppo Uffici Stampa) e la diatriba continua, però in alcune regioni, che definirei piu’ avanzate, è stato regolarmente applicato il contratto come previsto dagli ordini dei giornalisti. Purtroppo, spesso, l’addetto stampa viene scelto soltanto per opportunità politica senza avere i requisiti previsti dalla legge. Se avremo occasione di incontrarci nel corso di qualche manifestazione del Municipio Roma XX, sarò molto lieta di proseguire il discorso con lei. Non mi tiro certamente indietro, ma sapesse quanti risvolti ci sono e quanto ho sempre battagliato!
Cordialmente. Giuliana
Mi scuso con la redazione se approfitto di questo spazio, ma vorrei informare il signor Angelo su una precisazione pervenutami, fresca fresca, da Milano.
La III sezione giurisdizionale centrale d’appello della Corte dei Conti ha condannato al risarcimento per danni erariali alcune soggetti appartenenti ad una Istituzione, in relazione all’incarico di “portavoce” , affidato ad una persona che risultava priva dei requisiti previsti dalla legge. Il portavoce dovrà risarcire Euro 146,800 piu’ altri 15.000,00. La legge sulla privacy mi impone di non scendere in dettagli. Non posso proprio.
Grazie.