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Festival del Film: una gemma il documentario su Emitt Rhodes, star dimenticata del pop americano

Galvanica Bruni

Ci ha riservato una piacevolissima sorpesa il pomeriggio trascorso ieri al Festival Internazionale del Film di Roma: abbiamo visto e apprezzato assai il documentario – in concorso nella sezione L’Altro Cinema Extra – The One Man Beatles cercando Emitt Rhodes firmato da Cosimo Messeri, il giovane regista italiano che attraversa l’oceano alla ricerca di questa misteriosa star del pop americano caduta nell’oblio da 35 anni.

Mentre entriamo nell’area dell’auditorium, notiamo immediatamente una folla di ragazzine addossate sulle transenne nell’ attesa spasmodica di veder passare sul red carpet alcuni dei giovani protagonisti del nuovo film della saga di Twilight:New Moon, che uscirà nelle sale italiane il 18 novembre. Per ora i fans (soprattutto le fans) che sono riusciti ad accaparrarsi l’ultrasospirato biglietto per la Sala Sinopoli devono “accontentarsi” dei primi venti minuti e della lettura di alcuni brani del libro da cui la pellicola è tratta. Considerato che abbiamo superato da pochi mesi la (fatidica?) boa dei quarant’anni (scusate per il riferimento personale ma non vorremmo apparire snob, almeno in questa circostanza!), tiriamo dritti e siamo lieti di incrociare Paolo Villaggio, mentre il temporale che ha colpito la capitale offre una tregua. Tra i primi, facciamo il nostro ingresso nel Teatro Studio e ci sediamo in posizione strategica.

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Il giovane regista Cosimo Messeri parte da Roma ed arriva nei sobborghi di Los Angeles con l’intento di “stanare” Emitt Rhodes, cantante americano che ebbe una breve ma meritata fama tra la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta. In trentacinque anni, di Rhodes si sono perse le tracce e non se cosimo-messeri.jpgne sa più nulla. Messeri, che è nato nel 1985 a Fiesole e che si è fatto le ossa lavorando come assistente alla regia insieme a Nanni Moretti e Carlo Mazzacurati, trova Rhodes sull’elenco del telefono e lo va a trovare nella sua casetta piena di chitarre, di amplificatori e di ricordi. Ne segue un ritratto lineare, limpido, ammirato, ben girato – con trovate stilistiche originali e sopraffine – che si avvale di interviste alle componenti  delle Bangles (grandi estimatrici del cantante), ai suoi amici e alle persone che con Rhodes hanno lavorato. Naturalmente ascoltiamo la musica e le parole dello stesso protagonista che, ingrassato e con la barba bianca, dal viso ancora bello e dagli occhi meditativi e tristi, gentile, ironico e disincantato, parla della sua vita attuale e del suo passato.

Emitt Rhodes nasce nel 1950 nell’Illinois ed inizia a conoscere la celebrità come cantante e leader dei Merry-Go-Round, una band nata nel 1966 sulla scia dell’onda pop-rock seguita all’esplosione dei Beatles ed arrivata in modo dirompente anche al di la dell’oceano. La musica, la miscela, che ne risulta è una contaminazione tra il sound della west coast americana e le sonorità del quartetto di Liverpool, possedendo una sua profondità ed un suo carattere specifico. Nel 1969, proprio quando si sciogle, il gruppo ottiene un contratto con l’etichetta A & M Records. Rhodes va comunque avanti e registra le canzoni per un album solista – The American Dream – che la casa discografica decide di non pubblicare in quel periodo (lo farà solo nel 1971).
A questo punto, Rhodes, che ha firmato un nuovo ma proibitivo contratto con l’etichetta ABC/Dunhill Records – sei album in tre anni – con l’anticipo datogli dalla nuova casa discografica compra tutta la strumentazione necessaria per attrezzare uno studio di registrazione nel garage dei suoi genitori. Impiega quasi un anno ad ultimare il suo primo disco, che porta il suo nome, perchè è un perfezionista e perchè vuole fare tutto da solo. Nell’album d’esordio, come nei due che seguiranno, Emitt scrive i testi, suona tutti gli strumenti e canta tutte le parti vocali.

Emitt Rhodes , uscito nel 1970, è un successo, apprezzato dal pubblico e dalla critica. Spiccano i testi poetici (“per ogni goccia di pioggia devi avere un raggio di sole, per ogni lacrima un sorriso per qualcuno, per ogni cielo grigio un cielo azzurro, per ogni amor perduto un amore nuovo”) e la sua voce emitt-rhodes.jpgcristallina, dal timbro vocale simile a quello di Paul Mc Cartney (questo alimenterà la leggenda metropolitana secondo la quale i dischi di Rhodes non erano nient’altro che “scarti” dei Beatles da poco sciolti). La rivista Billboard defisce Rhodes uno dei più raffinati artisti della scena musicale dell’epoca e il suo album d’esordio come uno dei migliori del decennio. Il cantante realizza altri due ottimi album, che hanno però un successo limitato: Mirror (1971) e Farewell to Paradise (1973). Il titolo dell’ultimo disco sembra contenere un presagio oscuro e sinistro: la casa discografica, che nei tre anni si era preoccupata più del rispetto del contratto che della promozione dei dischi, intenta una causa contro di lui per “mancato rispetto dei termini contrattuali”, e lo priva di 250 mila dollari e di tutti i suoi diritti d’autore.
Nel 1974, a soli 24 anni, quando era sul punto di sfondare, Emitt Rhodes cade nell’oblio. Trentacinque anni dopo, il cantautore, che come molte persone che possiedono un animo sensibile, è stato a lungo depresso (non per la mancata fama, della quale si disinteressa totalmente) ha composto nuove canzoni e suona in un gruppo. E’ troppo tardi per riuscire a pubblicare un nuovo disco? Certo è che il talento c’è ancora tutto…

Speriamo davvero che questo documentario, questa gemma dalla durata di poco inferiore ai sessanta minuti, possa ottenere un riconoscimento qui al Festival, giunto quasi alla conclusione.

Appuntamento a domani, con i premiati della quarta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma.

Giovanni Berti

4 canzoni di Emitt Rhodes su YouTube: http://www.youtube.com/watch?v=3CvzawbXLS8   Discografia: Emitt Rhodes (1970) Mirror (1971) The American Dream (1971) Farewell to Paradise (1973)   Nel 2009 è uscito il doppio cd “The Emitt Rhodes Recordings 1969 – 1973” che contiene le canzoni rimasterizzate dei quattro album.

THE ONE MAN BEATLES Italia 2009 Durata: 52′ regia Cosimo Messeri – cast Emitt Rhodes, Joel Larson, Keith Olsen, Michael Penn, Matt Malley, Allison Anders, The Bangles, Ray Paul, Janice Fortier, Dan Mayer, Jim Rolfe  – sceneggiatura Cosimo Messeri –  fotografia Roberto Meddi – montaggio Cristiano Travaglioli – musica  Emitt Rhodes – produttore Edoardo Scarantino – produzione Osvego Film, Bi.Bi. Film, Argonauti – produttori associati: Angelo Barbagallo, Carlo Mazzacurati, Tony Bless, Janis Ashley

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