Ieri il Festival Internazionale del Film di Roma ha presentato fuori concorso Io, Don Giovanni, l’ultimo lavoro di Carlos Saura, regista spagnolo dalla lunga e scintillante carriera alla quale manca solo l’Oscar, incentrato sulla figura di Lorenzo Da Ponte, poeta e scrittore libertino che presso la corte di Vienna lavorò insieme a Mozart firmando il libretto di tre opere immortali quali Le nozze di Figaro, il Don Giovanni e Così fan tutti.
Sono passate da poco le 18 e sul palco della Sala Sinopoli fanno il loro ingresso i musicisti. Sì, perchè la proiezione della pellicola è preceduta da un breve concerto nel quale vengono eseguite quattro arie estratte dal Don Giovanni e da Le nozze di Figaro. Il quintetto d’archi più pianoforte, che si esibisce utilizzando strumenti d’epoca risalenti al XVIII secolo, è diretto ed orchestrato da Nicola Tescari, il maestro che si è occupato di dirigere ed orchestare le musiche nel film di Saura. I cantanti che ascoltiamo con piacere sono gli stessi che prestano le loro possenti voci nel corso della pellicola.
Terminato il concerto, sul palco sale Piera De Tassis che, mentre viene liberata la scena per l’imminente proiezione, sottolinea il carattere multiculturale della rassegna romana dicendo che non si tratta solo di cinema. Subito dopo, il direttore artistico del festival introduce il protagonista Lorenzo Balducci, il direttore della fotografia (ma lui preferisce deinirsi cinefotografo o all’americana cinematographer) Vittorio Storaro e il regista Carlos Saura. Il filmaker spagnolo si dice molto contento di essere tornato a Roma, si considera un poco italiano anche se parla male la nostra lingua (in realtà se la cava) e non vuole anticipare nulla sul film che stiamo per vedere. Storaro, dopo aver ricordato che questa è la sua quinta collaborazione con Saura, afferma che un film è fatto di immagini, musica e parole e questa pellicola le contiene tutte. Infine, Balducci dichiara che ancora adesso non riesce a descrivere la sensazione che ha provato lavorando per un mostro sacro come il regista spagnolo. I tre scendono dal palco, nel frattempo sgombro da pianoforte, microfoni e leggii, e si vanno a sedere in platea insieme alla nutrita delegazione del film. Vengono presentati gli altri attori, le costumiste, gli scenografi e il produttore Andrea Occhipinti.
Buio in sala, comincia la proiezione. Nato nel trevigiano da una famiglia ebrea poi convertitasi al cattolicesimo per consentire al padre rimasto vedovo di risposarsi, Lorenzo Da Ponte (interpretato da Lorenzo Balducci) viene ordinato sacerdote nel 1773 e si trasferisce a Venezia dove conosce Giacomo Casanova (Tobias Moretti) e dove, nonostante ottenga grandi riconoscimenti come insegnante di letteratura, conduce una vita dissoluta e spregiudicata a causa della quale viene bandito per 15 anni dalla Serenissima. In esilio, arriva a Vienna nel 1781, dove per intercessione di Antonio Salieri (Ennio Fantastichini), conosciuto tramite l’amico Casanova, diviene poeta di corte dell’imperatore Giuseppe II. Qui incontra Mozart (Lino Guanciale) e dal loro connubio nasce il Don Giovanni , opera rappresentata nel1787 e della quale Da Ponte scrive il libretto.
La pellicola si lascia apprezzare per diverse ragioni: innanzitutto per la musica, possente ed evocativa, sempre al centro della scena e della narrazione (complimenti a Nicola Tescari). Poi, per i chiaroscuri suggestivi, per le luci e le ombre che investono e circondano i personaggi e gli ambienti dando loro vita, sostanza e profondità (il tre volte premio Oscar Storaro è una solidissima garanzia). Le costumiste Marina Roberti e Birgitt Hutter hanno fatto un ottimo lavoro, la storia è ben congegnata e i dialoghi sono frutto di una sceneggiatura curata e brillante. Efficace la ricostruzione della Venezia di fine Settecento, mentre ci sembra una scelta voluta quella di rendere la Vienna del XVIII secolo come se fosse una scenografia di un teatro dell’opera – le scenografie sono curate da Paola Bizzarri e Louis Ramirez – quasi a voler sottolineare il parallelismo e l’intreccio tra la vita di Lorenzo Da Ponte e la vicenda narrata nel Don Giovanni. Particolarmente riuscite e significative le sequenze nelle quali Saura, che dirige la pellicola con grande sicurezza, mostra il processo creativo che porterà alla nascita del Don Giovanni.
Tra gli attori ci sono piaciuti particolarmente Lino Guanciale nella parte di Mozart ed il grande Ennio Fantastichini (guardatevi Porte Aperte, Ferie d’Agosto o Fortapasc: ne apprezzerete una volta di più lo straordinario talento) nei panni dell’untuoso Salieri. Tobias Moretti, nel ruolo di Casanova, ci convince più all’inizio che nella parte finale. I giovani protagonisti Lorenzo Balducci ed Emilia Verginelli sono bravi e belli, ma la loro recitazione ci è sembrata spesso accademica ed impostata. Alla fine della proiezione, gli spettatori applaudono calorosamente il regista spagnolo e il cast del film.
Appuntamento a domani, per parlare della trilogia Red Riding, maratona di tre films tratti dai romanzi noir di David Peace in programma oggi alle 18.00 alla Sala Cinema Lotto di via Norvegia nel Villaggio del Cinema.
Giovanni Berti
Io, Don Giovanni, Italia, Spagna 2009 Durata: 127′, Regia Carlos Saura Cast Lorenzo Balducci (Lorenzo Da Ponte) Lino Guanciale (Mozart) Emilia Verginelli (Annetta), Tobias Moretti (Casanova), Ennio Fantastichini (Antonio Salieri), Ketevan Kemolidze (Adriana Ferrarese/Donna Elvira) Sceneggiatura Carlos Saura, Raffaello Uboldi, Alessandro Vallini Fotografia Vittorio Storaro
SELEZIONE UFFICIALE, FUORI CONCORSO Ulteriori proiezioni nell’ambito del Festival Internazionale del Film di Roma: mercoledì 21 Ottobre ore 15.00 Sala Cinema Lotto (Via Norvegia, Villaggio del Cinema) giovedì 22 Ottobre ore 19.30 Metropolitan sala 2 (Via del Corso, 7)
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C’ero anch’io: complimenti per la cronaca molto precisa: aggiungo che in un cammeo c’era un irriconoscibile Franco Interlenghi, (che ha iniziato giovanissimo la sua carriera nel film Sciuscìà,) nella parte del padre di Annetta.