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Roma – al via il Carnevale Roma09

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semel in anno licet insanire

maschera.jpgIl Comune di Roma ha annunciato “Carnevale Roma 09”. Dal 19 al 24 febbraio Roma vivrà una settimana vorticosa, forse anche troppo, con un cartellone fitto di appuntamenti ispirati alla tradizione del carnevale che fu ma che, secondo gli intendimenti capitolini, viene oggi rivisitata in chiave moderna in un’ottica contemporanea. Balli in maschera a piazza Navona, carri allegorici e figuranti, sfilate con cavalli e spettacoli di arte equestre a piazza del Popolo, fuochi d’artificio sulla terrazza del Pincio, spettacoli itineranti  ovunque allieteranno – come si suol dire – grandi e bambini, il tutto per ben cinque giorni consecutivi.
Questi eventi si concentreranno nelle strade e nelle piazze del centro ma numerosi Municipi, fra i quali il XX, hanno gia’ aderito con loro proposte che saranno realizzate localmente.

Salutata ed osannata da tutti come un ritorno al tradizionale carnevale romano, scomparso ormai da un secolo, questa manifestazione di forzata allegria ci trova invece scettici.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

Saremo probabilmente tacciati di essere dei bastian contrari ma riteniamo che il passaggio storico in cui vive la citta’, la domanda ed il bisogno inappagato di sicurezza, la crisi economica alla quale Roma non e’ estranea, il bilancio capitolino in discussione in questi giorni nel quale sono previsti tagli significativi (solo per citare alcuni dei temi d’attualita’di questi giorni) avrebbero dovuto richiedere un briciolo di maggiore sobrieta’ da parte del Campidoglio.
Calano drasticamente i posti di lavoro, calano i consumi, cala fortemente il potere d’acquisto dei salari, la crisi, quella vera, è ancora – a detta degli esperti – di là da venire, calano le risorse economiche del Comune  ma contemporaneamente aumentano gli indigenti, i poveri ed i bisognosi e quindi la domanda sociale, aumentano le buche e la necessita’ di manutenzione stradale e noi folleggiamo per cinque giorni consecutivi?

Poco che siano costati al Campidoglio questi festeggiamenti carnevaleschi, si dice 200/300mila euro, quante nottate al caldo avrebbero garantito ai senza-tetto, quante buche sarebbero state colmate, quante strade sarebbero state pulite?  Forse sarebbero bastati ad avviare la bonifica di Via Mastrigli
Retorica o realismo? Fate voi.
A noi appare comunque bizzarro che da parte di chi si e’ dichiarato sempre contrario alla politica dell’effimero delle precedenti giunte capitoline basate – secondo le critiche – sulla strategia del panem et circenses oggi sia stato dato il nulla osta al Canevale Roma09, un altrettanto effimero evento una-tantum al termine del quale Roma si trovera’ nuovamente a fare i conti con i suoi attuali problemi.

Ma tant’e’. Semel in anno licet insanire dicevano i nostri padri, e quindi via ai festeggiamenti carnevaleschi.   

Segnaliamo dunque, per dovere di cronaca, che nel XX Municipio all’Ice-Park di Viale Tor di Quinto si terra’ una festa sul ghiaccio venerdì 20  e sabato 21 febbraio a partire dalle 18 mentre martedi’ 24 febbraio, sempre nello stesso luogo, si concluderanno i festeggiamenti carnevaleschi con il “Veglionissimo di Carnevale”. Per prendere visione dell’intero programma del Carnevale Roma09 e’ sufficiente invece cliccare qui oppure chiamare il contact center cultura e spettacolo del Campidoglio (060608) tutti i giorni dalle 9 alle 22.30 ovvero navigare sul sito http://www.060608.it/. (Red.)

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18 COMMENTI

  1. Sarà, ma a Roma Nord siamo alquanto abituati a carnevalate, anche fuori stagione, basti pensare alle visite dei politici come Giacomini e De Lillo alla discarica di Via Mastrigli per fare vedere a quegli illusi dei cittadini le nuove cravatte sgargianti , oppure le emozionanti riunioni straordinarie del consiglio, i documenti sventolati sotto il naso dei consiglieri ….
    Viva Giacomini, viva Alemanno, viva il Carnevale di Roma Nord !!!

  2. e non è panem et circenses pure questo ? Per fare dimenticare stupri, delinquenza, mancanza di sicurezza, negozi vuoti e strade sconquassate il comune ha pensato bene che una settimana di baldorie e di carnevalate sarebbe servita a tirare sù il morale dei romani ? Che fini psicologi al campidoglio.

  3. dato che siamo in tema di carnevale e lo spirito critico dei lettori non manca, perchè la redazione di VCB non propone in alternativa a quella simpatica buffonata del Premio Ponte Mollo un proprio premio, una tapirata, una intervista piccante o cose similari per coinvolgere, sempre con simpatia e apprezzamento, “er mejo bellicapelli” del Municipio o del Comune ?
    Insomma, una idea ….. ne avete altre ?
    ciao 😉

  4. Al contrario di chi mi ha preceduta, io credo che questo carnevale costituisca un’importante iniziativa culturale che puo’ aiutare la scoperta delle nostre tradizioni cittadine e soprattuto a far capire ai giovani che esistono modi diversi per divertirsi.
    Ha fatto bene il comune ad organizzare il carnevale, non esistono solo le discoteche o le lunghe serate davanti a un wine-bar con il bicchiere in mano, ci sono tanti altri modi per passare una serata in allegria scoprendo contemporaneamente le radici culturali della nostra città. Sono soldi spesi bene, anche se qualche buca resterà senza asfalto o se questa via Mastrigli, che non so dov’è, dovrà aspettare qualche giorno di piu’.
    Fausta

  5. Dal tono naif, gaio e frizzante del commento della sig.ra Fausta, sembra che questa gent.ma sig.ra non abbia mai avuto la sventura di trovarsi sotto la finestra tonnellate di immondizia accatastate da eco-mafiosi. Beata lei.

    Altrettanto immaginiamo che la sig.ra Fausta non sia mai stata minacciata di morte per avere difeso il diritto alla salute dei suoi figli e del valore dei propri risparmi investiti in un appartamento con vista sulla migliore malavita positanese.

    Centinaia di bombole del gas stipate in microappartamenti di pochi metri quadrati sono ugualmente una preoccupazione forte per le 203 famiglie che si sono unite in Comitato Civico.

    Ma tutto sommato non ci sentiamo di condannare la leggerezza del suo commento, in fondo quello che dice la sig.ra Fausta è in linea con l’andazzo carnevalesco di chi gestisce il Municipio e il Comune.

    Se comunque un giorno, dopo il periodo di carnevale (che al Municipio XX e al Comune grazie allo stile impresso dal sindaco Alemanno, ormai dura tutto l’anno) la sig.ra Fausta volesse verificare di persona cosa vuole dire il termine degrado e degradante, saremmo ben lieti di mostrarle delle situazioni che potrebbero cambiare la sua idea su come dovrebbero essere spesi i soldi di noialtri cittadini vessati e presi in giro. Altro che carnevalate pagate con le nostre tasse!!!

    A Sua disposizione,

    Comitato Cittadini Villaggio dei Cronisti
    email: ccvcronisti@live.it

  6. Ma certo signora Fausta, vuol mettere una bella serata alla scoperta di nuovi modi per divertirsi con il diritto alla salute di un branco di scocciatori che da anni si battono per rimuovere una discarica e per non vivere nel degrado ?

    Ci perdoni allora per aver impunemente portato all’attenzione di questo municipio una vicenda cosi’ irrilevante disturbando tutti coloro che erano totalmente presi ed assorbiti dalla riscoperta delle antiche tradizioni.

    Dopotutto ha ragione, se “questa via Mastrigli che non sa neanche dov’e'”, dovra’ affogare nel degrado e nella mondezza per quanche mese in piu’, non sarà certo la fine del mondo!

  7. Fausta ha ragione.
    Il carnevale è parte della storia, della tradizione e della cultura della nostra città. Una tradizione da riscoprire e rivalutare in memoria del glorioso Carnevale romano dell’Ottocento immortalato da opered’arte e letterarie di grandi artisti dell’epoca.

    Tradizioni sparite come il Natale di Roma che in passato si volle togliere anche come festività per i dipendenti dle Comune e che negli ultimi anni è stata ridotta a inaugurazioni di monumenti dall’Auditorium alla Csa del Jazz senza però ricordare la storia di roma antica. Quanti romani conoscono la data del Natale di Roma? Io credo molti pochi. Il Gruppo Storico ROmani da anni riunisce a Roma il meglio dei gruppi internazionali di rievocazione storica di ambientazione romana per una parata (ma organizza anche altre iniziative) il giorno del Natale di Roma, ebbene il Comune non gli ha concesso l’autorizzazione. Il motivo?Misterioso.

    Come la festa de Naontri caduta così in basso negli anni passati da spingere l’Accademia Giuseppe Giocchino Belli a raccogliere centinaia di firme di cittadini romani per far laritornare nell’aveo della tradizione romanesca e a iniziare anche un’azione legale contro il Comune che non rispettava nell’organizziarla le decisioni prese in una delibera.

    Far rinascere il Carnevale romano o le altri tradizioni non è sempllice e richiede tempi lunghi. Ma se mai si inizia a lavorarci in prospettiva di una crecita negli anni mai si potrà recuparere ua tradizione che avrebbe anche notevoli ripercussioni economiche sulla città grazie ai turisti che potrebbe attirare in queste occasioni.

    Beh vengano la Notte Bianca e la Festa del Cinema (non è una polemica) ma quanto si potrebbe fare e ottenere dal recupero di tradizioni che affondano le origini nella storia e nella cultura di Roma? Con un altro vantaggio:l’educazione delle giovani generazioni. Che non mi sembra poco. anche in un’ottica di lotta al bullismo, alla devianza e all’emergenza educativa.
    Ad esempio per il Natale di Roma quest’anno l’assessore alla Scuola Laura Marsilio ha avviato un nuovo programma nelle scuole lementari e superiori che attraverso la storia, l’arte e altre discipline veicola valori di convivenza sociale che molti sociologi e psicologi ritengono importanti per ragazzi immersi nella moderna società dell’eterno presente e dell’immeditezza.

    Certo, ci sono altri problemi in XX come in tutta la città. Ma se ragioniamo in questo modo ci saranno sempre problemi più grandi nel quartiere, in IItalia e nel mondo. E la cultura, in qualsiasi forma essa sia, verrà sempre per ultima. Invece dovrebbe occupare il primo posto in una nazione civile. E’ anche come antidoto alla crisi economica. Puntare e valorizzare la cultura e l’immenso patrimonio storico-artistico e paesaggistico mondiale che ospitiamo in Italia e a Roma significa investire sul futuro e su quella che è la nostra vera peculiarietà nel mondo, il nostro vero made in Italy.

    Angela

  8. Certo signora Angela, l’importante sono le tradizioni.
    Se poi i residenti di Via Mastrigli ricevono minacce di morte solo per aver difeso il proprio diritto alla salute, se vivono con l’immondizia sotto il naso perche’ per bonificare la discarica abusiva *i fondi non ci sono*, se devono fare i conti tutti i giorni con un degrado vergognoso, tutto questo non importa.
    Evviva il carnevale, evviva il ventesimo municipio.
    Noi residenti di Via Mastrigli vogliamo davvero ringraziarla per la grande sensibilità dimostrata verso questo problema.
    Le auguro un giorno di trovarsi nella nostra stessa condizione e di leggere le stesse parole, che lei e la signora Fausta avete speso con leggera superficialità su una questione cosi’ delicata.

  9. Ma come!!!

    Prima manifestazioni del genere, come ad esempio la tanto denigrata notte bianca, erano uno spreco e si dovevano spendere i soldi in altro modo mentre adesso no?

    Un po di serietà ed un bell’esame di coscienza cara Angela.

  10. Quanto scalpore per un semplice e ben definito nel tempo periodo di carnevale !
    Non per altro ma a livello di “maschere” dovremme esserci abituati , quindi perchè stupirsi ?

    Per 365gg l’anno noi siamo come Pantalone , amministrati da una serie di Pulcinella che si avvalgono spesso degli Arlecchini servi sciocchi.
    Godiamo sempre di una serie di coriandoli giganti con scritto sopra fatti e malfatti dell’uno o dell’altro.

    Solo che il pagare ulteriormente per ufficializzare un carnevale che dura da anni non lo trovo affatto divertente, visto il periodo di magra.
    Tanto valeva passare subito alla quaresima.

  11. Sono pienamente daccordo con la Sig.ra Angela, ben vengano il ritorno di tradizioni purtroppo sparite, tradizioni romane, se fosse per me il 21 aprile lo renderei festa nazionale.

  12. Il carnevale recupera le tradizioni… dell’ottocento… poi ci sono i pulcinella che ci governano tutti i giorni, quindi quanto scandalo, ma quante storie, facciamo questo carnevale.

    Ai tempi di Veltroni neanche i consiglieri del PD facevano una cosi strenua difesa di parte. Angela lei non fa bene al Sindaco se in ogni articolo lo difende anche senza motivo. Il carnevale è una festa come le altre, ma dire che serve anche per risolvere il fenomeno del bullismo, rasenta il ridicolo.

    E solo che si è detto che Roma non doveva essere la città delle feste del cinema, delle notti bianche, mentre i problemi veri sono altri… la sicurezza, l’ordine. E ora?
    C’è il carnevale. Angela non ci nascondiamo dietro un dito. I problemi ci sono come c’erano prima, tutto quanto dipende da come vengono affrontati. E in molti casi vedi la vicenda dei campi nomadi, vedi via Mastrigli, l’approccio è totalmente sbagliato, se è esiste.

    Daniele Torquati
    Cons. Municipio Roma XX -PD-
    danieletorquati@virgilio.it

  13. La vicenda di via Mastrigli, per mia fortuna, non mi coinvolge direttamente, ma ritengo che vada esaminata con molta serietà e grande rispetto per chi la subisce quotidianamente e non trattata alla stregua di una grana che un giorno o l’altro bisognerà risolvere… Non ci si stupisca se ciò genera indignazione!

    Angela credo che dica alcuni grandi verità. Un sindaco di Roma che non punti in modo deciso e integrato su politiche culturali di ampio respiro e politiche turistiche basate sulla qualità e sulla diversificazione dell’offerta, è un sindaco che commette un grave errore di valutazione politica ed economica. E si brucia le possibilità di rilancio della città. Il passato ci ha portato in dono un grandissimo vantaggio competitivo nel mercato globale: il nostro patrimonio storico, artistico, architettonico, culturale e religioso. Non investire nella sua tutela e valorizzazione (in senso molto ampio) significa compromettere la possibilità di attrarre risorse in modo continuativo, denari utili non solo al reinvestimento in questi settori, ma anche alle politiche di altro tipo… sociale, ambiente, formazione, sicurezza… che in tal modo avranno effetti positivi sulle politiche turistiche stesse. Quanta voglia si ha di andare in un posto con interessantissime testimonianze del passato, se si viene a sapere che i servizi di base non funzionano, le guide sono incompetenti, l’aria è irrespirabile per lo smog, il traffico paralizzato, i ristoratori o gli albergatori scostanti e maleducati, e così via…
    La cultura a Roma deve essere un pilastro.

    E credo sia sbagliato ragionare come fanno Simone e la Redazione (con tutto il rispetto, davvero), in termini del tipo “risorse usate per l’iniziativa culturale x, sottratte alla bonifica y”. Un bilancio non si forma come sommatoria di interventi puntuali sul territorio. Nasce, come sapete, dalla discussione politica in Consiglio sulla proposta fatta dalla Giunta; proposta che prevede una divisione delle risorse che si stima di avere a disposizione per l’anno a venire, E questa divisione, tolte le risorse già predeterminate (personale, interessi e rate di mutui, ecc.), viene fatta per grandi aggregati di tipo contabile (investimenti, spesa corrente) e di tipo politico (trasporti, ambiente, sociale…). Saranno poi gli assessori e i dirigenti a proporre un uso piuttosto che un altro (nell’ambito delle loro competenze) delle risorse loro assegnate. L’eventuale e successivo travaso di risorse da un settore all’altro non è un’opzione impossibile, ma di certo non semplice perché comporta una variazione del bilancio, che è un iter politico e amministrativo abbastanza complesso.
    In questo senso, ripeto “in questo senso”, alla domanda della Redazione: propenderei più per la “retorica” perché la realtà è un’altra… Sono però molto d’accordo con voi sulla poca sobrietà e opportunità dell’iniziativa carnevalesca!

    Infatti, cara Angela, mi chiedo se tra le tante possibili scelte in campo culturale, quella del “carnevale romano” sia la più adeguata, soprattutto se progettata in questo modo. Io sono molto ignorante su questo particolare evento e voglio fidarmi di lei quando ne illustra la gloria e i fasti dell’ottocento. Ma, sinceramente, io ho la sensazione che a tutt’oggi chiunque, al mondo, dovesse decidere di passare un bel carnevale, non verrebbe a Roma… andrebbe a Rio, a Salvador de Bahìa… e se proprio vogliamo restare in Italia, andrebbe a Venezia, a Viareggio o alla sfilata del proprio paesino d’origine… ma non verrebbe a Roma.
    Quindi la “domanda”, l’interesse, è pari a zero. Ma veniamo all’offerta. Abbiamo forse noi a Roma una consolidata esperienza nell’organizzazione di eventi e quant’altro per il carnevale? Mi sembra di no. Abbiamo infrastrutture (tipo sambodromo per intenderci) capaci di accogliere folle di tursiti-burloni e carri allegorici con ballerine apprezzate ad ogni latitudine? Direi di no. Abbiamo un tessuto sociale economico e produttivo locale (scuole di danza, sarti, artigiani vari) legato a questo tipo di eventi? No. Si tratta di un settore in cui gli investimenti hanno un ritorno rapido e sicuro? No. E, di contro, abbiamo noi a Roma infrastrutture, esperienza e piccole e medie imprese che girano intorno ad altri campi della cultura e settori dell’offerta turistica? Sì, “a tonnellate”.
    Per alcune di queste affermazioni, Angela, so che la pensa come me… Cito Quindi anche secondo lei si parte da zero e la strada è dura. Ma allora perché, mi domando, dovremmo investire sul carnevale romano?

    Non sarebbe più utile e coerente utilizzare le risorse – sempre troppo scarse – dedicate alla cultura, andando a rafforzare, complementare e migliorare gli “asset” di maggior pregio della nostra offerta? E non mi riferisco soltanto ai pilastri di sempre (vestigia del passato, turismo religioso), ma anche a quelli del presente (cinema, musica, sport) su cui hanno tanto investito (a torto o a ragione) le ultime Giunte?

    A mio avviso, un politico capace, non dico illuminato, ma almeno capace, è colui che quando è all’opposizione sa riconoscere i successi dell’avversario e che quando è al governo non distrugge quanto costruito in precedenza (magari per una stupida coerenza con un’aggressiva campagna elettorale), bensì lo rafforza e ne fa la base dei propri successi politici. Ma ci vuole intelligenza…

    La Festa del Cinema, la Casa del Jazz, gli impianti sportivi in costruzione, ecc sono un patrimonio dei cittadini romani. Il nuovo Auditorum è il più grande parco della musica in Europa, costruito da uno dei più stimati architetti del mondo. C’è stata una strategia molto forte e molto chiara su queste tematiche. Le risposte sono state incoraggianti. Bisogna lavorarci su e magari migliorare, ma cambiare rotta per rancore politico è un crimine nei confronti di tutti.

    Due o trecentomila euro, se queste sono le cifre, sono molto pochi per fare qualcosa di impattante (ci si acquista forse una pagina promozionale su un (1) giornale importante per una (1) settimana…) ma sono troppi per essere sprecati.

    Saluti

  14. Non so perché ma le citazioni in corsivo del mio precedente post sono sparite. Per completezza espositiva le riporto qui sotto.
    Buona giornata

    La domanda della Redazione era:
    Retorica o realismo? Fate voi.

    Mentre la citazione di quanto detto da Angela era:
    Far rinascere il Carnevale romano o le altri tradizioni non è sempllice e richiede tempi lunghi.

  15. Paolo, apprezzo molto la pacatezza de tuoi toni e la sensatezza del ragionamento, questo è vero riflettere e dibattere. Condivido con te, non puntare sull’immenso patrimonio culturale della nostra città sarebbe una follia assolutamente non giustificabile, così come follia sarebbe buttare a mare quanto di buono è stato fatto per modernizzare la cultura ed avvicinarla di più ai cittadini.
    Però mi sento invece di spezzare una lancia a favore della tesi della redazione,che conosco e della quale mi permetto di interpretare il pensiero espresso nell’articolo. E’ vero, il bilancio non è una sommatoria d’interventi ed il processo di sintesi dello stesso è lungo ed articolato e sta poi agli assessori spendere bene i fondi stanziati per ogni singola voce.
    Ma la provocazione che io ho recepito nell’articolo è proprio questa: si può mai spendere a Roma, città non a vocazione carnevalesca una cifra grande o piccola che sia per fare un carnevale ? il fatto in sè è già una pagliacciata. Il fatto, e qui ribadisco il mio accordo con l’articolista, che poi questa festa alla volemose bene venga fatta per la prima volta in un periodo di crisi di valori, di economia, di identità, di povertà in crescita fa diventare la pagliaciata una tragica buffonata, una tristissima caduta di stile, di insensibilità da parte di una giunta comunale che sembra essere su un altro mondo. Ma l’assessore Croppi non aveva proprio nessuna altra idea da attuare a Febbraio ? Ed allora lo sdegno che ti porta a dire: ma questi soldi non sarebbero stati spesi meglio in iniziative sociali anzichè ludiche di così bassa lega ma soprattutto così fuori luogo e tempo ?
    Buona giornata. Dario

  16. Concordo con Paolo: si tratta di scelte e gli amministratori accorti non cancellano per partito preso tutto quanto fatto dai predecessori. A ben vedere, nel caso specifico del Carnevale, un primo rilancio dei festeggiamenti fu tentato con le passate amministrazioni negli ultimi anni: penso ad es. agli eventi in IX Municipio e alla creazione di una nuova maschera del carnevale romano accanto a quelle storiche come Meo Patatta, Calandrino o Rugantino.
    Ben vengano quindi iniziative che puntino su quanto offre la nostra città come storia, tradizioni e cultura, presente o passata. Alcuni motivi li ho accennati nel mio precedente commento.
    La mia è una considerazione molto semplice: Roma in teoria non avrebbe bisogno di eventi per farsi conoscere e visitare dai turisti e dai suoi stessi cittadini (che molto spesso la conoscono poco, se non meno dei turisti) tanto è ricca di meraviglie. Ma in pratica per tenere alto l’interesse occorre creare nuovi eventi, iniziative,mostre,ecc. Si tratta di scegliere quali e lavorarci sopra. Scelte che necessariamente non comportano l’annullamento di altre prese in passato. Ogni amministratore fa le proprie.
    Il Carnevale romano potrebbe essere uno di queste iniziative. Ma trattandosi di Carnevale è fin troppo semplicistico che associarlo a pagliacciate per denigrarlo e polemizzare, dimenticando il vero significato della festa e il suo legame con la cultura della nostra città.
    “In un periodo di crisi di valori, di economia, di identità, di povertà in crescita” , scrive ad es. Dario, “la pagliacciata” diventa una “tragica buffonata”. Al contrario penso, come ho accennato nel post qui sopra, che non solo il Carnevale non sia una pagliacciata se non altro perché allora lo sarebbe anche quello di Venezia. Ma anche che sia un modo per far riscoprire e rivivere proprio valori e identità perduti, attirare turisti con ricadute positive sull’economia della città, far vivere ai cittadini la città e in questo caso con un occhio particolare ai bambini di cui spesso ci si dimentica, dare la possibilità di festeggiare il Carnevale anche a chi per la crisi economica non può permettersi festeggiamenti costosi in locali o di acquistare/ realizzarsi/affittare una maschera. Un po’ come il Capodanno in piazza: anche di questo Roma non aveva una specifica recente vocazione, ma con il tempo l’ha acquisita. Capodanno che, seguendo il ragionamento ‘divertimento-crisi economica-risorse comunali’, ha un costo per il Campidoglio e che questo anno si è svolto in tempi di crisi.
    Non tutti questi aspetti si vedranno subito, certo. Ma ritengo utile lavorarci su, incoraggiare, migliorare. Facendo i conti anche con le ristrettezze economiche che porteranno a eventi forse più semplici e meno sfarzosi e che soprattutto dovrebbero spingere gli amministratori a ulteriori scelte tra le varie iniziative e, forse, ad eliminarle alcune. Si scoprirà in questo modo ancora meglio quale strategia e quali tematiche il Campidoglio vorrà privilegiare.
    A proposito di progetti contemporanei della Roma degli ultimi anni che si potrebbero rilanciare, ad es., c’è la bella chiesa delle vele realizzata dall’architetto americano Meir a Tor Tre Teste. Un moderno esempio di architettura religiosa moderna in una periferia cittadina. Quanti cittadini l’hanno mai visitata? Quanti turisti? Potrebbe essere anche l’occasione per far conoscere a tutti, romani e no, un monumento di pregio e un quartiere che può e potrebbe offrire anche molto altro. Come, per fare un solo esempio, il Parco di Tor Tre Teste, il suo bacino lacustre, il punto di osservazione degli uccelli migratori che qui sostano.

    Angela

  17. Caro Cons. Torquati,
    su cosa io intendo su recupero delle tradizioni, Carnevale compreso, e sulla loro importanza anche educativa oltre che culturale sono già intervenuta nei miei precedenti commenti e anche i post di altri lettori ne hanno sottolineano e spiegato alcuni aspetti.

    Stesso discorso sul rapporto ‘spese per il Carnevale-problemi della città’.
    Vorrei però approfittare per tornare a chiedergli un’informazione, una richiesta che le ha fatto anche un altro lettore. Riguarda proprio via Mastrigli: nel comunicato stampa in cui annunciava un question time a Giacomini su questa situazione le ho domandato se cortesemente ci poteva informare anche sulla risposta ricevuta. Torno a chiederglielo adesso, aggiungendo ovviamente di scrivere la risposta non in questo commento ma nella sezione dedicata a via Mastrigli, essendo quello il luogo più adatto.

    Infine, vorrei gentilmente capire meglio questa affermazione che mi rivolge:

    “Angela lei non fa bene al Sindaco”

    Perché dovrei “fare bene al sindaco”? Credo al contrario che il sindaco, al pari dei politici, locali e no, debbano avere come obbiettivo “fare bene ai cittadini”, a tutti, sia a quelli che dandogli fiducia gli hanno deciso di votarli come proprio rappresentanti sia quelli che non li hanno votati. Non sono i cittadini a dover fare bene agli amministratori, ma gli amministratori a dover agire nell’interesse primario per il bene comune. Forse lei la pensa diversamente.

    Mi dice poi di fare una “strenua difesa di parte” e che “in ogni articolo lo difende senza motivo”.
    Ho abbondantemente spiegato più volte in questo blog che non difendo nessuno e che liberamente esprimo le mie idee argomentandole, cioè spiegando i motivi delle mie opinioni. Pensi che l’ho fatto proprio perché chiamata in causa sui motivi delle mie idee!
    Proprio non riesce ad immaginare che si possano essere cittadini (anche solo uno) che condivide alcune scelte dell’amministrazione? Cosa tra l’altro che non esclude se su altri temi io possa dissentire. E ragionamento che si potrebbe anche ribaltare nei confronti di chi invece vede tutto nero e sbagliato. A me non sembra che sia tutto una catastrofe universale, non lo era tutto prima e non lo è tutto ora.

    Lei mi dice:

    “Ai tempi di Veltroni neanche i consiglieri del PD facevano una cosi strenua difesa di parte”

    Sorvolando sul fatto che il PD è nato negli ultimissimi mesi dell’ultima giunta Veltroni, è proprio questo il punto: “i consiglieri” che difendono sempre e comunque l’operato del proprio sindaco.
    Voglio dire, io non sono consigliere di nulla e di nessuno ma solo un cittadino con le mie idee. Forse se ne è dimenticato. Come tale potrei anche dire per partito preso che Tizio ha sempre ragione e Caio sempre Torto, magari anche senza spiegarne i motivi.
    Ma un consigliere responsabile e serio non può. Almeno, così penso.
    Lei, caro Tarquati, è un politico e un consigliere eletto nel XX municipio. Ha dunque una grande possibilità e responsabilità rispetto a noi cittadini. Può concretamente agire sulle scelte dell’amministrazione “facendo bene a tutti i suoi concittadini” per risolvere i loro problemi “senza nascondersi dietro un dito” (un cittadin, al contrario, potrebbe anche farlo). L’impegno che ha preso ufficialmente candidandosi alle elezioni richiede “non una strenua difesa di parte” del proprio partito, ma una realistica valutazione delle situazioni e proposte di alternative concrete e valide a decisioni che non condivide.

    Ad es. (mi sembra di capire ma in caso mi corregga) non lei condivide i festeggiamenti per il Carnevale, spesa inutile in tempi di crisi, né iniziative che recuperino tradizioni cittadine, patrimonio della nostra storia, soprattutto se antiche. (Come saprà, oltre a essere una tradizione ottocentesca, il Carnevale romano già nel Rinascimento era più importante di quello di Venezia, e le origini della festa affondano addirittura all’epoca dei romani nei lupercali). Mi immagino, allora, che si sarà mosso con atti concreti in municipio per sollevare questa questione affinché a sua volta venisse affrontata anche in consiglio comunale e immagino che avrà fatto presente la questione anche personalmente e privatamente ai consiglieri comunali del Pd. Anche perchè non era difficile immaginare che qualche iniziativa per Carnevale si sarebbe presa , poiché così si fa ormai da anni nel XX Municipio e nel resto della città. Immagino, quindi, che su questo tema, come politico romano e come consigliere municipale, avrà una proposta. Quale?

    Saluti

    Angela

  18. Mi spinge a fare questo intervento, l’intervento di Paolo. Lo stile e il suo approccio maturo nel considerare gli aspetti economici e sociali dell evarie vicende, mi fanno ben sperare in alcuni cittadini che guardaano le varie vicende politiche-amministrative con occhio attento. Concordo con lui in ogni passaggio del ragionamento. Aggiungo caro Dario che anche il suo intervento e molto preciso, ma conclude con: “non sarebbe meglio spendere quei soldi in iniziative sociali anzichè…” io penso, senza nulla togliere alla vicenda Via Mastrigli, vera piaga del XX Municipo, che in un periodo di magra come questo il sistema Roma deve, per forza di cose investire, per rimanere a galla e lo deve fare valorizzando le sue specificità, e quale specificità se non quella dell’immenso patrimonio artistico culturale e quella idea di città della cultura che si è cercato di costruire negli anni? Roma si trova costretta ad investire su questi due versanti. Ecco perchè l’idea di una grande festa di carnevale sembra non avere nessun construtto e lungimiranza amministrativa. Il carnevale sarà una festa popolare italiana, ma non ha il suo fulcro a Roma. Roma non è carnevale, Roma è musica, cultura e patrimonio artistico.

    Invece per quanto riguarda la vicenda Via Mastrigli, anche dopo la mia Question Time in consiglio municipale, sembra che la vicenda non calamiti nessun interesse. E questo il dramma. Sembra che nel momento in cui c’è stato un minimo interesse “mediatico” tutti si siano fiondati, politici e giornalisti, a scattare miliardi di foto, ma poi… un nulla di fatto. In ogni caso aspetto l’ufficialità della risposta, fornita in aula da Giacomini, per vederci un po più chiaro, comunque sembra che l’amministrazione comunale non possa intervenire perchè l’area è stata sequestrata. Il punto è sapere se la bonifica è possibile previa un dissequestro della stessa. Nell’esercizio delle mie possibilità cercherò di andare a fondo a questa vicenda senza, ovviamente, avere come punto fondamentale quello di scaricare responsabilità alle amministrazioni che sono lontane da me politicamente, perchè il vero punto fondamentale è arrivare alla totale bonifica dell’area.

    Daniele Torquati
    Cons. Municipio Roma XX -PD-
    danieletorquati@virgilio.it

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