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Cibo per la mente – Malafemmena, di Liliana De Curtis e Matilde Amoroso

Derattizzazioni e disinfestazioni a Roma
nella giornata di S.Valentino, una grande storia d’amore

cibo per la mentePer la nostra rubrica cibo per la mente oggi parliamo di “Malafemmena” scritto da Liliana De Curtis, figlia del Principe Antonio de Curtis, il mai dimenticato Toto’, e da Matilde Amoroso. biografa ufficiale del grande artista. Ne parliamo con Liliana, che vive da molti anni a Roma Nord, sulla Cassia, e che ci racconta che nel suo romanzo viene narrata la vera storia della genesi della canzone “Malafemmena” scritta da Toto’ nel 1951.

Il grande artista ebbe una vita sentimentale tumultuosa ma amo’ solo una donna, Diana Bandini Rogliani, la madre della sua unica figlia, Liliana che qui racconta la storia d’amore dei genitori, intensa e passionale: a Diana. infatti, Toto’ dedico’ la canzone “Malafemmena”, uno dei brani più struggenti di tutta la storia della musica, interpretata da moltissimi cantanti, un vero grido d’amore.

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Signora De Curtis, come è nata l’idea di scrivere questo libro? L’idea maturava da parecchio nel senso che mia figlia Diana desiderava che si facesse questa cosa per la nonna, perche’ in definitiva mia madre e’ sempre stata nell’ombra della storia del loro amore. Mamma non voleva uscire fuori, non ha mai voluto farsi pubblicita’. E’ morta tre anni fa e questo libro glielo dovevamo dal punto di vista affettivo, per tutto quello che lei ci ha dato.

Desidera raccontarci come si conobbero i suoi genitori? Mamma aveva 16 anni ed era appena uscita dal collegio. Mio padre lavorava a Firenze alle “Follie Estive”. Un amico di papa’, il cognato di mia madre, gli disse “Ho questa bambina piccolissima che e’ appena uscita dal collegio, mi piacerebbe portarla a teatro”. Lui gli rispose “Certamente. Ti riservo un palco”. Papa’ mando’ loro dei dolci nel palco perche’ era sicuro che si trattasse di una bambina. Aveva l’abitudine di guardare sempre attraverso la quinta in teatro quando ancora la gente affluiva, vide questa ragazza e disse “Mamma mia, quant’e’ bella!”. Al termine dello spettacolo andarono in camerino a salutarlo e lui rimase folgorato e le disse “Ma lei ha mai pensato a sposarsi?” e mia madre gli rispose “Ma io sono appena uscita dal Collegio”. Mio padre voleva sposarla, ma mia nonna non voleva, non gradiva un uomo di teatro, di varieta’, come Toto’ faceva allora. Allora Diana scappo’ di casa con la sua borsettina e con i soldi che le aveva prestato la sorella, arrivo’ alla Stazione Termini dove mio padre l’aspettava. Da quel momento non si sono più lasciati fino agli anni 1949/1950 quando si sono separati

Per scrivere il romanzo ha semplicemente attinto ai suoi ricordi o come si e’ documentata? I miei ricordi sono quelli di figlia. Ricordo che inizialmente avevamo una casa con due camere da letto, in una dormivano i nonni nell’altra io con i miei genitori. Io la mattina dovevo “smammare” perche’ giustamente loro volevano la loro privacy. Ovviamente mia madre mi ha raccontato la storia dell’amore che ha provato per mio padre, come avrebbe fatto qualsiasi madre, ma piu’ che una confessione, lei mi raccontava cio’ che le era rimasto dentro il cuore. Emblematiche sono state le ultime parole che disse prima di morire “Toto’ mi sei venuta a prendere”.

Leggendo il libro si intuisce che i Suoi genitori, pur non vivendo più insieme, hanno continuato ad amarsi per tutta la vita. E’ la storia di un grande amore? Di un grandissimo amore. Si sono amati profondamente. Lui l’aveva forgiata a sua immagine, come lui voleva, avevano un rapporto bellissimo, erano sia amanti, sia fratello e sorella, madre e figlio, lui con lei poteva aprirsi completamente e raccontargli le sue scappatelle. Un giorno Totò chiese a Diana “Mi hai malafemmenalibro.jpgsposato per amore oppure perché il matrimonio per te è importante?”. “Ti ho sposato per amore”. “Allora divorziamo”. Fu il primo divorzio fatto allora, moltissimi anni fa. Però dopo hanno sempre vissuto insieme fino a che io mi sono sposata. Mia madre si è risposata ma Totò non ha mai cancellato questa donna dalla sua vita. Le comprò un bellissimo appartamento e quando Diana lo ringraziò, lui le rispose “Ti appartiene, sono i diritti di “Malafemmena” che ho scritto per te e tu lo sai benissimo”. Erano separati ma, nell’animo, nel cuore, sono rimasti legati. Infatti ora riposano insieme, uniti per sempre. Il libro è appena uscito nelle librerie, a ridosso della Festa di San Valentino, il 14 Febbraio… Desidero dire ai ragazzi di oggi che l’amore è qualcosa di sublime, l’unica cosa che fa muovere il mondo, l’amore inteso in tutti i sensi: amore per l’umanità, per la natura. E’ bello annullare se stessi per amore, come fecero i miei genitori. I miei genitori ebbero tutti e due un’infanzia travagliata, drammatica e questo fatto li accomunava. Povertà, fame e umiliazioni, unione che durò anche dopo la separazione continuo a ribadirlo.

Chi ne fu il primo interprete di “Malafemmena” ed è vero che Sua madre Diana non volle mai rendere pubblica la dedica di questa canzone? Il primo ad interpretare la canzone fu Mario Abate e poi Giacomo Rondinella. In un documentario che abbiamo fatto per la Festa del Cinema si vede un Ristorante dove mio padre ascolta la canzone dietro degli occhiali scuri e si commuove. Quando Toto’ deposito’ la canzone alla SIAE c’è scritta la dedica “A Diana, la mia “Minuzzina”, cosi’ la chiamava. Ne scrisse altre quattro sempre in quel periodo. “Malafemmena” s’intende in napoletano una donna che ti ha fatto del male, che ti ha procurato dolore. Mia madre ha amato mio padre incondizionatamente. No non hai mai detto nulla, era una persona molto discreta, nemmeno a Silvana Pampanini che ha sempre detto erroneamente che la canzone Toto’ l’aveva scritta per lei.

“Femmena, tu si ‘a cchiu’ bella femmena, te voglio bene e t’odio, nun te pozzo scurda’. Forse in questi pochi versi è racchiusa tutta la sua essenza. Signora De Curtis, a chi dedica questo libro? Esatto, ma più amore che odio, l’odio e’ scaturito dal dolore, ma l’amore resta perche’ l’amore è superiore a tutto. Dedico il libro a mia madre Diana, perche’ anche lei abbia una parte di questa meravigliosa storia d’amore dove lei e’ la maggiore interprete.

Un libro e’ cibo per la mente. Se non sapete cosa donare a voi stessi o ad un amico, regalate cibo per la mente, e’ un sano nutrimento:
“Malafemmena” di Liliana de Curtis e Matilde Amoroso Mondadori Editore 2009, pp. 166, Euro 17,50.

Alessandra Stoppini

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