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Cibo per la mente – L’orecchio di Mozart, di Marina Pinto

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cibo per la mentePer la nostra rubrica cibo per la mente oggi parliamo di “L’orecchio di Mozart” di Marina Pinto e ne parliamo con l’autrice. Marina Pinto, che vive a Roma Nord, e’ diplomata al Conservatorio in Storia della Musica e Canto corale, e’ grande appassionata e studiosa della musica del XVIII secolo ed insegna Musica in una scuola del nostro territorio.  “L’orecchio di Mozart”  e’ utilizzato come libro di lettura nelle scuole medie e superiori laddove la storia della musica e’ argomento di studio.

Il protagonista del romanzo è l’orecchio “magico” di Mozart, il segreto della sua bravura, capace di ascoltare la musica come nessun altro fin dalla più tenera età. Nel 1762 a Monaco di Baviera, nella residenza principesca dell’Elettore Massimiliano III, il giovane Mozart a soli sei anni si esibisce per la prima volta in un concerto. Qui incontra Alexander, lo sguattero delle cucine, diventano amici,  compagni di giochi e la musica accompagna i loro divertimenti. Alexander scopre il segreto dell’eccezionale bravura di Wolfgang: il suo orecchio, che ha anche una forma inconfondibile, piccolo ed accartocciato su se stesso, con una forma particolare, e che con il tempo diventerà una leggenda.. Durante la sua vita, che non sarà facile, Alexander non dimenticherà mai l’incontro con quel piccolo genio della musica, anzi il ricordo di quella amicizia giovanile e della musica indimenticabile lo aiuterà a riscattare anni bui passati nella solitudine e nella tristezza a svolgere un mestiere aberrante.

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Dottoressa Pinto, cosa l’ha spinta a scrivere un romanzo su Mozart ed il suo tempo? Penso che un musicista come Mozart sia un personaggio che non è possibile ignorare nella cultura del nostro tempo. Ciò che la sua opera ha compiuto ha avuto una forte influenza sulla storia della musica fino a trasformarla in quella che oggi conosciamo ed apprezziamo. Mozart è stato un pilastro fondamentale della musica, nessuno come lui è arrivato a vette così alte di bellezza e perfezione, tutti dovrebbero conoscerlo.

La storia è inventata, pur inserita in un contesto storico realmente accaduto? La vicenda raccontata è frutto di pura fantasia, non c’è dubbio, ma la storia ci racconta molti aneddoti su questo musicista che fu così grande anche da bambino, e la ricostruzione della sua vita è documentata in molti libri da carteggi e orecchio.JPGtestimonianze più che attendibili da parte di personaggi che lo hanno conosciuto ed apprezzato. Si sa che al suo tempo la vita dei musicisti era assai dura, dato che la società illuminista alle soglie della Rivoluzione francese non permetteva libertà d’espressione, ma certo l’opera di Mozart ha dato un forte impulso alla musica ed all’individualità di un artista, e per questo lo dovremmo sempre ringraziare. Anche il fatto che Mozart aveva un orecchio dalla forma singolare è una storia vera, testimoni ne sono alcuni disegni del tempo che ne mostrano la particolarità, tanto che nella letteratura medica una specifica malformazione del padiglione auricolare è definita proprio “Orecchio di Mozart”, che però non è legata ad alcuna patologia né ad un accrescimento della funzione uditiva.

Dottoressa Pinto, in termine tecnico musicale, cosa significa possedere “l’orecchio di Mozart”?L’orecchio di Mozart è ciò che si dice “assoluto”, ed è quella qualità che permette di riconoscere i suoni nella loro specificità, ossia la loro esatta posizione nell’abito delle frequenze musicali. Per chi ha questo dono ogni suono diventa assolutamente riconoscibile, come se avesse una “faccia”. Si potrebbe pensare che sia un fatto normale per un musicista professionista, ma invece non è un fatto così scontato, tanto che sappiamo che tale dote fu solo di pochi.

Lei descrive con delicatezza e grande sentimento la nascita di una grande amicizia tra due bambini, uno dei quali “speciale”. Ce ne vuole parlare? A mio avviso tutti i bambini sono “speciali”, e soprattutto è speciale il orecchiomozart.jpgloro modo di comunicare, che non ha pregiudizi né di razza né di lingua né di stato sociale. Basta guardarli quando giocano fra loro. È vero che i due bambini che s’incontrano nel romanzo sono diversi, uno è uno sguattero senza avvenire e l’altro un musicista di grande valore, ma per loro questo non è importante, perché la loro comunicazione va molto oltre le convenzioni, e l’amicizia vera dovrebbe sempre essere così, questo è il messaggio. Del resto la musica è la comunicazione non verbale per eccellenza, utilizza un linguaggio universale, è compresa da tutti, che si può volere di più?

Mozart fu un musicista geniale ma pur sempre un bambino che amava giocare e divertirsi. Un bambino vivace, allegro, e pur essendo la musica il suo più grande divertimento, non ne disdegnava altri. La sua genialità musicale faceva parte della sua personalità, ma questo non gli impedì mai di essere un bambino “vero”. Solo quando si sedeva al pianoforte diventava un adulto, la musica lo rendeva tale. Nel 2006, a 250 anni dalla nascita del grande compositore, “L’orecchio di Mozart” è stato il titolo più venduto. Una grande soddisfazione per Marina Pinto perche’ lo spazio che questo romanzo si è conquistato è stato importante. Presentare la figura di questo musicista che tanto ha regalato alla storia fin da quando era un bambino lo ha avvicinato a quanti non lo conoscevano.

Il Suo romanzo è utilizzato come libro di lettura nelle scuole. Quali sono i commenti dei Suoi allievi dopo la lettura del libro? I bambini sono sempre molto curiosi di incontrare un personaggio come Wolfgang Mozart, soprattutto amano ascoltarlo ed imparare a riconoscere la sua musica, per non parlare di quanto si entusiasmano nel suonarla con i loro strumenti! Perché l’incontro con Mozart è una magia, la stessa descritta nel romanzo, è una fantasia che diventa realtà, e così la musica diventa un’amica.

Un libro è cibo per la mente. Se non sapete cosa donare a voi stessi o ad un amico, regalate cibo per la mente, è un sano nutrimento: “L’orecchio di Mozart” di Marina Pinto Fabio Croce Editore, 2005, pp. 152, 12 Euro.

Alessandra Stoppini

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