Approvate all’unanimità nuove norme per prevenire e reprimere il fenomeno – di Emanuela Micucci.
Parte con un ritardo di 7 anni e risorse troppo esigue la nuova era della lotta contro l’abusivismo edilizio nel Lazio. L’ambizione della nuova legge in materia, approvata all’unanimità il 22 luglio dal Consiglio regionale, è combattere una piaga che affligge il territorio e ne danneggia il patrimonio ambientale, paesaggistico e archeologico. Si pensi ai danni arrecati all’interno del Parco di Veio o dell’Insugherata, per restare nel solo XX Municipio.
“Sino a oggi – dichiara il presidente del Consiglio regionale Guido Milana (Pd) – il nostro ordinamento non disponeva degli strumenti adeguati a debellare il fenomeno”. Adesso sono arrivati ma la Pisana stanzia per la nuova legge appena 100mila euro, un finanziamento del tutto inadeguato a una maggiore prevenzione e controllo del fenomeno.
Tra le nuove norme, varate da maggioranza e opposizione, una più stretta collaborazione con i Comuni, l’esercizio di poteri sostitutivi da parte della Regione in caso di inadempienza degli enti locali e il monitoraggio continuo del territorio attraverso agenti e ufficiali di polizia giudiziaria.
Ma la repressione degli abusi edilizi si attua anche attraverso un’attenta e seria opera di demolizione dei manufatti illegali. La Pisana ha, quindi, previsto un fondo di rotazione per anticipare le spese necessarie all’intervento di ruspe e al ripristino dei luoghi. Un fondo in cui confluiranno anche i proventi delle forti sanzioni pecuniarie di chi viola la legge. Ma è proprio la sua dotazione finanziaria che rischia di limitare al portata e i risultati della lotta all’abusivismo nel Lazio. “Nel fondo ci sono solo 100mila euro – spiega Massimiliano Maselli, consigliere regionale di Forza Italia-Pdl – Nella prossima finanziaria regionale sarà quindi opportuno incrementare tale fondo per far sì che gli strumenti di legge vengano applicati”. E’ la stessa posizione espressa da Enrico Fontana (Verdi). L’assessore all’urbanistica Esterino Montino ha dovuto così riconoscere la fondatezza delle loro osservazioni ed assicurare che già nel prossimo assestamento di bilancio si cercherà di trovare risorse adeguate per questa legge. Maselli denuncia inoltre il ritardo dell’intervento della Pisana. “La nota dolente – prosegue – è legata alla tempistica, parliamo di un dispositivo che è arrivato in ritardo perché recepisce un Dpr, il 318, del 2001”.
Sette lunghi anni di attesa nella lotta all’abusivismo edilizio, durante i quali spesso gli interessi particolari hanno prevaricato quelli della collettività.
Emanuela Micucci
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