I residenti di via Panattoni sono scesi sul piede di guerra e non è difficile comprenderne il motivo.
Situata a poche centinaia di metri da Piazza Giuochi Delfici, Via Italo Panattoni è una tranquilla e sobria strada che costeggia lo stupendo Parco dell’Insugherata. Non c’è appartamento che non goda di questa vista e non c’è residente che fino a qualche giorno fa non abbia perso l’occasione quotidiana di rilassarsi, o di far giocare i bambini, nel verde silenzioso del Parco nel quale, ricordiamolo, è consentito l’accesso al pubblico essendo una “Riserva Naturale” istituita con l’approvazione della Legge Regionale n.29 del 6 ottobre 1997. E’ un’area stupenda: nei giorni più limpidi, dalla sommità delle sue colline lo sguardo può spaziare dai rilievi dei Monti Sabatini ai Castelli Romani, numerosi sono i resti archeologici, il paesaggio vegetale è assai articolato e la fauna è variegata. La Riserva, per chi voglia visitarla, è sempre aperta e vi si accede da più ingressi compreso quello di via Panattoni. O meglio, vi si accedeva.
Perché da qualche giorno il vecchio cancello, da anni sempre aperto, è stato nottetempo chiuso con una catena ed è comparso un cartello con la scritta ” stop – proprietà privata”. E’ immaginabile lo sconcerto, la rabbia e lo stupore dei cittadini che si son visti inibire un loro diritto acquisito da decenni. Ed è altresì comprensibile che abbiano cominciato a fare della dietrologia. Già, perché da quel cancello nei mesi scorsi avevano notato un via vai di camion unitamente all’ingresso ed all’uscita, molto alla spicciolata, di alcuni operai. Dal suo attico un residente, munito di teleobiettivo, è riuscito quindi a catturare queste immagini
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Sembra proprio un insediamento abitativo, due o più ville immerse nel verde di una Riserva Naturale, protette dagli alberi, protette dalla vista dei curiosi, protette anche da un accesso prima libero ed ora chiuso ma, si chiedono i residenti, protette da chi ? Appare loro strano infatti che possa essere stata rilasciata una concessione edilizia in un Parco Riserva Naturale supertutelata da diverse leggi.
Da qui la ribellione dei cittadini, iniziata stamani con un volantinaggio a tappeto effettuato di primo mattino nel quale si denuncia la violenza al Parco ed al loro diritto di fruirne liberamente. Non crediamo che finisca qui. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.
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Mi sembra una cosa gravissima, possibile che non si possa far nulla e chiunque possa costruire in un’area naturale riservata? E per di più negarne l’accesso al pubblico? Amministratori e vigili non possono intervenire?
Le istituzioni dovrebbe prontamente intervenire per arginare questi fenomeni di abusivismo edilizio!
Il fenomeno del progressivo ridursi degli accessi alle aree naturali protette è grave e dilagante. Molti casi riguardano anche il Parco di Veio (emblematica la chiusura del passaggio pedonale che da via dell’Inviolatella Borghese permetteva di inoltrarsi nella vallata circostante che consente di arrivare fino all’antica città di Veio, più volte e da ultimo in questi giorni segnalata a cura dei Comitati della zona),
Gli enti di gestione dovrebbero intervenire tempestivamente, visto che un loro compito è promuovere l’accessibilità ad un patrimonio che fa di Roma una delle città più verdi d’Europa, ma i cittadini, soprattutto quelli del XX municipio, non se ne accorgono. Propongo che il nuovo Consiglio del Municipio, che si insedia il prossimo lunedì, si faccia carico di raccogliere attraverso la Polizia urbana, che dovrebbe essere in grado di monitorare il territorio, le notizie relative e intervenire in stretta collaborazione con l’Ente competente, nel caso di via Panattoni, Roma Natura.
Potrebe anche essere l’occasione per stimolare uno studio e iniziative collegate tra Enti regionali e Municipio per la difesa e il miglioramento delle connessioni tra il Parco di Veio e la cintura dei parchi di Roma Nord, in primis proprio il Parco dell’Insugherata,
cari amici di via Panattoni, se aspettate che qualche istituzione venga a rimuovere quella catena dal cancello farà prima l’Insugherata a diventare una foresta pietrificata !
esistono le tronchesi, un taglio alla catena abusiva e il problema è risolto e se poi la rimettono un secondo taglio e via andare.
chi la dura la vince.
e non è giustizia fai-da-te, è difesa spicciola dei propri diritti.
una soluzione giusta può avvenire solo con l’interessamento e l’impegno da parte di Municipio a garantire che i residui spazi verdi siano veramente fruibili dai cittadini.
Il parco di veio è solo sulla carta, abusi edilizi, favori e clientelismi stanno distruggendo anche il parco della inviolatella, il parco dell’insugherata è saccheggiato dalle ville dei vari Gambino. a proposito, non ci abita anche un famoso politico romano nel parco dell’insugherata ?
cosa faranno Giacomini e la giunta municipale e i vigili urbani su tutto questo ? sono veramente interessati a difendere gli interessi della collettività oppure i proclami elettorali erano soltanto chiacchere per gabbar citrulli ?
Vorrei sapere , se possibile quale sia l’utilizzo – ed a chi giova – di tutti quegli spazi delimitati da muri di cinta e cancelli posti lungo via panattoni e confinanti con il parco.
Non so di chi siano e non so come soprattutto siano stati edificati ma so che anche questi impediscono di fatto l’accesso.
Una catena si taglia , un muro con cancello si dovrebbe abbattere e mi sembra un po’ più complicato.
Qualcuno ha qualche notizia o spiegazione in merito ?
Da quello che so io gli spazi sono della famiglia Gambino (vi dice qualcosa…!) che detiene tutta la parte della collina (hanno una mega villa in cima alla collina che posso vedere da casa mia) ed ha venduto lo spazio del maneggio a terzi.
Inoltre non so se si tratti della stessa casetta abusiva ma penso sia proprio quella che vedo anche io dal mio balcone, che prima era un rudere e piano piano è stata rimessa a posto, ma già da un paio di anni!!!!!! Sono già state fatte raccolte di firme e tanto altro ma non si è arrivati a niente. Purtroppo non si può andare contro a persone che contano troppo….
durante un intervallo della seduta di Consiglio di ieri abbiamo personalmente richiamato l’attenzione del Presidente Giacomini al caso di via Panattoni; ci ha promesso un suo interessamento.
VignaClaraBlog
Credo che il Presidente della XX debba esprimersi su questo abuso. Nel parco dell’Insugherata non è possibile edificare nulla ma soltanto riattare costruzioni preesistenti: vi posso garantire che fino ad un anno fa al posto dell’ultima mega villa nascosta dalla vegetazione NON C’ERA NEANCHE UN MURETTO.
Ho interessato della cosa Italia Nostra e WWF. Se chi ha a cuore questo splendido Parco fa altrettanto (Lega Ambiente, Stiscia la notizia etc) si dovrà pur smuovere qualcosa…
Io vado a correre al parco e mi tocca scavalcare il cancello.
Esorto tutti coloro che passeggiano, vanno in bicicletta o fanno sport in quel luogo di non rinunciare a far valere il diritto alla salute.
Con la legalità insistiamo.
Cristiano
ma il Presidente del Municipio non aveva promesso 50 giorni fa il suo interessamento ? E l’assessore ai grandi parchi Molinari che fa ?
Possibile che restino tutti e due immobili davanti a questo sopruso ?
Domanda , non che poi cambi nulla , ma l’accoppiata gambino-insugherata non è di competenza del XIX municipo ?
Caro Cristiano, tu riesci a saltare il cancello e sono contenta per te. Ma io i miei due bambini come li faccio passare ? Fino a due mesi li portavo tutti i giorni a correre dentro il parco, a respirare aria pulita facendo moto ma ora non è più possibile perchè ci hanno rubato questo diritto. Passo tutti i giorni davanti quel cancello e lo guardo sconsolata sperando ogni volta di vedere che è stata tolta la catena e ogni volta mi viene una rabbia… ma perchè non ci troviamo tutti e la tagliamo ? che ci possono mai fare, il Parco, il verde, l’ambiente, l’aria pulita sono di tutti non possono essere una proprietà privata !
Maurilia
Gentili lettori, questa sera abbiamo inviato una mail al Presidente del XX Municipio, Gianni Giacomini, ed all’Assessore ai Grandi Parchi, Giuseppe Molinari, per sollecitare una loro presa di posizione. Attendiamo fiduciosi una risposta.
VignaClaraBlog
SALVE A TUTTI
Vorrei spiegare a tutti quelli che hanno scritto e lasciato un commento su questo blog come stanno in realtà le cose.
Ho letto con attenzione l’articolo ed i commenti che avete lasciato e vorrei rispondere ad ognuno di voi.
In PRIMO LUOGO vi voglio spiegare la differenza tra una zona vincolata ed un parco pubblico.
La zona vincolata è un terreno, di proprietà di un soggetto, privato o istituzionale che sia, sul quale gravano dei vincoli che possono essere di varia natura. Nel caso in oggetto il parco dell’Insugherata pone dei vincoli di natura paesistica, altri relativi alla fruizione del terreno altri relativi alle possibilità edificatorie ecc… ma la proprietà di quel particolare terreno è del soggetto che lo possiede: è una PROPRIETA’ PRIVATA e che la Costituzione Italiana all’Art. 42 recita: “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge“
Alcuni terreni, vincolati o meno, sono invece della pubblica amministrazione la quale può decidere di aprirli al pubblico: nel caso del parco dell’Insugherata, che ha una estensione di circa 700 ha, la zona di proprietà pubblica è di circa 600 ha. gestita dall’ente di gestione dei Parchi del Lazio, Roma Natura, mentre la parte rimanente è di proprietà di singoli soggetti privati.
In particolare in merito alla chiusura del cancello, lamentata nell’articolo vi devo informare che dà accesso ad una PROPRIETA’ PRIVATA ed è per questo che è stato chiuso. Ogni violazione di tale proprietà è dunque perseguibile a termine di legge.
Ciò non toglie che, accedendo da altre parti (per un elenco degli accessi autorizzati al parco vi consiglio di chiedere all’Ente di Gestione Roma Natura) la fruizione del parco è non solo possibile ma anche piacevole e la consiglio a tutti.
In SECONDO LUOGO, in merito ai due fabbricati di cui sono pubblicate le foto.
Tali fabbricati appartengono alla mia famiglia dal 1932, prima che venisse costruita anche una sola delle case di via Italo Panattoni, per non parlare di quelle della Cassia.
Prima di morire mio nonno li lasciò, ruderi come erano, a me e mia sorella, io avevo allora 17 anni. In virtù delle successive trasformazioni del terreno e dei vincoli, sempre più stringenti, posti su un terreno che ai tempi di mio nonno era edificabile al pari di quello sul quale sorgono le vostre belle case, per ottenere i permessi per ristrutturarli, quelli che tutti i “normali” edifici ottengono in 30 giorni, presentato una DIA, ho impiegato circa 15 anni! Vorrei che tutti sapessero, per evitare inutili perdite di tempo a voi ed ai pubblici uffici con i quali interloquite che per il restauro conservativo delle case sono stati ottenuti TUTTI i necessari nulla osta e permessi e che non verrà fatto, in difformità dai permessi ottenuti, nessun tipo di altro intervento. Vi vorrei anche rassicurare sul fatto che questi fabbricati, quando finalmente riusciremo a terminarli, saranno le case mie e di mia sorella e non, come ho sentito dire da qualche membro di uno dei vari comitati, delle Club house o altre cose fantasiose dello stesso genere.
Nel frattanto siamo un po’ cresciuti, mia sorella si è sposata ed ha avuto due figli, io ho festeggiato i 40 anni! Il fatto non poter usufruire di un nostro bene per un tempo mostruosamente lungo non ci è stato compensato in alcuna maniera!
Il fatto che le nostre case affacciavano su una magnifica collina verde che adesso è un’unica colata di cemento ed ha deturpato il panorama che mio nonno amava e per il quale ha evitato di costruire i terreni di sua proprietà non ci viene riconosciuto in alcun modo. ANZI! Inspiegabilmente pare che tutti voi, cari dirimpettai, vi siate coalizzati per danneggiare che sta semplicemente cercando di ridare un aspetto civile a due fabbricati rurali che sono li da altre 60 anni, che cura il terreno sul quale voi avete il privilegio di affacciare (ed al quale si deve il valore delle vostre case…) con molto più amore di quanto voi ne possiate mai avere.
Vi voglio raccontare un episodio curioso: diversi anni fa è morto un pino, uno dei circa 600 che pianto mio nonno quando era giovane, e per la precisione questo pino era accanto alla mia casa (l’edifico più in alto tra i due ben rappresentati nelle foto), cadendo il pino ha distrutto circa 30 mq di tetto, danneggiato il muro perimetrale, per non parlare del pericolo. Ebbene qualche vicino ha fatto una serie di denuncie e mi sono trovato a dover rispondere alle domande dei vigili del fuoco, delle guardie forestali, dei carabinieri, della polizia municipale e della polizia di stato! Ho perso giornate a fare sopraluoghi con ognuno di loro e chiaramente, dopo aver visto il fatto si sono resi conto di come stanno le cose.
Bene lo stesso tipo di atteggiamento è rivolto ad ogni tipo di nostra azione.
Affinché voi lo sappiate abbiamo chiesto numerose volte alla pubblica amministrazione di ESPROPRIARE i nostri terreni riconoscendoci il giusto compenso, ma pare che non ne abbia la minima intenzione.
Abbiamo presentato dei progetti per l’apertura alla pubblica fruizione con la creazione di un punto qualità verde e l’accesso al parco ma anche questa richiesta è caduta nel vuoto.
Attualmente stiamo studiando la possibilità di creare tanti piccoli orti da affittare a chi vorrà coltivare direttamente, sotto casa, le proprie verdure. Se vi sembra che sia una cosa interessante vi propongo di trovare il modo di unire le forze per realizzare un progetto che possa creare un beneficio per chi abita nei pressi del nostro terreno senza danneggiare noi.
Amedeo Gambino
Alcuni commenti ai vostri commenti:
A Gianluca:
come ho spiegato sopra non ritratta di abusivismo edilizio!
A Rossana:
credo anche io che questa sia la strada giusta, noi abbiamo presentato, credo nel 2002, un progetto per l’accesso e la fruizione del parco da parte dei privati ma è rimasto lettera morta (almeno per quanto riguarda l’accesso di via Italo Panettoni). In ogni caso sono stati realizzati accessi in altri punti ed è tramite quelli che bisogna accedere al parco.
Resto a disposizione con chi volesse studiare un nuovo accesso da Via Panettoni per redigere un progetto e presentarlo all’Ente di Gestione.
A Stefano:
il tuo commento non ha bisogno di risposte perché si commenta da solo! Considera che tu o altri che la pensano come te, hanno già tagliato la catena numerose volte. Ho preso la decisione che ogni volta riparerò i danni. Come dici tu chi la dura la vince.
A Luigi:
i proprietari non saccheggiano nulla ma preservano un bene che gli appartiene da altre 80 anni. E non è semplice.
Il politico, in effetti c’è, ma non abita in nessuna delle ville sul nostro terreno… e non protegge certo noi ma i propri interessi (localizzati al di fuori dei terreni di cui parliamo…)
A Barbara:
L’ironia sulla famiglia Gambino è per me una cosa comune, sono almeno 40 anni che in diversi modi vengono attribuite alla nostra famiglia parentele che non ha.
Per quanto riguarda la villa in cima alla collina la nostra famiglia ha dovuto venderla, quando è mancato mio nonno, per pagare le tasse. Adesso la abita un individuo che vorrebbe farsi passare per il proprietario del terreno.
Il maneggio non è mai stato nostro, i vecchi proprietari lo hanno venduto alle persone che lo hanno completamente ristrutturato e ampliato (e pure io mi domando con quali permessi visto che ricade anch’esso nel parco e noi non abbiamo potuto ampliare assolutamente nulla…).
Quanto all’abusivo rimando a sopra.
Mentre sul fatto che non si può andare contro certe persone… mi dispiace deluderla ma noi purtroppo contiamo proprio poco: altrimenti saremmo riusciti a fare valere in nostri diritti già tanti anni fa… (e magari avremmo avuto qualche ampliamento come altri all’interno del parco…)
Alla Redazione:
Il caso di via Panettoni semplicemente non esiste. Tutto quello che è stato fatto è regolarmente autorizzato.
A Francesco:
Credo che farebbe meglio ad avere dei dati oggettivi quando parla perché le case che abbiamo ristrutturato, nel pieno rispetto di tutti i vincoli e regolamenti del parco, sono li da talmente tanto di quel tempo che, soprattutto per quella più in basso, la vegetazione aveva fatto a tempo a ricoprirle interamente.
A Cristiano:
Capisco la tua voglia di correre ma scavalcare il cancello è una violazione del diritto di proprietà e si può essere denunciati. Ti consiglio di informarti dove sono i punti di accesso al parco autorizzati e passare da li.
A Eretico:
Non credo che sia un sopruso voler tutelare il proprio giardino, anche se fa parte di una zona protetta.
A Maurilia:
Mi dispiace per le tue passeggiate ma sono sicuro che ci sono tanti posti, veramente pubblici, e che non ci sia per forza bisogno di portare a passeggiare il cane dentro la nostra proprietà. Come vi sentireste se qualcuno volesse venire a fare un giretto dentro il vostro salotto perché si tratta di un palazzo antico e vincolato… qua è la stessa cosa. Se vogliamo l’errore è stato che per troppo tempo abbiamo lasciato le porte aperte…
Alla Redazione:
Sarebbe utile, a questo punto, che dopo aver verificato tutto quanto ho scritto sopra, e sono a vostra disposizione per fornirvi le carte che supportano quanto dico, facciate una nuova comunicazione ai vostri lettori, e a tutte le persone che avete interessato alla vicenda (assessori, tecnici ecc.), raccontando come sono in realtà le cose.
Grazie
Amedeo Gambino
Spero passiate tutti un buon natale e un buon anno 2009
____________
buon anno
Mi sono informato bene e vorrei precisare che le giustificate lamentele le dovrebbero inviare al presidente della Regione Piero Marrazzo. Il parco dell’Insugherata è affidato a Roma Natura ed è totalmente di competenza Regionale. Ci dovrebbero essere i guardiaparco della Regione per vigilare anche su questo tipo di abusi. All’interno del parco non c’è nessuna area di competenza del Comune di Roma.
Federico Targa
Consigliere P.D.L
Cons. Targa è sicuro di essersi informato bene? Vado a memoria e mi perdonerà qualche inesattezza, ma direi che l’Insugherata è un’area protetta di “interesse” regionale. Che significa di “competenza” regionale? La Regione, di concerto con Comuni, Province, Comunità montane…, istituisce le Aree Protette (intende questo?). Ma la gestione è affidata agli Enti Parco, in questo caso a Roma Natura che ha un consiglio direttivo eletto in parte dal Comune di Roma. Tali enti godono di autonomia amministrativa e sono loro che devono garantire la vigilanza e il rispetto delle leggi. Mi sbaglio? Che c’entra Marrazzo?
Se lei quando fa delle precisazioni a valle di approfondimenti, ci facesse la cortesia di citare fonti documentali (magari con qualche link) potremmo tutti avere l’opportunità di prenderne visione (come sicuramente ha fatto lei) e magari condividere le sue tesi.
Se invece le presenta così “mi sono informato, la verità è questa”, rischia di convincere solo i suoi “aficionados”, se ne ha.
Infine, lei parla di “giustificate lamentele”. Ma su tutto il lunghissimo e articolato intervento del Sig. Amedeo (parte in causa, a cui non è riuscito a replicare nessuno dei “portatori di lamentela”), neanche una parola? Cioè, è come se non avesse scritto nulla?
Non è che per caso siamo già in campagna elettorale per le regionali?
Vorrei aggiungere a quanto detto dal sig Paolo che roma natura è un enete che si occupa della gestione delle aree naturali protette nel Comune di Roma. Il monitoraggio, la prevenzione e la repressione degli abusi è di competenza municipale e nel dettaglio dell’ispettorato edilizio (UOT municipale) e dei gruppi di Polizia municipale. I guardia parco contribuiscono in parte alla vigilanza e in caso di abusi aprono fascicoli che vengono inviati ai comuni di competenza.
Questo lo dico perchè quando si è forza di governo (il caso di Targa in XX Municipio) si dovrebbero spendere le proprie energie soprattutto nell’azione di governo lasciando magari ai consiglieri regionali di minoranza il compito dell’opposizione a Marrazzo. Caro Federico targa, per troppi anni il nostro municipio si è spogliato di responsabilità connotandosi come solo strumente di propaganda nei confronti delle amministrazioni Rutelli e Veltroni. Oggi che governate anche il Comune di Roma non cadete nel vecchio schema perchè avete responsabilità enormi e questa volta la gente non capirebbe.
Marco TOLLI