
“Cara Redazione, questa la voglio proprio raccontare”. Inizia così la mail di Roberto Fioretti ricevuta in queste ore. Merita attenzione perché induce a serie riflessioni.
“Sabato 18 dicembre mentre percorrevo la strada di casa mia, via Veientana, ho notato nell’apposita area riservata alla raccolta dei rifiuti una lunga ed ordinata fila di cassonetti nuovi di zecca con tanto di coperchi fessurati e, su ognuno, la tipologia di pattume pronto a raccogliere: umido, plastica e metalli, indifferenziata, carta e (campana) per il vetro.
Sarà stata mera coincidenza che il giorno dopo sarebbe passato da lì il neosindaco di Roma, trepidamente atteso per l’inaugurazione del secondo lotto del parco Volusia, vanto delle amministrazioni del municipio di Roma Nord.
Ho abbandonato in fretta il pensiero populistico e qualunquista e sono tornato a concentrarmi sullo spettacolo dei contenitori davanti a miei occhi.
Stavolta non ho più scuse, ho pensato, mi tocca iniziare a fare la differenziata.
Mentre si faceva strada il pensiero preoccupato per il notevole cambio di abitudini pattumatorie, sentivo altresì sollevata la mia coscienza ecologica che finalmente trovava una giusta ragion d’essere in quelle precise suddivisioni logiche del rifiuto.
Il giorno dopo ho acquistato tre secchi di diverso colore e sacchetti trasparenti, frutto dell’attenta consultazione del vademecum del buon produttore de monnezza. Addirittura, lo stesso giorno ho anche gettato il mio primo sacchetto contenete solo plastica che nell’apposito cassonetto, era insieme ad altri sacchi contenenti anch’essi sempre e solo plastica. Meno male, ero in buona compagnia di altri cittadini volenterosi e pronti al cambiamento.
Ieri, lunedì 20 dicembre, il sindaco è già passato da 24 ore, il parco è stato felicemente inaugurato, i cassonetti sono sempre al loro posto, ma i coperchi sono stati aperti e ribaltati in modo da far spazio all’immonda montagna di sacchetti che vanno ben oltre la capienza di ognuno.
Il triste mischione ha ripreso i propri spazi. Carta, plastica, avanzi di cibo, batterie esauste, vetro, varie ed eventuali, tutto insieme. Guardo sul balcone i tre secchi in fila con le etichette colorate e sono indeciso se sentirmi più ridicolo che incavolato, più disilluso che rassegnato. Tutto è tornato come prima.
Buon Natale”.
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Appunto / Non è cambiato assolutamente nulla. Molte colpe l’abbiamo Noi cittadini, AMA fa IL resto
ANTONIO
Certo che i cassonetti sono stati messi per il passaggio del sindaco…..nessun dubbio!
Anni fa nel XV Municipio furono distribuiti ai residenti dei ‘miseri’ sacchettini che avrebbero dovuto raccogliere la differenziata. Nessuno li usò (sono ancora nel ripostiglio) perchè i cassonetti tracimano ogni specie di monnezza. Maleducazione di alcuni, incapacità della politica.
Abito a via Veientana. Non butto mai la spazzatura nei cassonetti su quella strada, ma metto i sacchetti differenziati in macchina e li vado a gettare in cassonetti più decenti lungo altre strade
in cui mi capita di passare. Il problema a via Veientana non si risolverà mai perché i cassonetti sono in quantità assolutamente insufficiente rispetto al numero di abitazioni che devono servirsene, quindi non sono assolutamente in grado di contenere la spazzatura prodotta da tutti (non importa se differenziata o indifferenziata). Del resto, la strada è molto stretta e non c’è modo di posizionare ulteriori cassonetti. L’unica soluzione sarebbe organizzare la raccolta porta a porta, ma forse non vivrò abbastanza per vederla attuata.