
Toquinho, una degli artisti più emblematici della Bossa Nova fino a diventarne l’icona, torna a Roma per festeggiare i suoi 60 anni di carriera.
L’appuntamento è per domenica 25 maggio all’Auditorium Parco della Musica, dove il maestro brasiliano presenterà un concerto che ripercorrerà le tappe fondamentali della sua lunga e gloriosa carriera.
La Bossa Nova
La Bossa Nova, genere musicale nato in Brasile negli anni ’50, rappresenta una vera e propria rivoluzione nel panorama musicale mondiale. Caratterizzata da ritmi sincopati, armonie sofisticate e testi poetici, la Bossa Nova ha saputo coniugare le tradizioni musicali brasiliane con influenze jazz e pop.
Artisti come João Gilberto, Antônio Carlos Jobim e Vinícius de Moraes hanno contribuito a diffondere questo genere in tutto il mondo, conquistando un pubblico vastissimo. Toquinho, con la sua chitarra e la sua voce calda, ne è uno degli interpreti più autentici.
Toquinho e Vinícius de Moraes, un sodalizio artistico
Chitarrista, compositore e cantante, Toquinho ha iniziato la sua lunga carriera appena adolescente riuscendo ad oltrepassare gli stereotipi dell’ iconografia brasiliana includendo anche le atmosfere del pop e le raffinatezze del jazz ma è, alla fine degli anni ’50, con la Bossa Nova, che riscuote il grande successo fuori dai confini brasiliani.
Sono innumerevoli le collaborazioni con musicisti sia brasiliani che italiani (Antõnio Carlos Jobim, Luiz Bonfá, João Gilberto, Tom Jobim, i poeti Vinicius de Moraes e Giuseppe Ungaretti, Fiorella Mannoia, Pino Daniele e molti altri ancora) ma sarà l’incontro con Vinícius de Moraes a segnare un punto di svolta nella carriera di Toquinho.
Insieme hanno dato vita a una delle collaborazioni più feconde della storia della musica brasiliana. La loro sintonia musicale era tale che riuscivano a comporre brani indimenticabili in pochissimo tempo.
Aquarela, un dipinto musicale
Un esempio è proprio “Aquarela”, nata durante un viaggio in auto lungo la costa brasiliana. Vinícius, affascinato dalla bellezza del paesaggio, iniziò a descrivere con le parole quello che vedeva. Toquinho, seduto accanto a lui, prese la chitarra e iniziò a comporre la melodia.
“Aquarela” è molto più di una semplice canzone. È un vero e proprio dipinto musicale che celebra la bellezza della natura e l’importanza di vivere la vita con semplicità e meraviglia.
Il testo, ricco di immagini evocative, invita l’ascoltatore a guardare il mondo con gli occhi di un bambino, scoprendo la bellezza in ogni cosa. L’utilizzo di metafore legate alla natura, come l’acqua, il sole e le foglie, crea un’atmosfera rilassante e sognante.
Toquinho e Ornella Vanoni
Il legame artistico tra Toquinho e Ornella Vanoni è un altro capitolo fondamentale della sua carriera. I due artisti si sono incontrati negli anni ’70 e da allora hanno instaurato un profondo legame artistico, dando vita a una serie di duetti indimenticabili. L’amicizia tra i due va oltre la semplice collaborazione musicale, si stimano profondamente.
Una stima che Toquinho ribadirà il prossimo venerdì 14 febbraio quando sul palco del Festival di Sanremo, nella serata delle cover, duetterà con Gaia interpretando lo storico brano di Ornella Vanoni, “La voglia la pazzia”, contenuto nell’album “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria” pubblicato nel 1976 e realizzato in collaborazione con Toquinho e Vinícius de Moraes.
Il concerto a Roma del 25 maggio
Il concerto all’Auditorium sarà un’occasione unica per rivivere le emozioni di una carriera straordinaria. Lo spettacolo ripercorrerà i momenti della storia dell’artista, omaggiando amici, compositori e collaboratori che hanno contribuito a crearla.
Con lui, sul palco, una delle più grandi voci della “nuova mùsica popular brasileira”, Camilla Faustino, che grazie al suo immenso talento porterà giovinezza, carisma e allegria a uno spettacolo unico ed emozionante, un viaggio musicale che ci porterà alla scoperta della Bossa Nova più autentica, con un occhio di riguardo per le sue radici popolari e per la sua capacità di unire culture diverse. (Biglietti su ticketone.it)
Giorgio Bilachi
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