107 ore l’anno perse vivendo dentro una scatola di lamiera immobilizzata nel traffico. È il verdetto del tredicesimo rapporto del Tom Tom traffic index relativo all’automobilista romano. È senza scampo e la sua condizione è in via di peggioramento.
Rispetto al 2022 per impiegare gli stessi dieci chilometri in città gli occorrono 40 secondi in più. Nel 2023 ha avuto bisogno di 26 minuti e 30 secondi. Percorsi alla velocità media di 19 chilometri orari.
Cifre che collocano la capitale al dodicesimo posto al mondo per congestione. Dietro Londra – la peggiore in assoluto – Lima e Bruxelles e, soprattutto, dietro Milano che è addirittura quarta in questa classifica negativa.
I milanesi per gli stessi dieci chilometri consumano in auto infatti 137 ore l’anno. Magra soddisfazione per la capitale che è comunque davanti a città infernali come Mexico City, il Cairo e Bogotà. Parigi e New York, oltre Berlino fanno decisamente meglio di Roma.
Tra le capitali europee chi si trova in una posizione invidiabile è Madrid. Gli spagnoli impiegano 18 minuti, lo stesso identico tempo dell’anno precedente e restano chiusi in auto ” solo” 51 ore l’anno.
Il rapporto che ha messo sotto analisi 387 città di 55 paesi in ben 6 continenti, valuta le città in base al tempo medio di percorrenza, ai costi del carburante ed alle emissioni di C02.
Bloccati nel traffico costa non solo in salute e in tempo perduto, – ogni romano nel 2023 ha rilasciato nell’atmosfera 920 chili di C02, duecento dei quali restando fermo a motore acceso – ma pesa anche sul portafoglio. Il rapporto Tom Tom ha calcolato infatti che il fermo causato dal traffico ha fatto evaporare ben 164 euro per ogni automobilista paralizzato in strada.
A Roma, il giorno peggiore per salire in auto è il giovedì: la giornata in assoluto più caotica e Tom Tom ci fornisce anche una parziale soluzione. Se una parte almeno dei romani il giovedì potesse usufruire dello smart working i vantaggi sarebbero enormi. Sotto ogni profilo.
Per curiosità: la città peggiore in termini di ore perdute per percorrere i famosi dieci chilometri è Dublino con ben 158 ore, seguita da Mexico City, Bucarest e infine Londra.
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E qui ancora parliamo della futuribile chiusura dell’anello ferroviario ..
Se si adottasse lo smart working per molti lavori in cui non è indispensabile la presenza fisica sul posto ,il vantaggio per il traffico sarebbe enorme! Tanto più perché per la gran parte dei romani il luogo di lavoro è lontanissimo da casa. È ormai dimostrato inoltre che ne traggono vantaggio anche i datori di lavoro: meno consumi di luce,riscaldamento ecc. e soprattutto dipendenti meno stressati da un’ora o più passata nel traffico per raggiungere il posto di lavoro.
Aggiungerei, e lo sanno i romani, che da qualche anno lo sport al volante è zigzagare sull’Olimpica a 100 all’ora; passare col rosso; sorpassare da destra; guidare chattando sul cellulare o leggendo il giornale; truccarsi durante la marcia; farsi un selfie o videochiamare con una mano e con l’altra tentare di guidare a 10 all’ora. Tutto vero.
servono rotonde come quella fatta alla giustiniana, essenziale quella a via cassia angolo via di grottarossa che procura traffico h24 . negli anni via di grottarossaè diventata un’arteria pesante per il traffico della zona. come servirebbero rotonde a corso francia, sottopassaggi e ponti pedonali.. nuove strade.. prolungamneto della braccianese nuova verso il GRA. allargamento della cassia bis..