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    Ultima fermata Gaza di Noam Chomsky e Ilan Pappè

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    Galvanica Bruni

    Il conflitto che da quattro mesi sta infiammando il Medio Oriente ha spinto alcune case editrici a ristampare libri che trattano la questione palestinese allo scopo di “comprendere le cause profonde del conflitto israelo-palestinese”. E’ il caso di “Ultima fermata Gaza” di Noam Chomsky e Ilan Pappè (ed. Ponte alle Grazie, 268 pagg., euro 16,90).

    Chomsky è considerato il maggior linguista vivente ed è autore di numerosi saggi; Pappè, professore laureato ad Oxford, fa parte di quella nutrita schiera di storici ebrei poco graditi ad Israele per il contenuto dei suoi libri.

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    “Ultima fermata a Gaza” è una raccolta di interviste e articoli il cui scopo è da una parte informare l’opinione pubblica (“quanto accade in Palestina non sarebbe durato cosi tanto se lopinione pubblica fosse stata informata adeguatamente”) e dall’altra fornire una analisi approfondita sul coinvolgimento degli USA  nel conflitto che oramai va avanti da 77 anni (Marco Travaglio infatti l’ha definita “la guerra dei centanni).

    Ora, senza entrare nel contenuto specifico del volume (saranno i lettori a farsi una precisa idea di quanto scritto), è utile mettere  in evidenza come questo libro colmi, almeno in parte, quella grave lacuna che interessa l’informazione.

    Il conflitto israelo-palestinese (un conflitto del tutto “asimmetrico” in considerazione degli aiuti militari forniti dagli USA quantificabili a 100 miliardi di dollari) da sempre viene presentato come una lotta all’ultimo sangue tra ebraismo e islamismo, una versione in realtà costruita dai media occidentali che faticano ad individuare le reali responsabilità.

    Le durissime repressioni attuate dallo Stato di Israele e le divisioni (ma anche la corruzione) nell’ambito della società  palestinese sono due delle ragioni che alimentano il conflitto a cui va ad aggiungersi, cosa forse determinante, l’ipocrisia e la falsità dell’Occidente e degli USA che da sempre sbandierano la soluzione dei “due stati” facendo poi di tutto per rendere impossibile tale soluzione.

    Se la pace in medio-oriente non è una cosa impossibile è anche vero che questa non potrà mai essere raggiunta se l’opinione pubblica mondiale non conoscerà la verità.

    Francesco Gargaglia

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