Paola Caridi è una giornalista e saggista che ha soggiornato a lungo a Gerusalemme e si occupa da oltre 20 anni di Africa e Medio Oriente. Nel 2009 ha dato alle stampe un libro su Hamas, l’organizzazione religiosa-politico-sociale palestinese da tanti considerata una delle peggiori organizzazioni terroristiche.
Dal 2021 ha iniziato un aggiornamento del libro che poi è stato dato alle stampe a ridosso dell’attacco del 7 ottobre 2023.
“Hamas, dalla resistenza al regime” (Ed. Feltrinelli, 396 pag., 20 Euro) è un articolato e documentato saggio sul movimento di ispirazione religiosa nato alla fine degli anni ottanta da una costola dell’organizzazione dei “Fratelli mussulmani” all’interno della “striscia di Gaza”.
Gaza, un territorio di circa 400 kmq, è un lembo di terra chiuso su tre lati da Israele e da un lato dall’Egitto; con i suoi 2.200.000 abitanti e la più alta densità abitativa del pianeta, è la più grande prigione a cielo aperto del pianeta. E’ in questa terra dove gli abitanti non possono uscire dai suoi confini e nessuno (salvo rarissime eccezioni) può entrarvi, che è nato e si è sviluppato il “movimento islamico di resistenza” subendo una lenta ma inesorabile evoluzione verso la sua militarizzazione.
Un processo inarrestabile generato non solo dall’isolamento, dalla irrisolta questione dei rifugiati e dalla dura repressione esercitata da Israele ma anche dalla consapevolezza che il tanto sbandierato progetto di “due popoli e due stati” è soltanto una chimera.
Scrivere di Hamas è azzardato perché si rischia, ad ogni pagina di essere fraintesi ma d’altra parte questo movimento (come Hezbollah) non può essere considerarlo solamente una organizzazione terroristica (nel libro si cita ad esempio un articolo di Henry Siegman presidente dell’American Jewish Congress in cui si afferma: “E’ troppo semplice descrivere Hamas meramente come un’organizzazione terroristica. E’ un movimento nazionalista religioso che ricorre al terrorismo- così come fece il movimento sionista durante la lotta per la creazione dello stato- nella convinzione sbagliata che quello sia l’unico modo per far terminare un’occupazione oppressiva…” ).
Paola Caridi scrive con il rigore della “storica” e con l’obiettività di chi conosce con accuratezza i fatti e lo fa inoltre con una meticolosità incredibile. Leggere il suo ultimo libro è una grande opportunità per comprendere (almeno in parte) il perché di un conflitto sanguinoso che da ottobre 2023 ha provocato non meno di 24.000 morti.
Francesco Gargaglia
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