
Sarà pur vero che un antico manufatto abbandonato in un prato o all’incrocio di una strada dopo qualche decennio entra a far parte del paesaggio (in altre parole nessuno ci fa più caso) ma è anche vero che antichi reperti, specie se in marmo e lavorati, forse meriterebbero migliore collocazione. Si trovano un po’ dappertutto, al Flaminio come nelle aiuole di Corso Francia.
Il discorso è diverso per quei manufatti, colonne, cippi, parallelepipedi destinati invece a dare una qualche indicazione, sia essa stradale o riferita a qualche opera del passato.
Dopo il cippo stradale di Via Cassia ne abbiamo scovato un altro nei pressi di Ponte Milvio, in Via De Robilant; in verità erano due ma uno è scomparso (quello sul Lungotevere) e a ricordarne la presenza è rimasto solo il basamento.
Quello nei pressi dello Stadio della Farnesina invece giace in quel luogo da tempo immemorabile tanto che sarebbe impossibile dire a quale anno risale la sua “caduta”.
Realizzato nel 1960 dal Ministero dei Lavori Pubblici è un bellissimo cippo (sembrerebbe in travertino) coricato all’angolo della strada e giusto per renderlo un poco più visibile a chi è abituato al paesaggio è circondato con una rete in plastica di colore arancione. Non mancano, all’interno del piccolo recinto erbacce e ovviamente il solito contorno di rifiuti e plastiche varie.
In considerazione dell’importanza dell’area (la sistemazione dello Stadio della Farnesina risale al 1910 e in quel luogo per molti anni si allenò la squadra di calcio della Lazio) forse anche quel cippo meriterebbe migliore sorte. Come fatto a Corso Francia, dove a tutt’oggi svetta ancora una gigantesca pietra miliare dell’ANAS con l’indicazione “Vie Cassia Flaminia”.
Francesco Gargaglia
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Non fu a causa di questo incidente del 2019?
https://www.vignaclarablog.it/2019102289056/incidente-al-foro-italico-unauto-si-ribalta/
https://www.romatoday.it/cronaca/incidente-stradale/farnesina-via-robilant-22-ottobre-2019.html
O sbaglio?