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Basta morti su quei mille metri di via Cassia

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Nell’ultimo decennio sette vite spezzate sul tratto di via Cassia Nuova che va dall’incrocio con via Oriolo Romano a Corso Francia. Circa mille metri con forte pendenza, la chiamano la valle dei pinguini a causa dello sbalzo termico fra inizio e fine discesa.

Un tratto micidiale senza marciapiedi e dove i sorpassi sono continui, dove la disciplina di traffico è ambigua con un senso di marcia che per un tratto di strada ha due corsie che poi diventano una e al contrario per  il senso opposto, dove la doppia striscia di conseguenza viene spesso ignorata, dove di autovelox o di altri strumenti di deterrenza o di prevenzione non s’è vista mai ombra.

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Tutti corrono. Chi scende dalla Cassia è portato ad aumentare la velocità per il fatto che il “discesone” è privo di qualsiasi ostacolo e semaforo. Si corre quindi, soprattutto se da lontano si adocchia il verde all’incrocio con via Fabbroni.
E anche chi viene da Corso Francia ha la stessa tentazione di spingere l’acceleratore o di dare gas allo scooter perché sta uscendo dalla città, sta tornando a casa.

Sette morti in undici anni. Tutti sullo scooter

Ottobre 2012, Claudia Scarano 43 anni, mamma di due bimbi. Si scontra frontalmente con una Ford Ka che proviene in senso opposto.
Giugno 2013, Giacomo Vidiri, 17 anni. In piena notte si scontra con un’auto all’inizio di via Oriolo Romano.
Marzo 2014, Valentina Giannini 18 anni. Collisione con un’auto. Viene sbalzata a terra e viene travolta da un’altra moto che sopraggiunge in quel momento in senso opposto.
Marzo 2017 Alessandro Nazzareno, 49 anni. Si scontra con un cinghiale.
Luglio 2021 Edoardo Moschini, 36 anni. Viene travolto durante un sorpasso azzardato da un’auto che procede ad alta velocità e in direzione opposta (l’autista risulterà positivo agli esami tossicologici e all’alcol test).
Luglio 2022 Alessio Massa 20 anni, si scontra frontalmente con una Nissan che proviene in senso opposto.
Novembre 2023. Un 30enne originario dell’Ecuador si scontra frontalmente con una Yaris

Sette vittime la cui morte non è giustificabile per alcun motivo, sette vite spezzate che dovrebbero  indurre le istituzioni a rendere la circolazione stradale su questo tratto più sicura, più protetta, più sorvegliata.

Nell’ultimo decennio in Campidoglio si sono succedute quattro amministrazioni ma non una di esse ha preso un’iniziativa per questi mille metri micidiali. La viabilità, la segnaletica, la disciplina stradale di oggi sono quelle di un decennio fa.

Su quel tratto di strada votato alla mattanza l’immobilismo delle istituzioni regna sovrano.

Claudio Cafasso

© RIPRODUZIONE RISERVATA

18 COMMENTI

  1. Una strada ora invasa dai rovi, senza guardrail verso un dislivello di oltre 10 metri. Ho visto pedoni costretti a camminare sulla carreggiata per schivare i rovi, perché in decenni non è mai venuto in mente a nessuno che serve un marciapiede, visto che in quel tratto ci sono delle fermate dell’autobus. La responsabilità è non solo dei politici che si sono avvicendati: ma esistono dirigenti, comandanti dei Vigili e tecnici comunali in grado di lavorare per la sicurezza dei cittadini senza essere sollecitati dalla politica?

  2. Bisogna separare i due sensi di marcia col guardrail. E bisogna realizzare i marciapiedi, anche per consentire di poter arrivare al Parco dell’Inviolatella Borghese.

  3. Senza contare gli incidenti gravi ma senza vittime (per fortuna).
    Proprio ora (13.30) c’è stato un altro incidente grave con intervento di ambulanza esattamente nello stesso punto dove 12 ore fa è morto il motociclista.
    INACCETTABILE anche perché non c’è alcun motivo tecnico per non creare due corsie autonome con anche la corsia di emergenza e marciapiede divise da guard rail.

  4. Sono d’accordo con i commenti già riportati, e purtroppo questo tratto di strada, negli ultimi anni ed in mancanza di una ciclabile, è anche frequentato da ciclisti e utilizzatori di monopattini elettrici. Sperando di non fare l’uccello del malaugurio, ma non è difficile prevedere che a breve, in mancanza di interventi radicali, oltre ai morti in auto e motorino, si sommeranno anche quelli che percorrono la strada con altri mezzi e sono costretti dai rovi a stare in mezzo alla carreggiata.

  5. Premetto che – vivendo su via Cassia da oltre 40 anni – quelle morti le ho viste tutte
    :-(((

    Si potrebbero attuare soluzioni diverse (dossi, autovelox, marciapiedi, guard rails etc) ma comunque bisognerebbe innanzitutto correggere la …

    “disciplina di traffico ambigua, con un senso di marcia che per un tratto di strada ha due corsie che poi diventano una e al contrario per il senso opposto”.

    Tale disciplina è molto peggio che “ambigua“ …

    Infatti, su una strada con larghezza della carreggiata praticamente costante (!) SOLO UN IMBECILLE CRIMINALE può pensare d’istituire delle corsie che cambiano (!) larghezza senza alcun motivo, per di più incentivando a CORRERE proprio nel tratto che è già in DISCESA !!!!
    :-((((

  6. essenziale sarebbe una rotonda all’incrocio con via pareto e con via oriolo e via cassia nuova, le rotonde fanno rallentare per forza, inoltre i marciapiedi su via cassia nuova sono essenziali come precedentemente detto da qualcuno anche solo per arrivare al parco dell’inviolatella borghese che anche se promesso da anni rimane senza ingresso da via fabbroni . Ricordo a chi vorrebbe i guard-rail che sono vietati in molte parti del mondo , sono pericolosissimi, anti estetici e non risolverebbero il problema. un autovelox come quello alle rughe sicuramente farebbe paura a molta gente.

  7. Solo con due autovelox,uno altezza casa cantoniera,altro altezza inviolatella borghese,si può risolvere non certo con guardarail la fila arriverebbe alla storta.

  8. Tutti esperti urbanisti del traffico. Egregio Patrizio, non c’è autovelox che tenga, si può andare contromano anche a 30km/h. La sua soluzione è inefficace. Stia bene.

    • Vanno contromano perché superano dove non dovrebbero e con gli autovelox sono costretti ad andare in fila indiana.Il suo commento è inefficace

    • Forse però a 30 km all’ora hai il tempo di reagire ed evitare un mezzo che viene contromano. L’autovelox o la velocità media controllata, come nella galleria giovanni xxiii, è la soluzione ottimale per far rallentare i mezzi.

  9. Chiedo venia, dimenticavo che mi stavo confrontando con il migliore urbanista esperto del traffico di Roma Nord, ma che dico Nord, di tutta Roma ! Mi inchino e mi cospargo il capo di cenere ma nel contempo chiedo: tutti gli incidenti mortali citati in questo articolo secondo lei non sarebbero accaduti se ci fosse stato un autovelox ? Ma mi faccia il piacere , come diceva il grande Toto’ .

      • Gli autovelox non riducono, egregio Stefano, ma aiutano a ridurre. La differenza è sostanziale. Lei si rilegga tutti gli articoli richiamati in questo articolo che stiamo commentando e mi dica in quale dei casi un autovelox avrebbe impedito l’incidente. Solo dopo mi potrà dire “si documenti”. Stia bene.

  10. Ieri sera verso le 23 siamo passati sul tratto di Cassia incriminato in direzione Corso di Francia. Guidava mia moglie e ho quindi potuto fare con calma alcune osservazioni:
    – fondo stradale abbastanza ben tenuto
    – segnaletica orizzontale ben visibile
    – mia moglie ha guidato con prudenza, ma siamo stati sorpassati da due vetture che andavano ad almeno km/h. 80, se non più veloci.
    Credo che l’unica soluzione sia quella degli autovelox. Facendo seguito all’osservazione del sig. Fabio, cerco di non immaginare cosa potrebbe succedere di sera, e magari anche di giorno, se un automobilista che procede a ottanta all’ora si trovasse davanti un ciclista o un monopattino che in quel momento ondeggia.
    Con riferimento alla velocità di guida da parte di certi soggetti, ricordo che un articolo di VCB della scorsa primavera segnalava l’installazione del sistema controllo velocità “Tutor” nella Galleria Giovanni XXIII, dove c’è un limite di km/h. 70. Un articolo successivo ha informato che nei primi quattro giorno successivi all’installazione del “Tutor” sono state elevate 3.500 multe per eccesso di velocità.

  11. Sono perfettamente d’accordo sul fatto che gli autovelox non risolverebbero il problema, moltissime persone li ignorerebbero proprio , o perché non ne conoscono l’esistenza o perché semplicemente se ne infischiano, data l’indisciplina che ormai a Roma costatiamo ogni giorno dovunque ! Gli incidenti in quell’area avvengono in genere di sera e di notte quando si é stanchi e si ha voglia di tornare a casa in fretta in un senso e nell’altro , e quello è l’unico tratto in cui , non essendoci semafori, dopo gli ingorghi continui che si incontrano sia sulla cassia che su Corso Francia ci si illude di poter guadagnare un po’ di tempo in un bel tratto finalmente rettilineo e privo di rallentamenti forzati! quello che mi sembra che invece essenziale è uniformare le corsia di marcia e costruire delle rotatorie al posto dei semafori , che sempre impongono un rallentamento forzato .

  12. Ma perché Lei se cammina un po veloce ed arriva nei pressi di una rotatoria con traffico, rallenta o la scavalca (volando) arrivando dall’altra parte senza perdere tempo??

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