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    Bianca o nera? La verità è (anche) celeste

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    Lettere al direttore

    Tommaso Franchi ha una faccia pulita e un codino ormai passato di moda, ma c’è da dire che ci sta comunque bene con quell’allungo di capelli.

    E’ un giornalista, forse pure troppo preciso e puntiglioso per l’età che ha, ma da bravo ragazzo sta comunque segnando la sua strada nell’ispido mondo di chi comunica e soprattutto immagina un futuro meno complicato per il giornalismo.

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    Viaggia verso la trentina, è il classico “figliolo” che ogni madre vorrebbe affiancare alla propria figlia; e un bel giorno ha pensato bene di mettere nero su bianco le sue idee, le sue fantasie, la sua capacità di scrittura. Lui, che lavora in tv e che s’adatta a far tutto, ha dato alle stampe – ed è da poco uscito – “Celeste verità”, romanzo che fra le righe racconta una storia che non solo s’avvicina alla realtà; ma che potrebbe essere davvero “la realtà”.

    Il protagonista del manoscritto è tale Thomas Flanagan, un ex broker di prestigio che scivola forse banalmente nel pianeta-indigenza complici truffe e inganni di cui è vittima e al contempo complice inconsapevole.

    Il libro diventa, verosimilmente senza che il lettore ci faccia subito caso, un viaggio introspettivo. Che diventa obbligato quando si commettono errori; e le righe del romanzo ricamano inevitabilmente un presente (e un futuro) da rifare.

    Ecco, “Celeste verità” rappresenta la riscoperta di valori più che importanti, di quelli a volte confusi nell’inutilità passiva del sentirsi forti, invincibili, arrivati. E Thomas Flanagan è ognuno di quel “noi” che inconsciamente perde, spesso senza neanche accorgersene, contatto con la realtà.

    Massimiliano Morelli

     

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