
L’aio, oio e peperoncino di mezzanotte era il benvenuto che si dava al 15 agosto, quando la sera del 14 ci si radunava intorno a una tavola e dopo cena, fra bevute e risate, si aspettava l’alba per andare in spiaggia a vedere il sole che sorgeva.
Bei tempi andati di estati che non tornano, maledetto tempo che va di fretta e ricordi di persone passate a miglior vita.
Tutto arrovesciato, ferragosto è diventato la gara dei selfie e momenti di soffocante solitudine, forse perché siamo troppo presi da altro e stiamo dimenticando quella bella gioventù d’un tempo, quando bastava il gioco della bottiglia per divertirci.
Adesso no, se non ci si sdraia sulle rotaie d’un treno, se non ci si lancia all’indietro da una barca il divertimento pare svanito. Battisti cantava l’utopia del “guidare a fari spenti nella notte per vedere se è poi così facile morire”, oggi c’è chi lo fa davvero.
E i sentimenti d’un tempo in bianco e nero sembrano sbiaditi. Ecco, anzi riecco ferragosto, con tutto il suo augurio, quel “buon ferragosto” che tramonta mai.
Massimiliano Morelli
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