Martina Cappello è la giovanissima autrice esordiente del romanzo Stuck, pubblicato recentemente da Albatros edizioni.
Un moderno fantasy che ci trasporta in un viaggio nel tempo grazie al dono speciale della protagonista Mary Louise. Un dono che le sconvolgerà la vita e le permetterà di accedere all’Accademia, dove conoscerà il misterioso Damian e stringerà una forte amicizia con Rachel.
Con dovizia di particolari e attraverso gli occhi della protagonista, l’autrice ci immerge in altra un’epoca dove emergono segreti che si svelano ad ogni colpo di scena. Un lettura avvincente e scorrevole consigliata per tutti.
Martina, in quale quartiere sei cresciuta?
Sono nata a Roma nel 2003 e sono cresciuta a La Giustiniana, lontana dal caos della strada e vicino, per quanto possibile, alla natura. A svegliarmi, fortunatamente, non sono mai state macchine che passavano ma solo dal canto delle cicale.
Qual è stato il tuo percorso formativo? Quali autori ti hanno maggiormente influenzata e appassionata?
Dopo aver frequentato le medie in Via Rocco Santoliquido ho scelto, rinunciando – non ricordo per quale motivo – a perseguire il mio sogno letterario, di intraprendere studi scientifici, e mi sono iscritta al liceo scientifico Louis Pasteur. Ottenendo ottimi risultati sia nelle materie scientifiche (ho sempre amato la matematica), che in quelle umanistiche, queste ultime hanno da sempre detenuto le chiavi del mio cuore, proprio come Dante scrisse di Pier della Vigna e Federico II. Adesso, seguendo la mia – imprevedibile – vocazione per lo studio del diritto (a quattordici anni avevo già deciso), studio Giurisprudenza alla Luiss.
Come scrive Barbara Alberti nella splendida prefazione al mio romanzo: “È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.”
Sin da piccola ho sempre amato leggere iniziando, come prevedibile, con le saghe di Harry Potter e Percy Jackson, ma già in terza media mi immersi nel mondo dei classici. Iniziai con Arthur Conan Doyle, innamorandomi della serie di Sherlock Holmes e leggendo tutti i romanzi e i racconti (tanto che inventò il tema della mia tesina d’esame di terza media).
Forse un po’ prematuramente, poi, mi appassionai alla letteratura russa (Dostojevski è sempre stato il mio prediletto) che sicuramente non avrà avuto un impatto molto positivo sulla mia crescita. Il Martin Eden, di Jack London (famoso per Zanna Bianca) si batte il primo posto per la classifica dei miei libri preferiti. Accanto a Martin Eden, inaspettatamente, ho posto uno dei romanzi che la mia professoressa del liceo ci assegnò di leggere per le vacanze di Natale del 2020, sto parlando di Espiazione di Ian McEwan.
Alla fine, però, non potrei definire il genere che più mi piace leggere, perché – davvero – leggo di tutto: sono capace di chiudere Ricordi dal sottosuolo di Dostojevski e iniziare subito dopo un fantasy moderno e piccante, e subito dopo passare a un giallo di Agatha Christie. In questo senso mi definirei un po’ eclettica: a partire da elementi di moltissimi libri e storie diverse ho creato il mio stile, la mia storia, e non parlo solo del mio romanzo Stuck, ma proprio della mia persona.
Come è nato e si è sviluppato il tuo primo romanzo? Hai avuto difficoltà nel trovare un editore?
Stuck nasce durante la pandemia. Essendo una ragazza non timida ma introversa posso egoisticamente affermare che il “periodo di reclusione” che abbiamo passato tutti, si è rivelato estremamente fruttuoso e per niente noioso per me. Sono sempre stata un vulcano di idee, creativa e con una fervida immaginazione sin da piccola, e durante quei mesi mi persi in racconti, storie iniziate e gettate nel cestino… fino a trovare lei, la storia che mi avrebbe accompagnata per i successivi due anni.
Sempre Barbara Alberti nella prefazione, scrisse: “A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde. Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro 3 è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.”
Io ho voluto fare questo: tradurre il mio sogno in una storia, le mie fatiche in ispirazione, fino a plasmare una storia di resilienza e speranza, intraprendendo un viaggio senza tempo e senza confini, dove passato, presente e futuro si sono fusi in un unico universo magico.
No, direi che non mi sono annoiata durante la quarantena, facendo leggere ogni capitolo che scrivevo a mia madre, e inviandolo per email alle mie zie e a mia nonna, che mi spronavano a proseguire in ogni messaggio o parola.
Ma poi si è tornati alla realtà e a malincuore ho dovuto mettere in pausa il mio progetto, dedicandogli molto meno tempo di quanto avrei desiderato. Il mio piano era questo: concentrarmi sullo studio e, non appena terminata la maturità, buttarmi a capofitto nel mio romanzo. Così feci. A fine luglio 2022 era concluso. Lo mandai a qualche casa editrice e mi diedi tempo fino a fine gennaio prima di rinunciare. Avevo quasi perso le speranze quando, il 19 gennaio 2023, mi arriva una chiamata da un numero sconosciuto. Ovviamente stavo studiando e la chiamata finì nella segreteria.
Ma poi mi arrivò un messaggio, un messaggio che cambiò tutto, e la mia avventura con Stuck non si concluse quel luglio 2022. Il romanzo è uscito a giugno ed è disponibile sia negli store online, come Amazon o i siti delle varie librerie, che nelle librerie fisiche, ed è possibile acquistarlo cartaceo oppure in versione ebook.
Stuck è un moderno romanzo fantasy, ma molte delle situazioni narrate sono verosimili, quanto c’è di autobiografico nella protagonista Mary Louise?
Devo dire che in Mary Louise mi ci rivedo molto poco, se non per quanto riguarda la passione per la lettura e lo studio. Purtroppo, dovrei dire, o per fortuna, il personaggio in cui più mi identifico è Darmian. È lui che, secondo me, ha avuto la crescita che di solito ci si aspetterebbe dal protagonista della storia.
Non voglio fare anticipazioni ma dire soltanto che ciò che Mary Louise, Ed e Rachel sono stati per Darmian, lo sono stati anche per me, ciò che hanno dato a lui hanno dato a me: luce e speranza.
È insolito che un romanzo in prima persona, scritto dal punto di vista di Mary Louise, abbia davvero ben poco dell’autore, che invece si identifica in un altro personaggio: è come se ci si stesse analizzando, non introspettivamente, ma dall’esterno. È una prospettiva interessante, e interessante è stato metterlo per iscritto.
Quali sono i tuoi progetti professionali ed editoriali per il futuro?
A dire la verità non ho ancora alcun progetto, sono concentrata sull’università com’è giusto che sia, e purtroppo ho messo da parte la scrittura, per ora. Le idee mi tormentano, nel vero e proprio senso del termine, ma al momento non posso fare altro se non immaginare scene e storie che non avrò il tempo di scrivere.
Spesso provo a mettermi al computer e inizio a battere la tastiera buttando giù idee per nuove storie, ma muoiono tutte lì, perché la realtà si ripresenta sempre troppo presto.
Poco tempo fa mi è stato chiesto di organizzare un laboratorio di scrittura creativa per i bambini di terza elementare e l’idea mi elettrizza a dir poco. Avere l’occasione di rapportarmi con ragazzi molto piccoli, dalle menti fresche e vivaci, e poter trasmettere loro la mia passione per la lettura e scrittura e, soprattutto, il ruolo fondamentale che giocano la creatività e l’immaginazione, è davvero un dono che mai mi sarei sognata di ricevere.
Cosa consiglieresti ai tuoi coetanei che vogliono diventare scrittori?
Sarà scontato, ma ai miei coetanei con lo stesso sogno che avevo io consiglierei di non abbandonare mai il loro progetto, di continuare imperterriti a scrivere e creare, non importa quante delusioni od ostacoli ci siano sul loro cammino.
Un suggerimento fondamentale è questo: datevi tempo, abbiate pazienza, non auto-costringetevi a scrivere anche in mancanza di ispirazione, ma aspettate il momento giusto, anzi, provate a crearlo. Concludo dicendo qualcosa che suonerà scontata, ma a parer mio non lo è per niente: non smettete mai di leggere.
Francesca Quarantini
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