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IPBES: 500mila “dead species walking” non ancora estinte ma a rischio

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Galvanica Bruni

Forte e chiaro. L’allarme lanciato da Ipbes – la piattaforma intergovernativa fondata nel 2012 che tiene d’occhio l’evoluzione della biodiversità  – ci sono fondate certezze di veder sparire entro questo  secolo – tra meno di 80 anni – la metà delle specie tutt’ora viventi.

Un milione che allo scadere di questo centenario diventeranno 500mila. Mezzo milione di “dead species walking”, zombie, morti che camminano, con un destino segnato.

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Non ancora estinte ma sull’orlo del baratro a causa della distruzione e del degrado degli habitat a loro disposizione e ad altri fattori legati alle attività umane: sovra sfruttamento, inquinamento, cambiamenti climatici e diffusione di specie aliene ed invasive.

Gli scenari sviluppati dagli 82 scienziati che hanno elaborato il rapporto presentato a Roma nella sede Italiana del parlamento europeo, indicano che gli attuali tassi di estinzione delle specie in natura, sono da cento a mille volte superiori alla media delle estinzioni della storia del pianeta. Si tratterebbe della sesta estinzione di massa dopo quelle causate da eventi catastrofici e planetari, tra cui quella che ha portato all’estinzione dei dinosauri, 65 milioni di anni fa.

Insomma siamo circondati da fantasmi e ci stiamo avviando verso una  sempre più veloce cancellazione di specie viventi. Se dal sedicesimo secolo ad oggi si sono “perduti” 680  vertebrati, i prossimi anni rischiano di procedere in modo assai più veloce ed affrettato.

L’accelerazione degli eventi distruttivi – avverte Ipbes – rischia di annullare la rete di sicurezza a sostegno della vita dell’umanità. La vita sul pianeta può cominciare a “balbettare” da un momento all’altro lasciando l’uomo senza protezione.

Mancano 77 anni. Non sarà la fine del mondo, ma sarà sicuramente  impoverito e meno gradevole per l’uomo.

Rossana Livolsi

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1 commento

  1. La cosa.piu grave di quanto sta accadendo nel pianeta è il fatto di far passare sotto silenzio che.la responsabilità è nel sistema economico consumista figlio delle democrazie liberali (chi vi di è opposto infatti è stato eliminato o ridotto in povertà). Da DECENNI sappiamo quali sono i problemi ma anche i correttivi ma ci guardiamo bene dal metterli in atto affinché i consumi continuino a crescere; in questa opera disgraziata si sta cercando di coinvolgere anche i paesi non industrializzati tentandi di trasformarli in succursali degli USA. Mettiamoci l’anima in pace perché le banche usuraie non vogliono perdere nemmeno un centesimo.

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